Gian Mario Mercorelli
«La scelta del governatore Ceriscioli e dei suoi consulenti di collocare il Covid center in una struttura temporanea della Fiera di Civitanova è sbagliata. Visto che strutture di questo tipo appaiono ancora come una necessità, nonostante la prima fase acuta della pandemia sia stata superata, tanto vale strutturare la risposta all’emergenza in con un’ottica futura, ribaltando il paradigma attuale. Meno spesa, più investimento: significa che il denaro che viene utilizzato per quest’opera non deve essere sprecato per qualcosa di temporaneo, ma canalizzato verso un presidio che oggi serve contro il Covid-19, ma che in futuro potrà avere anche altri impieghi e, soprattutto, costituire un valore aggiunto per la nostra sanità, che ne ha parecchio bisogno». Ad affermarlo è il candidato alla presidenza delle Marche per il Movimento 5 Stelle, Gianni Mercorelli, in una nota con la quale sintetizza e ribadisce la posizione unitaria del partito contro la struttura voluta dal governatore Luca Ceriscioli e ideata dall’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, che prevede una novantina di posti di terapia intensiva e sub intensiva all’ente fiera di Civitanova.
I lavori alla fiera di Civitanova
«Il Movimento – spiega infatti Mercorelli – fin dall’inizio di questa vicenda ha espresso forti dubbi sulla scelta di Ceriscioli, un amministratore non nuovo ad agire in piena autonomia decisionale e soprattutto non nuovo a coinvolgere in progetti pubblici molti soggetti privati a lui direttamente riconducibili, come più volte sottolineato anche dalla stampa. Stavolta, però, ci pare che sia sia davvero passato il limite: il Covid Center verrà localizzato in una struttura che richiede costosi lavori per essere adeguata all’uso. Il preventivo di spesa è infatti di circa 6 dei 12 milioni di euro disponibili, una somma da considerarsi “a perdere”, in quanto che tutto successivamente dovrà essere smantellato in pochi mesi». Non solo, per il candidato governatore pentastellato oltre a uno spreco di risorse per lavori che poi dovranno essere smantellati, c’è il fatto che in questo modo non si potenzia minimamente la sanità regionale. «La scelta di Ceriscioli – insiste infatti Mercorelli – è un doppio errore: dal punto di vista finanziario, perché comporta un spreco di denaro e non riesce a mettere in piedi un efficace sistema di contenimento dei costi, e strategico, in quanto a fronte di una spesa considerevole non potenzia in alcun modo la sanità regionale del futuro. La nostra Regione – spiega ancora il candidato grillino – è stata tra le più colpite dalla sciagura del Covid19, che ha svelato tutte le carenze e le contraddizioni di una gestione ed organizzazione sanitaria che abbiamo sempre contestato. Il modello aziendalistico e privato della sanità, caldeggiato da sempre dal governatore e dal Pd regionale, che in questo si allinea alla visione delle destre locali, ha dimostrato tutti i suoi limiti. E’ ora di una decisa sterzata e di un cambio di rotta: la sanità pubblica può garantire tempi e modalità di reazione impensabili per le strutture private, pertanto dobbiamo concentrarci nel potenziamento delle strutture pubbliche dislocate sull’intero territorio regionale, applicando un modello di presidio sanitario territoriale diffuso, a cominciare dalle zone del nostro entroterra».
In questo quadro, «non stupisce ma rattrista l’atteggiamento del Partito Democratico, che avrebbe il compito di governare ancora per poco la nostra Regione: da un lato c’è il governatore uscente, non ricandidato e ormai ai margini del suo stesso partito, fa di tutto per trovare una collocazione futura con scelte improvvide, dall’altro la sottosegretaria Alessia Morani, che in un assurdo gioco a ‘poliziotto buono, poliziotto cattivo’, prima tira il sasso e poi nasconde la mano. Speriamo – conclude Mercorelli – che con le prossime elezioni regionali si possa finalmente mettere la parola fine a questo assurdo dualismo e si torni a una normale situazione, dove chi ha incarichi di governo nazionale si occupa di quello e chi dovrebbe pensare al benessere delle Marche possa doverlo fare, senza render conto a sistemi di potere da troppi anni radicati sul territorio».
E se dovesse rinforzare il virus i malati dove li mandi furbacchione
Anche io sono Contrario" A non avercelo prima? auguratevi che non serve, finché non abbiamo un reparto per Malattie Infettive, ben che ci sia quello a Civitanova, io mi ricordo benissimo la palazzina all'ospedale a Macerata, e i Dottori Nardi Betti Urbani, ed era attrezzato, guarda caso se non l'asse smantellato oggi non saremo quì a parlare ,stiamo attenti per favore! Spece x chi ci a lasciato la Vita Dottor Urbani in Primis.
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Chiaramente, essendo contrario all’ospedale Covid di Civitanova fin dall’inizio, sono d’accordo con quanto dichiarato da Mercorelli, e da tutti i contrari all’opera, tra cui una miriade di operatori del settore.
Detto questo vorrei fare una una ulteriore precisazione a sostegno della contrarietà all’opera. Troppo spesso si sente, i Favorevoli a quest’opera (praticamente tutti politici e qualche carica dirigenziale) accusare i Contrari all’opera( Politici ma soprattutto la stragrande maggioranza dei tecnici del settore, cioè medici e tecnici del settore es: Anaao Assomed Marche) di NON volere l’Ospedale, di essere diciamo contrari al “Fare”. Vorrei precisare che la contrarietà NON è al “Fare” ma allo “Sprecare” cosa ben diversa. NON si chiede infatti di NON investire i 12 milioni, anzi magari ce ne fossero molti di più da investire! Si chiede di investirli o in una struttura fissa che rimanga, o in una struttura completamente mobile, che possa poi essere completamente riutilizzata. Il Covid-Fiera di Civitanova Marche, è un ibrido senza senso. Infatti il 40% della somma, 4.8 milioni andrà in acquisto dispositivi (quindi riutilizzabile) ma il 60% della somma, 7.2 milioni andrà in opere sulla struttura, che avrà durata annuale e dovrà poi essere smantellata. Qualcuno mi deve inoltre spiegare in cifre quanto costerà lo smantellamento (ore lavoro) e lo smaltimento.
Inoltre, da notizie su questa stessa testata risulta sia arrivata una donazione di 5 milioni di euro da parte di Banca d’Italia direttamente sul conto dei privati. Questione meritevole di approfondimenti, essendo Banca d’Italia un “privato” diciamo molto particolare.