Odissea di un imprenditore maceratese per accedere ad un prestito garantito dallo Stato che dovrebbe servire a far fronte all’emergenza economica legata al Coronavirus, in realtà si è trovato di fronte ad una continua richiesta di documentazione: un muro di burocrazia che alla fine l’ha fatto desistere dal chiedere il prestito (12mila euro). La Cna: «La strategia a noi sembra chiara ed è di scoraggiare tutti i piccoli imprenditori nel voler accedere al credito disponibile, così solo in pochi resteranno in piedi. L’auspicio è di un pronto intervento del Governo che tolga il “gioco” dalle mani delle banche e che lo rimetta in mano dei confidi locali prima che ne rimanga uno solo». L’imprenditore è un associato di Cna. «Avevamo criticato la scelta del Governo di coinvolgere il Fondo di garanzia nazionale e il sistema bancario per erogare i soldi alle piccole imprese e avevamo consigliato di passare attraverso i più prossimi Confidi locali – dice Cna –. Siamo stati rassicurati subito con dolci promesse di semplificazione e accessi rapidi. A pochi giorni dall’apertura delle pratiche il risultato è che i buoni propositi di semplicità e velocità di erogazione sono già un amaro ricordo: la burocrazia bancaria, come sempre, ha prevalso e sconfitto ogni buona intenzione». Ed esempio di questo è quanto accaduto ad una impresa maceratese, che ha vissuto con noi l’esperienza diretta con la banca. «La ditta ha inizialmente presentato la documentazione – dice Cna -, come da elenco del Fondo centrale di garanzia alla sua banca, per richiedere un prestito di 12mila euro; come prima risposta la banca le ha comunicato che i documenti inviati non erano sufficienti, fornendo così un secondo elenco di documentazione aggiuntiva. Già a questo punto l’impresa si è trovata a fornire un plico consistente di documenti: i bilanci degli ultimi tre anni corredati dalle relative note integrative, i verbali con cui erano stati approvati i bilanci; le ricevute di deposito, la descrizione dettagliata di tutti i crediti ed i debiti, riga per riga, riportati nei bilanci, il bilancio di previsione o provvisorio per l’anno in corso, un aggiornamento sugli affidamenti in essere con le altre banche con relativi piani di ammortamento per ogni operazione rateale, l’indicazione di eventuali moratorie o rateizzazioni in corso ed il dettaglio dei debiti tributari. Ad integrazione di ciò, la banca ha ricordato, “ovviamente”, di non dimenticare di inviare anche: il Durc, il Durf e il Dm10, il modello cioè compilato dal datore di lavoro per denunciare all’Inps le retribuzioni mensili corrisposte ai dipendenti, i contributi dovuti e l’eventuale conguaglio delle prestazioni anticipate per conto dell’Inps, delle agevolazioni e degli sgravi». Messa insieme tutta la documentazione, l’imprenditore, sempre con l’aiuto di Cna, è andato direttamente in banca con tutto quanto era stato richiesto. Era convinto che gli avrebbero detto sì o no per la richiesta di prestito. Invece «non è così e si va al secondo round – dice Cna -. La risposta della banca, infatti, non è altro che una ulteriore richiesta di documentazione. La nuova richiesta consiste principalmente in: ammontare della liquidità disponibile, fatture emesse prima dello stop con loro previsione di regolare incasso, ricavi e costi presunti per la restante parte del 2020, non certo cumulativi ma distinti per mese e specificandoli uno per uno per tra materie prime, sussidiarie e di consumo e servizi; inoltre eventuali godimenti di beni di terzi, stipendi e costi del personale ed in conclusione spese e oneri diversi di gestione compresi oneri finanziari. Già in tempi normali per una piccola impresa risulta assai complesso fare simili previsioni di dettaglio, ma ancor di più in un periodo di totale emergenza questo risulta praticamente impossibile da programmare, soprattutto se si considera sempre il rischio latente di conseguenze penali, in caso di dichiarazioni mendaci. La lunga lista dei documenti termina al terzo round con le autocertificazioni. Sotto l’incessante serie di colpi, il nostro imprenditore cede e rinuncia al prestito, è ko tecnico».
La procedura richiesta è del tutto incompatibile con la struttura delle aziende medio piccole del territorio e, in generale, del tessuto italiano. Chi l’ha ideata non ha mai messo piede in una azienda. È anche penoso che ormai sia stato del tutto dimenticato ed archiviato il rapporto fiduciario della banca con il territorio locale. Ora ogni procedura va condivisa con i vertici nazionali, così da un lato l’impiegato locale è de responsabilizzato, ma i tempi di risposta sono lunghissimi e inutili ad aiutare le imprese. Che pena.
e' una loro tattica io sono due mesi che sto provando ad avere la sospensione del mutuo prima casa,ogni volta chiedono una nuova cosa intanto la rata di marzo l'hanno presa quella di aprile non si sa,prendono tempo
Per complicarci la vita,nel nostro paese,siamo all'avanguardia!!!
È una vergogna per nn dire una farsa!!! Nessuno dei nostri governanti ha un’idea della vita reale e pratica!!!!! Si riempiono la bocca di parole parole parole e nulla più....nei mesi prossimi sarà durissima
Ci mancava pure che i chiedessero quante volte al giorno va in bagno...
Ci vogliono 2 documenti in croce, allegato 4bis, dichiarazione dei redditi, documento e codice fiscale e inviare tutto alla propria banca, molte hanno creato delle specifiche caselle elettroniche per ogni filiale. Operativa' molto semplificata....
A parole sono quasi sempre buoni.. poi nei fatti ... sarebbe bello sapere che banca è anche se io una mezza idea me la sono già fatta
Rudi Marziali sempre la solita.. Penso che ci siamo intesi quelli che non ti fanno un finanziamento nemmeno se hai i soldi sul conto
L’ho pensato pure io ! Che banca è!!!?
Stefania Quintajé cambi banca!
Mariella Censi è la risposta di chi invece di capire come risolvere un problema, invita la gente in disaccordo a lasciare le attività ed anche il Paese. Il classico "se non ti sta bene vattene"! Poi vi lamentate della desertificazione aziendale e non vi va bene manco quella. Perché se chiude tutto, chi resterà come cliente alle banche? Questo secondo me è il punto della necessaria maggiore prossimità locale alle esigenze produttive. Come fa il centro rischi nazionale di una banca a capire questo tipo di esigenza del territorio?
Stefania Quintajé no, era un consiglio. Se legge gli altri commenti si accorge che ci sono banche che hanno la procedura molto semplice. Solo un consiglio, nient'altro.
Hanno fatto credere a tutti che si sarebbero velocizzate le procedure: degli enti pubblici che devono pagare le aziende per i servizi svolti o beni venduti, dell’INPS per l’erogazione della cassa integrazione e delle banche per l’erogazione dei prestiti. Non ho mai creduto a quelle parole.
Un vero disastro, solo propaganda e nessuna risposta decente alle imprese e professionisti!
….tutto gia' visto e prevedibile...
è una loro tattica io sono due mesi che sto provando ad avere la sospensione del mutuo prima casa,ogni volta chiedono una nuova cosa intanto la rata di marzo l'hanno presa quella di aprile non si sa,prendono tempo
Rossella Rura è solamente vergognoso.
Portate i libri contabili in tribunale e chiedete un concordato preventivo e' 10000 volte meglio sveglia partite iva !!!
Ma qualcuno di voi si era illuso di andare in banca a prendere i soldi senza garanzie ????
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Da ‘Il mostro’ di Roberto Benigni’: https://www.youtube.com/watch?v=QGn0_ZNyOOY
PER CONTROLLARE IL RISPETTO DEL LOCKDOWN SONO STATE IMPIEGATE LE FORZE DELL’ORDINE ED ANCHE L’ESERCITO, SI MANDI LA GUARDIA DI FINANZA NELLE BANCHE PER IL RISPETTO DELLA NORMATIVA SULL’EROGAZIONE DEI FINANZIAMENTI.
Io non vorrei che,dato il passo che l’economia mondiale ha preso da tempo,tagliato sul mercato globale,la strategia bancaria di fondo non fosse più molto interessata a mantenere attiva una rete operativa capillare e periferica,con ritorni di poco conto.Forse si ripresentano le problematiche di una volta con una netta diversificazione del sistema bancario.E’ solo un’ipotesi teorica,ma tante strategie consolidate sono destinate a profondi cambiamenti che possono passare nella totale inconsapevolezza della maggioranza delle persone.
Lo stato che ha messo in piedi duemila commissioni , molte delle quali inutili , ne metta una più che utile che faccia da tramite fra artigiani / piccole medie imprese con le banche affinché si sfoltiscano tutti questi ingorghi burocratici che scoraggiano e uccidono questi imprenditori !!
Iacobini… era Tu mi turbi. “Direttore! Lei ha un calamaio al posto del cuore!”… che poi è stata riveduta da un portiere a caso con “bidone” invece di calamaio. 😀
Sono per l’ennesima volta scandalizzato da questo stato di m….!
Ancora la burocrazia e un governo inerme la fanno da padroni e i poveri lavoratori autonomi costretti alla reclusione forzata ne devono pagare le conseguenze! Anche i poveri bancari ne pagano le spese e non sanno come rispondere alle sollecitazioni e alle domande dei richiedenti dei prestiti.
Uno schifo, che il sottoscritto sta pagando di persona! Non ho più parole! Sono stanco!!!
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