Mario Iesari, Angelo Sciapichetti, Narciso Ricotta e Andrea Gentili durante la conferenza di oggi nella sede del Pd
di Luca Patrassi (foto Falcioni)
Azione di livello provinciale del Pd sul fronte del servizio idrico. I vertici Democrat oggi hanno annunciato i contenuti di un ordine del giorno che i consiglieri presenteranno, o hanno già presentato, nelle varie assisi comunali e provinciale per affrontare l’emergenza legata alla necessità di approdare al gestore unico del servizio idrico nei tempi utili per mantenere la gestione pubblica ed evitare la gara che potrebbe portare la gestione in mano di una qualche azienda privata.
Angelo Sciapichetti, segretario provinciale del Pd
Conferenza nella sede maceratese de Pd che ha visto la presenza del segretario provinciale Angelo Sciapichetti, del vice Andrea Gentili, del consigliere regionale Romano Carancini, arrivato in un secondo momento, e del responsabile del tavolo di lavoro sui temi ambientali Mario Iesari. Ha aperto la discussione Angelo Sciapichetti «Siamo preoccupati per la situazione venutasi a creare all’Aato 3. Penso al mancato accesso ai corposi finanziamenti del Pnrr per mancanza di progetti per colpa di chi governa da due anni a questa parte, penso che il vertice Aato è scaduto da un anno e la destra sta mettendo in atto una strategia di non condivisione delle scelte, non ci interessa sapere chi sarà il presidente, ma sottolineato che a due anni dalle elezioni non si è fatto nulla mentre la provincia di Macerata che fa riferimento all’Aato 3 è l’unica in ambito regionale a non avere un gestore unico ed ha le tariffe più alte del 30% rispetto agli altri territori delle Marche. Le lotte di potere nel centrodestra stanno rischiando di far arrivare l’atto 3 fuori tempo massimo per la gestione in house».
Mario Iesari osserva: «La proposta elaborata dal Pd è il frutto di un lavoro fatto di consultazioni e di incontro con le associazioni. Il punto focale è la necessità di una forte governance di presidio sulla gestione dell’acqua e del servizio idrico, la necessità di percorsi di efficientamento e di modifiche di comportamenti per evitare sprechi».
Narciso Ricotta, capogruppo del Pd in Consiglio comunale
Il capogruppo Dem Narciso Ricotta: «Il centrodestra si è disinteressato dell’Aato, in un anno peraltro strategico. A giugno 2023 scade il termine per arrivare al gestore unico ed evitare di andare alla gara che assegnerebbe il servizio strategico a un privato. Da tempo circola, come presidente, il nome del sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci che è anche vicepresidente del Parco dei Sibillini, quel Parco che ha in piedi un contenzioso con l’atto sulla quantità di acqua captabile dalla sorgente. In ogni caso servono atti amministrativi, non chiacchiere in un percorso tecnico-amministrativo già particolarmente complesso. non bastano e riunioni tra amici di partito (Leonardi e Belvederesi), parlano di società consortile ma nessun atto risulta approvato dalle società».
Andrea Gentili, vice segretario provinciale del Pd
Andrea Gentili: «La provincia di Macerata, in regione, è la maglia nera in tema di gestione delle acque, occorrono invece risposte veloci, specie per un bene primario come quello dell’acqua. I sindaci del centrodestra sono invece ostaggio dei partiti nelle gestioni di municipalizzate che sembrano fatte per sistemare gli amici degli amici».
Molto diretto l’intervento di Romano Carancini: «La situazione è di una gravità assoluta, non riescono a mettersi d’accordo i vari sindaci sui vari sistemi di gestione e così rischiamo di essere conquistati dai grandi gruppi che esproprierebbero il territorio. Non è facile far capire che sono in corso balletti per affondare a monte il tentativo di arrivare a un gestore unico, questo fanno per valutazioni politico-affaristiche. Il sindaco di Macerata cosa fa? Nel 2016 l’Aato aveva deliberato all’unanimità un percorso per arrivare al soggetto unico. La discussione ora in atto fa venire qualche dubbio, quella di una società consortile non è percorribile. Non è possibile mettere insieme, con parità di quote, società che hanno patrimoni diverse, società che hanno fatto investimenti e chi non li ha mai fatto, chi ha infrastrutture di rilievo e chi ha acquedotti colabrodo. Macerata deve essere protagonista di questo processo».
Ed ecco infine l’ordine del giorno proposto da Pd: «Il nostro territorio è caratterizzato da una disponibilità di acqua di ottima qualità in quantità adeguata alla domanda, tuttavia, i recenti cambiamenti climatici, caratterizzati da irregolarità dei deflussi alternati da lunghi periodi di assenza delle precipitazioni impongono una maggiore attenzione alla gestione del ciclo integrato delle acque, con azioni e misure strategiche volte a perseguire i seguenti obiettivi: A) riduzione delle perdite. Nonostante una buona efficienza delle infrastrutture idriche che garantiscono basse percentuali di perdite su rete, si riscontrano sul territorio, situazioni di forte criticità con un conseguente maggior rischio di manifestazione di emergenza idrica (ad esempio le elevate percentuali di perdite nel Comune di Civitanova Marche o le inadeguate infrastrutture in molti comuni montani). Il problema è sia infrastrutturale (in alcune aree occorre una maggiore manutenzione delle reti acquedottistiche oramai vetuste) che di processo (occorre implementare adeguati sistemi di monitoraggio e controllo delle perdite su rete anche da remoto con sistemi georeferenziate delle rilevazioni delle portate). B) Aumento dell’offerta della risorsa idrica: l’irregolarità dei deflussi e la tropicalizzazione del territorio impone una serie valutazione circa la possibilità di reperire nuovi fonti di captazione. L’anello dei Sibillini rappresenta un’opera di enorme valore i cui benefici non sembrano tuttavia essere in favore dell’Aato 3 Macerata. Anzi l’opera sembra “sottrarre” acqua proveniente dalla provincia maceratese in favore di quella fermana ed ascolana. Appare pertanto indispensabile avviare l’iter per aumentare la disponibilità della risorsa nel prossimo ventennio, attraverso sistemi di interconnessioni per finalità idropotabili e/o irrigue, sistemi di dissalazione di acqua marina, la captazione da falde profonde. C) Contenimento del consumo della risorsa idrica. Gli studi di settore evidenziano come la risorsa idrica per finalità idropotabili stia lentamente ma inesorabilmente diminuendo, anche a causa degli elevatissimi consumi idrici (superiori ai 250 litri abitante/giorno). Moltissime persone ancora oggi pensano che l’acqua sia una risorsa inesauribile il cui consumo pertanto non debba essere preservato. Attraverso l’introduzione di semplici ma efficaci innovazioni tecnologiche (ad esempio l’irrigazione a goccia, o l’installazione di riduttore di flusso, cisterne per la raccolta di acqua piovana, riutilizzo delle acque di depurazione per finalità irrigue, ecc) è possibile una sensibilissima riduzione del consumo idrico. Appare inoltre di fondamentale importanza avviare un’adeguata compagna formativa/informativa volta al consumo corretto e responsabile della risorsa idrica, sia nel contesto scolastico che in altre realtà (associazioni, assemblee pubbliche). D) La riduzione dell’inquinamento. Da non dimenticare infine gli effetti dell’inquinamento delle acque determinato dalle attività agricole, manufatturiere ed urbane. Ad oggi il comparte depurativo domestico ha livelli di efficienza molto elevati; tuttavia, lo stesso non si può dire per le acque reflue dell’uso agricolo. A fronte di questi obiettivi impegnativi la governance del servizio idrico integrato nella nostra provincia è particolarmente critica; 14 Comuni della Provincia (nella parte sud) ricadono nell’Ato 4 e sono tutti gestiti dalla società Tennacola, mentre tutti gli altri Comuni, la parte nettamente prevalente, ricadono nell’Ambito territoriale Ottimale (Ato 3 Marche Centro – Macerata). In tale ambito, nonostante sia stata più volte annunciato il processo di aggregazione, ad oggi la gestione operativa del Servizio Idrico Integrato (SII) è caratterizzata da una inaccettabile frammentazione che penalizza i cittadini con tariffe più alte della media (+30% rispetto alle altre provincie marchigiane), impedisce o rallenta gli investimenti (si veda i tempi biblici del completamento dell’acquedotto del Nera), blocca l’accesso a finanziamenti pubblici (vedasi ad esempio il mancato accesso ai finanziamenti previsti nel Pnrr).
Ad oggi la gestione è effettuata da 6 società operative e dalla presenza oramai anacronistica di gestioni in economia presenti soprattutto nella parte montana dell’ambito. In questi comuni molto spesso non sono nemmeno previsti i contatori, prevedendo una fatturazione a forfait che causa un significativo quanto inaccettabile spreco della risorsa. L’assenza di un gestore unico inibisce la possibilità di realizzare economie di scala e di scopo che garantirebbero una riduzione tariffaria ed un più facile accesso e linee di credito che permetterebbe una più rapida ed efficiente realizzazione dell’ingente degli interventi necessari a garantire il rispetto dei livelli minimi di servizio. Ai sensi dell’art. 147, comma 2 del Codice Ambientale (D.Lgs. 152/2006) preveda obbligatoriamente “l’unicità della gestione” nell’ambito territoriale ottimale nonché “adeguatezza delle dimensioni gestionali, definita sulla base di parametri fisici, demografici, tecnici”. Constatato quindi l’obbligo legislativo di affidare il servizio ad un unico soggetto gestore, nonostante l’Assemblea dei sindaci si sia espressa in più di un’occasione a favore della gestione pubblica, l’attuale inerzia politica (da più di un anno il posto di Presidente è vacante e ad oggi non si è ancora costituita la società pubblica alla quale dovrebbe essere affidato il servizio “in house”) rischia di mandare inevitabilmente a gara il servizio con un rischio più che concreto di avere una gestione privata. Si ricorda infatti che nel 2025 scadono le attuali convenzioni per la gestione con le attuali società affidatarie e 18 mesi prima della scadenza (quindi nel 2023) devono essere avviate le procedure per il subentro del nuovo gestore unico. Tutto ciò premesso si chiede quindi con forza all’Amministrazione Comunale ad operare in seno alle Assemblea di Ambito territoriale Ottimale del territorio al fine di avviare e concludere, in maniera prioritaria e rapida, il necessario iter per realizzare la Gestione unitari pubblica del SII attraverso l’affidamento ad una società “in house” attraverso la quale sarà possibile erogare il SII con efficienza, efficacia ed economicità; realizzare una governance stabile di alto profilo all’interno dell’Aato 3 Macerata che possa adeguatamente ed autorevolmente formulare l’indirizzo politico. Nell’immediato, di partecipare attivamente alla nomina di un Presidente di comprovata autorevolezza in grado di agevolare l’importante percorso verso la gestione unica d’ambito; avviare un processo di semplificazione burocratica che garantisca tra l’altro una diminuzione dei soggetti preposti alla gestione delle acque. Tutto questo con l’obiettivo di garantire e mantenere nel tempo un adeguato e continuativo accesso alla risorsa idrica a costi contenuti pur in presenza dei rischi connessi agli effetti dei cambiamenti climatici».
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che bel quadretto sinistrato
Daje Sciapiche', che ancora te va cerchenne LE IENE E STRISCIA LA NOTIZIA
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Fate pena.
Se non vado errato mi sembra che il Popolo Italino: ben due volte tramite referendum popolare si è espresso che l’acqua è pubblica cioè di tutti. Non si può né vendere e né comprare, non può avere un padrone, per il fatto che è un bene fondamentale per la vita. Non ha bisogno di gestori unici, ma ha l’indispensabile bisogno che non si impadronisca definitivamente la mafia dei partiti ma cacciare quella che già c’è. la bolletta dell’acqua è l’unica che non dovrebbe esistere, visto che la materia prima non si paga, le spese di acquedotti compresa la manutenzione, e depurazione vengono pagate con i soldi che i cittadini pagano con il reddito da lavoro e pensione come sancito dall’art. 53 Cost.
Caro PD,ricordati che il gestore unico non lo hai voluto tu sin dall’entrata in vigore della Legge Galli (1994): meglio un briciolo di sottogoverno in più che un’amministrazione efficiente,questo il vostro mantra. Dagli attuali sottogovernanti peraltro non mi aspetto nulla di meglio.
Perché non la smettete con questo PD = La colpa è di quelli di prima…dal 1994 a oggi voi bravi di destra quanti anni avete governato?…avete saputo fare solo condoni e guardate anche oggi le conseguenze ad ogni piccola pioggia…avete avuto anche il coraggio di governare con i 5 stelle pur di avere una comoda poltrona proppo facile a dire sempre la colpa è di quelli di prima …”MODELLO MARCHIGIANO”
Dimenticavo il sottoscritto è proprio dal 1994 che vota scheda nulla e fino allora avevo sempre votato MSI destra nazionale l’attuale partito della Meloni e se all’ultimo elezioni si il suo partito si presentava da solo avrei votato regolare