Il Covid center a “prender polvere”
Ma le bollette costano caro.
Cgil all’attacco per lo stop alle visite

SANITA' - Prorogato fino ad aprile il contratto di comodato d'uso per l'immobile di Civitanova. Ventimila euro di spese per alimentare macchinari inutilizzati. Il sindacato critico sul blocco dell'attività libero professionale di alcuni medici: «Diversi pensionati si stanno rivolgendo alle nostre strutture per manifestare la loro indignazione per l’annullamento delle visite». In Av3 promozioni con selezione interna per 12 amministrativi
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Il Covid center a Civitanova

 

di Luca Patrassi

Av3 al centro delle segnalazioni in questi ultimi giorni per una lunga serie di questioni, dallo stop all’attività libero professionale di alcuni medici alle promozioni con selezione interna per dodici amministrativi passando per il Covid center chiuso da circa un anno con macchinari dal costo di milioni di euro inutilizzati e per il quale si continuano a pagare bollette da diverse decine di migliaia di euro.

Proroghe e controproroghe dei pochi medici disponibili per coprire le carenze di organico nei vari reparti delle strutture ospedaliere maceratesi. Se mancano i medici specialisti, abbondano invece gli amministrativi come si ricava dalla recente determina che sancisce l’esito della selezione interna per le progressioni di carriera per il profilo di collaboratore amministrativo professionale (categoria D).

Quattordici i candidati ritenuti idonei, 12 quelli che appunto passano alla qualifica superiore. Sono Stefania Cicconi, Erminia D’Andrea, Marina Borgogna, Cristina Testella, Federica Grasselli, Beatrice Marinsalta, Silvia Celli, Irene Francia, Debora Pagnoncelli, Barbara Marucci, Pietro Ferri e Alessia Carelli.

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L’ospedale di Macerata

Le progressioni rientrano nel piano triennale di fabbisogno del personale stabilito dalla direzione regionale dell’Asur. Preso atto di una rinuncia, l’incarico di dieci mesi per l’attuazione del progetto “Fondo per l’Alzheimer e le demenze” è stato assegnato alla Michela Romantini.

Infine alcune proroghe di contratti a dirigenti medici perchè – si rileva sempre in una determina – i responsabili dei rispettivi Servizi hanno rappresentato la necessità di provvedere alla proroga dei suddetti incarichi al fine di assicurare il regolare svolgimento dei turni di lavoro, la continuità nell’erogazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie richieste e quindi garantire il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza. In particolare l’incarico a Gessica Felici, dirigente medico specializzando nella disciplina di Ginecologia e Ostetricia, è stato disposto fino al termine e dell’anno in corso, l’assunzione della Chiara Taccaliti, dirigente medico di Ginecologia e Ostetricia, che era stata originariamente disposta per supplenza di unità medica in aspettativa di lungo periodo, viene oggi prorogata per un anno, l’incarico a Giulia Bianchi nel profilo di dirigente medico di Otorinolaringoiatria è stato prorogato per un anno.

Mentre da più di un anno si assiste a un dibattito inconcludente sulla struttura, il Covid center di Civitanova, realizzato con donazioni per milioni, è chiuso con macchinari ad elevata tecnologia lasciati inutilizzati. La beffa è che si pagano bollette per decine di migliaia di euro per mantenere attive le apparecchiature. Nel bilancio 2022 del Comune ci sono 60mila euro (poi rimborsate dall’Asur) per l’energia al Covid center, ora all’albo pretorio dell’Av3 c’è una ulteriore determina con la quale si proroga fino ad aprile 2023 il contratto con il Comune di comodato di uso gratuito dell’immobile e si prevede una spesa di poco più di 20 mila euro per le varie bollette. Quindi i politici hanno tutti preso posizione sulla realizzazione del Covid Hospital, alcuni a favore ed altri contro (qualcuno ha vestito tutti e due i ruoli a distanza di pochi giorni), nessuno però parla dello spreco in corso, apparecchiature non usate e spese ingenti per pagare bollette di un ospedale chiuso.

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Il segretario Stefano Tordini

La Cgil pensionati interviene sulla questione del blocco alle visite intramoenia di un gruppo di medici. «Diversi pensionati – scrive il segretario provinciale Stefano Tordini – si stanno rivolgendo alle nostre strutture per manifestare la loro indignazione per l’annullamento delle visite che avevano prenotato per Cardiologia, Geriatria, Medicina presso l’ospedale di Macerata. Sono indignati ed anche preoccupati perché non sanno naturalmente quando potranno essere visitati. La direttrice dell’Area Vasta 3 ha bloccato per un mese l’attività libero-professionale di alcuni medici di Cardiologia, Geriatria e Medicina annullando tutte le prenotazioni in essere. Il motivo sarebbe il superamento da parte di sanitari del tetto del 50% dell’attività liberoprofessionale rispetto all’attività istituzionale».

L’analisi della Cgil: «Se il motivo fosse quello di un’attività istituzionale troppo scarsa, come sembra sostenere la direttrice dell’Area vasta 3, ci troveremmo di fronte ad una situazione ancora più grave: i cittadini non riuscendo a prenotare una visita in tempo accettabile per la ridotta attività a livello istituzionale, si vedono costretti a ricorrere a visite a pagamento. La decisione di bloccare da subito l’attività libero-professionale ha messo nel panico molti utenti che sono costretti a dover rinviare le prestazioni a data da definirsi».

Una programmazione sbagliata: «A Macerata sta avvenendo, a scala ridotta, quello che è accaduto a livello regionale quando, dopo la prima fase della pandemia, di fronte a 120mila prestazioni rinviate, la Regione invece di procedere ad una nuova calendarizzazione, ha annullato tutte le prestazioni costringendo 90mila cittadini a rifare tutta la trafila: ambulatorio del medico per la richiesta, contatto con il Cup, nuova prenotazione. Per gli anziani queste decisioni sono particolarmente pesanti per loro e spesso anche per le loro famiglie. Oltre a non poter scegliere i medici per farsi assistere in continuità ai quali ad ora si sono affidati, è evidente che annullare le prenotazioni e quindi rinviarle può creare rischi anche per la salute. Non riusciamo a comprendere perché non si sia scelto un percorso più accettabile e progressivo come esaurire le liste di prenotazione e procedere poi al blocco delle stesse per il tempo necessario. Di fronte ad una situazione sociale particolarmente pesante, di fronte a tempi insostenibili di attesa per molte prestazioni, di fronte all’aumento delle disuguaglianze di salute non possiamo accettare decisioni così drastiche e assurde pur derivanti da “procedimenti complessi regolati da una serie di norme e specifici attori e non lasciati ad una decisione discrezionale” che ricadano direttamente sui cittadini e sulla loro capacità di curarsi costretti a rivolgendosi necessariamente al privato. Chiederemo un incontro alla direttrice dell’AV3 e al sindaco di Macerata affinché si faccia promotore della richiesta del superamento in tempi di brevi di questo ulteriore disagio inferto ai cittadini oltre alle già conosciute problematiche dei lunghi tempi di attesa nella struttura ospedaliera di Macerata».

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