Dalle sanificazioni alle assicurazioni,
“istruzioni” per la riapertura

MACERATA - In attesa delle linee guida del governo, Confartigianato oggi pomeriggio ha radunato in videoconferenza 145 operatori per chiarire alcuni aspetti sollevati dagli iscritti

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Pacifico Berrè e Renzo Leonori

 

di Mauro Giustozzi

Quante volte al giorno pulire e sanificare il proprio locale. Se lo si può fare in autonomia o è necessario affidarlo a ditte esterne. Che dpi utilizzare, come organizzare gli spazi comuni, come smaltire i dispositivi di protezione individuali una volta usati. Che copertura assicurativa utilizzare per i nuovi rischi che sono all’orizzonte con il Covid 19. Sono questi alcuni degli interrogativi che sono stati sollevati dagli artigiani che spesso non hanno però risposte chiare in quanto mancano linee guida nazionali non ancora emanate dal governo. Confartigianato Macerata ha provato comunque a dare delle risposte nel senso della logica possibile del momento organizzando l’incontro online “Riapriamo in sicurezza”, nel corso del quale sono state fornite indicazioni sulla riapertura delle attività che avverrà nelle prossime settimane.

Ad introdurre l’argomento sono stati il presidente di Confartigianato Macerata-Fermo e Ascoli, Renzo Leonori accompagnato da Pacifico Berrè responsabile del settore edilizia dell’associazione. Affollata la videoconferenza, visto anche il tema, con la presenza fino a 145 di titolari di imprese artigiane. Ad entrare nell’argomento della sanificazione è stata Alessandra Giuli di Confartigianato che ha affrontato la controversa questione legata alla sanificazione degli ambienti di lavoro che si dovrà effettuare sia alla riapertura che periodicamente nei negozi. «Il protocollo – ha detto – prevede in 13 punti il trattamento di pulizia e sanificazione degli ambienti e degli oggetti che vengono usati. Va detto che la pulizia deve essere quotidiana mentre la sanificazione deve essere fatta settimanalmente. Prima di riprendere l’attività lavorativa bisogna effettuare formazione e informazione dei dipendenti, misurazione della temperatura, moderazione ingresso e uscita degli stessi dall’azienda. La pulizia si deve esplicare nel togliere lo sporco a terra o dalle scrivanie come viene sempre fatto. La disinfezione è invece più profonda ed elimina la carica microbica. La sanificazione si indirizza verso un ambiente più sano per la vita delle persone, come accade per esempio con l’antimuffa delle pareti di una casa. La procedura di pulizia deve essere fatta con prodotti che contengono ipoclorato di sodio o etanolo, indossando dpi per usarli. Per la sanificazione si possono anche usare macchinari con ozono. La sanificazione non può essere fatta da tutti ma solo da aziende specializzate sia a mano che con macchine. Deve essere ripetuta almeno una volta ogni dieci giorni. Non ci sono regole chiare su possibili sgravi per chi fa la sanificazione, probabilmente ci sarà un credito di imposta ma non c’è il decreto attuativo».

Ad affrontare il tema della pulizia ma anche dei dispositivi di protezione individuale, gestione di spazi comuni, entrata e uscita dei lavoratori e organizzazione aziendale è intervenuto Daniele Antonini sempre della Confartigianato. «Reperire in commercio i dpi, usarli correttamente nell’indossarli soprattutto in quei casi dove la distanza personale non è garantita a meno di un metro – ha iniziato Antonini -: dpi che, a parte mascherine e guanti, potrebbe prevedere anche occhiali, tute o camici a seconda delle attività artigiane. Certo è che negli ambienti comuni l’uso di mascherine chirurgiche è obbligatorio e sta all’impresa fornirli nel caso in cui il cliente non ne abbia. Poi bisogna fare molta attenzione agli spazi comuni: sono luoghi critici come l’accesso che dovrà essere contingentato. Ventilazione costante dei luoghi, distanze di sicurezza e tempo di permanenza viene differenziato per ogni attività e anche in base agli spazi disponibili. Ingresso e uscita scaglionati e magari differenti se è possibile vengono consigliati, così come la presenza di erogatori di detergente igienizzante sia per i dipendenti che per i clienti è pure consigliato».

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Tanti i partecipanti alla videoconferenza di Confartigianato

Nel dibattito si sono inseriti anche Samuele Antinori e Massimo Mirabile di Zurich Assifin Macerata partner di Confartigianato nell’ambito di copertura assicurativa all’interno delle aziende del territorio. I responsabili della Zurich hanno allertato gli artigiani sulla necessità di guardare i rischi nuovi e vecchi avendo garanzie e coperture adeguate: molte polizze per Rco (responsabilità civile operai) sono di vecchia data ed hanno copertura in caso di morte del dipendente, di soli 250/500 mila euro quando i massimali oggi sono sugli 800mila euro. E, considerando i rischi che sono collegati a chi contrae il Covid 19 al lavoro, ed alle responsabilità del titolare dell’attività, è importante disporre di una copertura assicurativa per coprirsi dai rischi in cui si può incorrere. Così come l’aumentato uso della rete sta portando ad un aumento del cyber risk, con attacchi degli hacker da cui è necessario proteggersi anche a livello assicurativo. Cristina Sileoni ha invece ricordato come «lo smaltimento dei dpi possono essere effettuati anche tramite la catena dei rifiuti urbani normali, attraverso l’indifferenziato cioè il sacchetto giallo, e non speciali: per questi ultimi restano in vigore le norme esistenti per lo smaltimento di tutti gli altri dispositivi che già vengono utilizzati ma non legati all’emergenza coronavirus». Il presidente della Confartigianato, Renzo Leonori, ha infine ricordato come «le manovre sinora fatte dal governo siano insufficienti per affrontare la ripartenza del dopo coronavirus per le aziende artigiane. A livello economico sono giunte solo garanzie sui prestiti e non finanziamenti alle imprese e se non arriverà la liquidità indispensabile in tempi brevi sarà la morte di tante aziende. Poi è importante che si diano delle linee guida chiare e precise per la riapertura di esercizi come bar, ristoranti, parrucchiere, estetiste e barbieri, messa in sicurezza sia di chi lavora ma anche dei clienti che frequentano questi locali».

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