«Stop all’obbligo vaccinale per i sanitari,
nelle Marche raccolte 500 firme»

PETIZIONE - L'iniziativa è di una serie di associazioni, tra i promotori anche l'ex candidato sindaco di Civitanova Paolo Squadroni: «Siamo gli unici ancora sottoposti all'obbligo, porteremo al nuovo Governo le nostre richieste per l'abrogazione. Importante anche il reintegro del personale»

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Paolo Maria Squadroni

 

di Laura Boccanera

Petizione contro l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari, «nelle Marche abbiamo raccolto 500 firme di medici, infermieri e personale sanitario», così Paolo Maria Squadroni, candidato sindaco a Civitanova nelle scorse elezioni, che è tra i promotori dell’iniziativa. A novembre ci sarà un incontro con l’assessore Filippo Saltamartini per un tavolo di confronto. «Intendiamo arrivare al Governo – dice Squadroni -, in tutta Italia sorte iniziative analoghe, siamo l’ultima categoria rimasta per cui vige l’obbligo». Tra le associazioni che hanno aderito ci sono: Coordinamento comitati guariti Covid, Acu Marche, Immuni per sempre, Noi avvocati per la libertà, Comilva, Coscienze critiche, Condav odv, associazione Jenner, comitato Ascoltami. «L’obbligo vaccinale non ha avuto, e continua tantomeno ad avere, alcuna giustificazione o motivazione sanitaria per il contrasto alla pandemia o a preservare dal contagio – sostengono i firmatari – lanciamo una petizione su scala nazionale invitando i sanitari a sottoscrivere la richiesta di abolizione immediata dell’obbligo vaccinale e la riammissione in servizio delle migliaia di sanitari ancora sospesi. Poiché i sottoscrittori sono determinati a non sottoporsi ad alcuna altra dose, si profila, in assenza di una rapida abrogazione dell’obbligo, un ulteriore aumento del numero di sanitari soggetti a provvedimenti di sospensione dal lavoro e demansionamento, con un conseguente aggravamento della situazione, di per sé già critica, relativa alla carenza di personale medico e paramedico nelle strutture ospedaliere. Le pesanti ripercussioni sulle già insostenibili liste d’attesa per le prenotazioni delle prestazioni mediche e sanitarie e gli effetti nefasti sull’operatività dei servizi di emergenza-urgenza, tuttora costantemente sotto stress, non potranno che determinare responsabilità oggettive in capo alle autorità politiche e sanitarie che dovessero ignorare le chiare avvisaglie dei futuri ed inevitabili disservizi del sistema sanitario nazionale, sia pubblico che privato, conseguenti all’eventuale perdurare dell’obbligo».

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