La “chiamata” dell’Area Vasta 3
ai dipendenti non vaccinati:
si rischia la sospensione

RACCOMANDATE a medici, infermieri e oss che ancora non si sono vaccinati per comunicare, entro 5 giorni, la prenotazione o la certificazione del differimento. La missiva nasce dal decreto 44 dello scorso aprile. E' però arrivata anche a chi aveva avuto il Covid e non può ricevere la dose

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di Luca Patrassi

Temperature in aumento anche all’interno dell’Area Vasta 3. Non ha certo rinfrescato l’aria la pioggia di raccomandate con ricevuta di ritorno inviate agli operatori sanitari che non risultano essersi vaccinati. «In caso di mancato recapito – è scritto nella lettera – restituire a Komunika srl zona industriale Capannone, Caraffa di Catanzaro», una società calabrese per gestire le comunicazioni regionali. Un particolare balza all’occhio: la raccomandata, che tocca un argomento molto sensibile, non porta la firma dei vertici regionali o provinciali dell’Asur ma quella della responsabile dell’unità operativa complessa Igiene e Sanità Pubblica dell’Area Vasta 3, Franca Laici. Forse il tentativo di minimizzare l’importanza dell’atto “spacciandolo” per routinario. In realtà la raccomandata è stata consegnata a molte decine di operatori sanitari dell’Av3 – medici, infermieri, oss – pochi giorni fa. Cinque giorni il termine indicato dall’Asur per – e siamo al motivo dell’azione Asur – rispondere e comunicare l’avvenuta prenotazione del vaccino o la certificazione del differimento. Si fa riferimento al decreto legge numero 44 del primo aprile scorso che appunto «al fine – come ricorda l’Asur nella raccomandata – di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione delle prestazioni di cura ed assistenza, prevede l’obbligo di sottoporsi a vaccinazione gratuita per la prevenzione dell’infezione da Sars Cov 2 per gli esercenti professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la propria attività presso le strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali, pubbliche o private, nelle farmacie, parafarmacie e studi professionali». Cinque giorni che andranno a scadenza nei primi giorni della prossima settimana, poi l’azienda sanitaria regionale potrebbe avviare il procedimento previsto dal decreto con la sospensione o il demansionamento degli operatori che rifiutano il vaccino. Dalle indiscrezioni furenti che filtrano, tra le decine di “raccomandati”, nel senso di destinatari delle raccomandate, non ci sono solo No vax che rifiutano di vaccinarsi ma anche operatori già contagiati dal virus che, avendo ancora gli anticorpi, hanno chiesto di vaccinarsi più tardi ed infine anche persone che nulla hanno a che fare con l’Asur, e con le attività sanitarie, e si sono viste arrivare raccomandate beffa visto che alcuni di loro da mesi avevano inutilmente chiesto di vaccinarsi. Altro elemento che suscita commenti è quello legato alla tempistica: l’azione tassativa dell’Asur arriva ad oltre un anno dal picco dei contagi, ora che l’ondata pandemica è al minimo.

 

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