La protesta davanti alle Muse
di Francesca Pasquali (Foto di Giusy Marinelli)
Incentivi per i medici del pronto soccorso. Misure per sfavorire lo strapotere delle cooperative nell’emergenza-urgenza. Accessi più numerosi alla facoltà di Medicina. E corsi post-laurea organizzati meglio.
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci
La ricetta per tirare fuori la sanità italiana dal pantano in cui è arenata, Orazio Schillaci, l’ha illustrato stamattina. Il ministro della Salute ha partecipato all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Politecnica delle Marche al teatro delle Muse. Con lui, la collega all’Università e alla ricerca, Anna Maria Bernini, contestata da un gruppetto di studenti del collettivo “Gulliver”. Striscione in mano con scritto “Meritevoli di un futuro. Diritto allo studio, salute psicologica e didattica di qualità”, i ragazzi hanno accolto la ministra scandendo lo slogan “L’università è pubblica e non si tocca. La difenderemo con la lotta”.
Il ministro dell’università e della ricerca Anna Maria Bernini
Tornando a Schillaci, il ministro della Salute ha assicurato l’impegno, suo e del governo, «ad affrontare e risolvere la grave carenza di personale sanitario, frutto anche di una programmazione dell’accesso alla facoltà di Medicina che in passato non ha sempre tenuto conto dei reali fabbisogni del sistema salute». Da qui, le misure per far fronte all’emergenza, che verranno discusse nel Consiglio dei ministri di oggi pomeriggio. «Arrestare l’emorragia dei nostri migliori cervelli – ha detto Schillaci durante il suo intervento – è il più grande investimento sul futuro che possiamo fare e un traguardo che non possiamo fallire».
Ha parlato anche di innovazione tecnologica, il ministro della salute. «L’intelligenza artificiale – ha spiegato, citando un documento del Consiglio superiore di sanità – non è scevra da rischi che possono derivare da un utilizzo privo di una rigorosa validazione scientifica. Rischi che, attraverso percorsi formativi appropriati, possiamo arginare». «Dobbiamo essere consapevoli che ogni evoluzione tecnologica non è un valore fine a se stesso, ma una grande opportunità da non sprecare e da utilizzare in maniera appropriata», ha aggiunto, sottolineando che «nessuna innovazione tecnologica deve e può sostituire la capacità di ascolto, quell’alleanza terapeutica che deve guidare il rapporto tra medico e paziente».
La protesta in sala
Contestata, si diceva, la ministra Bernini. All’esterno del teatro e dentro. Dove, durante il suo intervento, alcuni ragazzi si sono alzati in piedi tenendo in mano dei cartelli con scritte età e data di morte degli studenti universitari che si sono uccisi negli ultimi anni. Giovani che non hanno retto la pressione e che, fiaccati dal peso di deludere le aspettative dei loro cari, hanno deciso di farla finita. Un disagio che – ha fatto sapere Bernini – si cercherà di contrastare con «presidi psicologici stabili di sostegno agli studenti». «È vero – ha concluso la ministra – che l’università è stata sottofinanziata, ma non è questo il momento. Abbiamo una grande opportunità che dobbiamo giocarci al meglio. L’unico modo per portare a casa un risultato duraturo è lavorare insieme».
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Dispiace che alcuni studenti si siano suicidati “per non aver retto la pressione perché fiaccati dal peso di deludere i propri cari”. Invece di accusare la scuola le motivazioni di ogni suicidio vanno ricercate caso per caso, ma con questa frase non c’è da escludere anche la sfrenata ambizione di certi genitori che pretendono a qualsiasi costo, anche del suicidio, la laurea del figlio come se fosse l’unica soluzione per il suo futuro professionale e di vita quando invece può bastare il diploma, un impiego come dipendente ed anche un lavoro manuale artigianale purché esplicato con passione e capacità.
Vorrei ricordare che la terminologia “gruppetto” denota un’accezione chiaramente negativa (perchè non aggiungere sparuto?) che evidenzia un potenziale pregiudizio. Serenamente posso confermare, avendo frequentato l’Università di Ancona, che il movimento studentesco “Gulliver” è rappresentativo di una parte degli studenti universitari, meritevole di attenzione e rispetto. Saluti