di Monia Orazi (foto di Fabio Falcioni)
Al via l’assistenza domiciliare ai malati di cancro, grazie alla collaborazione tra Area vasta 2 di Ancona, Area vasta 3 di Macerata e Iom (Istituto oncologico marchigiano). Il progetto, annunciato tempo fa, ora è diventato realtà. A presentarlo oggi pomeriggio i referenti Iom, l’assessore regionale Filippo Saltamartini, la direttrice generale Asur Nadia Storti, dell’Area vasta 3 Daniela Corsi, diversi medici dell’ospedale di Macerata, il direttore sanitario dell’ospedale Carlo Di Falco, il personale di oncologia di Macerata guidato dal primario Nicola Battelli.
«E’ stato un percorso non semplice – ha detto la dottoressa Corsi – con questo nuovo servizio si va a completare ed ampliare un’attività già esistente, fornendo assistenza 24 ore su 24 ai pazienti oncologici, grazie al supporto del reparto di oncologia di Macerata ed a San Severino della dottoressa Benedetta Ferretti, è un’attività che richiede una grande collaborazione tra il territorio ed i medici. Per ora si parte con quattro infermieri dedicati a questo servizio, ma intendiamo aumentare il numero per dare maggiori risposte al territorio. Il servizio sarà disponibile nei comuni di Macerata, Pollenza, Treia, Appignano e San Severino. Con fatica abbiamo trovato dei locali come sede operativa, destinati all’incontro tra il personale ed oncologia. Sono entusiasta di questa collaborazione con lo Iom, che arricchisce il livello di assistenza, entusiasta degli infermieri che hanno aderito al servizio, sono motivati e di grande esperienza».
Il servizio sarà coordinato a San Severino da Benedetta Ferretti, a Treia, Pollenza e Appignano da Adriana Maccari, a Macerata da Paolo Accattoli, in collaborazione con il reparto di oncologia diretto da Nicola Battelli. Ha sottolineato la valenza dell’esperienza dello Iom la dottoressa Nadia Storti, che ha collaborato con l’associazione 21 anni fa, quando era direttore sanitario a Jesi: «E’ molto bello aver esteso questo servizio all’Area vasta 3, ogni paziente oncologico ha bisogno di assistenza individualizzata, con personale multidisciplinare e supporto psicologico, serve un’impronta particolare in questo tipo di assistenza, pensiamo alla terapia del dolore e alle cure palliative, con questo servizio si va a completare la fascia oraria di assistenza, un paziente può stare male a qualsiasi ora del giorno. Un servizio importante che permette di far rimanere il paziente a casa, tra i propri cari, ricevendo le cure necessarie, sino all’ultimo giorno. Ringrazio il personale dell’area vasta 2 che ha formato quello dell’Area vasta 3, tra noi non ci sono confini».
Anna Maria Quaglieri Trane, presidente Iom ha espresso lo spirito che anima il servizio: «Ho avuto tanto dalla vita e ho dedicato la mia vita allo Iom, ringrazio l’Asur che ci è sempre vicina. Questo servizio è la quadratura del cerchio, per il paziente vogliamo pensare in grande. Accogliamo tutti, anche chi è temporaneamente malato oncologico, non voglio sentire la parola terminale».
Maria Luisa e Anna Maria Quaglieri
Maria Luisa Quaglieri, direttrice responsabile dell’associazione ha spiegato come è nata l’idea di assistere a livello domiciliare i malati oncologici: «Ringrazio Saltamartini e Storti per aver creduto alla nostra associazione, abbiamo partecipato ad un bando, vogliamo trasferire qua la nostra esperienza. Ringraziamo il dottor Battelli con cui abbiamo collaborato in passato, è come tornare a casa, grazie agli infermieri di area vasta 2 e 3 che sono un connubio vincente. Il paziente va supportato dal punto di vista medico, infermieristico e psicologico, entriamo a casa del paziente con amore e con tutti gli strumenti necessari, mettendo in piedi una rete che da oggi c’è, anche in questo territorio. E’ molto importante per una persona poter trascorrere fino agli ultimi giorni a casa, tra i propri cari. Con passione e amore abbiamo costruito questo progetto pezzo dopo pezzo, il nostro obiettivo è il paziente e anche la sua famiglia, operiamo per portare aiuto, alleviando il dolore fisico ed emotivo, per non far sentire solo lui e la sua famiglia».
Soddisfazione anche da parte dell’assessore regionale Filippo Saltamartini, per l’avvio del servizio: «Portiamo a Macerata una positiva esperienza nata in Area vasta 2, accompagnando i pazienti con un’assistenza personalizzata. Il reparto di oncologia di Macerata è uno dei più importanti a livello regionale e ne sono davvero orgoglioso, così come sono orgoglioso che una dottoressa come Benedetta Ferretti, da poco in pensione, torni a compiere quella che per lei è una missione, assistere i malati oncologici. Per l’ospedale di Macerata siamo certi del finanziamento, le opere si realizzano solo se c’è copertura finanziaria. Entro qualche settimana firmeremo con il Comune di Macerata per il terreno. Stiamo cercando di dare dignità a tutti e quattro gli ospedali dell’area vasta 3. Il servizio Iom parte anche a San Severino perché in quell’ospedale abbiamo avviato un percorso importante. Abbiamo in programma importanti investimenti per tutti i plessi, a gennaio partirà la riforma sanitaria, il direttore di ogni azienda locale avrà dei fondi per dare risposte al territorio».
L’intervento dell’assessore Filippo Saltamartini
Saltamartini ha anche risposto – di sua iniziativa – alle critiche per aver inserito le cooperative a coprire i turni nei Pronto soccorso, che altrimenti non sarebbero riusciti ad assicurare il servizio: «Dobbiamo garantire i servizi di pronto soccorso e le ferie al personale, qual è lo scandalo di impiegare le cooperative, se non ci sono altre soluzioni. Nel privato con le cooperative un medico può lavoChiunque abbia una soluzione alternativa alle cooperative si faccia pure avantirare sino a 90 anni, nel pubblico fino a 79, speriamo che qualcuno ci metta mano. Nessuno vuole giocare al ribasso sulle professionalità impiegate. Le cooperative sono impegnate negli ospedali marchigiani dal 2019, qualcuno sembra accorgersene solo adesso. Chiunque abbia una soluzione alternativa si faccia pure avanti».
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Forse indicendo dei concorsi con assunzione a tempo indeterminato e non a pochi mesi e con un adeguato stipendio il problema sarebbe, non dico risolto, ma meno grave? Se si possono pagare un botto i medici delle cooperative e, non dite solo per sei mesi perché ovviamente trascorsi questi dovrete per forza di cose rinnovare il contratto alle cooperative, vuol dire che ci sono soldi per pagare i medici da assumere a costo più alto di quello che prendono adesso ma più basso di quello dato alle cooperative. Si avrebbero anche dei medici con la specializzazione per il posto che vanno ad occupare, specializzazione non richiesta a quelli delle cooperative.
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Ricordo su queste pagine proteste infinite per paure della perdita delle
varie strutture dedicate ai problemi
oncologici,vedi San Severino Marche,
ora che sono stati mantenuti tutti i
presidi,riorganizzati e strutturati,non c’è
anima viva che dica qualcosa,Strano.