Ristrutturazione padiglione Morselli:
1,8 milioni per farne Casa di comunità
e 38mila euro per verificare la fattibilità

MACERATA - L'incarico per valutare il progetto sulla struttura di Santa Croce sotto il profilo tecnico ed economico prevede anche una trafila di 32 "visto" e la firma di nove figure amministrative tra dirigenti e funzionari

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Il Padiglione Morselli

di Luca Patrassi

Una semplice determina può aprire squarci sulla storia della città, sul modo di intendere la gestione delle risorse pubbliche, sul peso della burocrazia, sulle tante cose belle di un passato che dovrebbero essere prese ad esempio per progettare il futuro. Il contesto è l’ex ospedale psichiatrico di Santa Croce, il parco secolare ed alcuni immobili di assoluto rilievo architettonico destinati all’epoca (seconda metà dell’Ottocento) alla cura dei malati. L’Ast Macerata, per il tramite di Invitalia, ha affidato un incarico da 38mila euro alla Protos Check srl, per “l’esecuzione del servizio di verifica della progettazione di fattibilità tecnico/economica, definitiva ed esecutiva relativa ai lavori di ristrutturazione padiglione Morselli per realizzazione Casa di comunità in Comune di Macerata”. La progettazione è stata eseguita dalla società di ingegneria We Plan di Osimo. Opere finanziate con i fondi del Pnrr, progetto Ue “Next generation”.

La sede è il padiglione Morselli. Palazzina stile liberty vincolata dalla Soprintendenza e in origine destinata alla cura delle pazienti paganti, non gravi. Il padiglione Morselli ha una superficie coperta di circa 400 metri quadrati, si sviluppa su due piani fuori terra, uno sottotetto quasi completamente abitabile ed uno interrato pari ad 84 mq. La palazzina, da sempre, ha attirato l’interesse di chi vuole fare lavori, a prescindere. Alla fine dell’Ottocento subì una trasformazione per essere destinato a opificio industriale, poi tornò in un ambito sanitario subendo ulteriori adattamenti.

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Antonio Draisci è il commissario dell’Azienda di Macerata

In epoca recente ha registrato ulteriori lavori di restauro e di adeguamento sismico (il terremoto era quello del 1997), spesi diverse centinaia di migliaia di euro per fini rimasti ignoti nel senso che all’interno della palazzina non trovò collocazione servizio alcuno ed anzi, successivamente, furono necessari interventi di messa in sicurezza per evitare che vandali o occupanti abusivi entrassero all’interno. Ora invece il fine è dichiarato, opere per 1,8 milioni di euro per la realizzazione della Casa della comunità di Macerata. Qui si può inserire un inciso, legato alle tante direttive dell’Unione Europea: nella determina Ast a firma Draisci, ai richiami normativi, si cita anche una norma che impone di “non fare danni eccessivi”. Detta così può sembrare una freddura, ma è evidentemente il frutto di cose viste. Nel dettaglio ecco il contenuto del “visto” in questione. «Visto l’articolo 17 Regolamento UE 2020/852 che definisce gli obiettivi ambientali, tra cui il principio di non arrecare un danno significativo (Dnsh,  do no significant harm, e la Comunicazione della Commissione UE 2021/C 58/01 recante «Orientamenti tecnici sull’applicazione del principio “non arrecare un danno significativo” a norma del regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza».

La determina in questione, il “semplice” affidamento di un incarico a fronte di una procedura fatta da Invitalia, si compone di dodici pagine. Alla voce dei riferimenti normativi si contano 32 “visto” che richiamano altrettante norme, decreti, leggi, alcuni dei 32 visto sono anche rimandi ad atti plurimi. Ovviamente il  tutto mentre i politici parlano di semplificazione amministrativa e sempre per registrare come funziona una “semplice” determina, quella dell’affidamento a una società nazionale della verifica della progettazione per i lavori al Morselli, ha visto la firma del commissario straordinario Antonio Draisci, ha registrato il parere dei due subcommissari che sono Milco Coacci e Daniela Corsi, l’attestazione di tre diversi dirigenti che sono i responsabili del Patrimonio, del Controllo di gestione e del bilancio dell’azienda sanitaria territoriale ed infine l’attività di altri tre funzionari. Nove figure di vertice per una determina di incarico da 38mila euro per una verifica della progettazione la cui procedura è stata curata da Invitalia. Fortuna che per fare le determine non servono (se non per la parte minimale legata al parere sanitario) i medici, altrimenti per trovare nove medici con funzioni direttive quasi bisognava fare il giro della regione. La situazione è critica ma non grave, si direbbe giusto per tornare alle utenti originarie paganti dello splendido padiglione Morselli.

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