Francesco Tombolini
di Mauro Giustozzi
Puntare su giovani e donne e fare sinergia, squadra, affinché il settore moda marchigiano possa diventare un punto di riferimento italiano. Sono le ricette che lancia Francesco Tombolini, marchigiano di successo approdato a grandi aziende della moda in Italia ed in Europa, che ha partecipato ad un seguitissimo appuntamento di approfondimento e di riflessioni all’interno del progetto “Un mondo nuovo, conversazioni antifragili” messo in campo da Confindustria per affrontare questa grave emergenza nel modo più costruttivo possibile.
Il sesto incontro andato in scena in videoconferenza sul tema “Moda e lusso, siamo tornati dove non eravamo mai stati” a cura di Francesco Tombolini, imprenditore e presidente di Cbi (Camera buyer Italia) è stato introdotto dal presidente di Confindustria Fermo, Giampietro Melchiorri e da Manuela Belrrdinelli di Confindustria Macerata. «La moda uscirà da questa pandemia molto trasformata – ha ribadito Tombolini -. I grandi gruppi perderanno tra il 30-40% anche perché non hanno un managemant pronto a reagire come lo avete voi nelle Marche. Cambierà nei conti e credo che ci sarà un cambio generazionale nelle aziende. Lo stesso mercato si modificherà, visto le difficoltà che accusano grandi paesi come Usa e Russia e quindi dovremo rivolgerci ad un mercato interno come quello italiano o di prossimità come la Spagna. La stessa stagionalità è destinata a modificarsi: le collezioni dovranno essere di lunga o di cortissima durata. La ripartenza sarà lenta, visto che abbiamo una stagione e mezza di magazzino dentro casa. Prevedo un calo nel 2020 del 25% o al peggio del 40% del settore, bisogna utilizzare questa crisi per riorganizzare l’azienda in attesa dell’auspicabile rimbalzo del prossimo anno».
Manuela Belardinelli, Francesco Tombolini e Giampiero Melchiorri
Sarà necessario un cambio culturale di imprese ed imprenditori che Confindustria sta provando ad accompagnare nella tempesta che il Covid 19 ha portato nel mondo e anche nelle aziende insediate nei nostri territori. «Io credo che sia essenziale – ha ribadito Francesco Tombolini – per voi che lavorate nelle Marche lasciare da parte un po’ l’individualismo che ha contraddistinto, anche con segnali positivi in passato, i settori di moda e calzatura. Lavorare di squadra diventa determinante. Non bisogna che le imprese siano concorrenti tra di loro ma complementari e sinergiche. Unirsi e fare squadra, da soli è difficile affrontare questa tempesta: mi auguro anche che il far diventare le Marche un polo di moda e lusso possa attrarre quei manager da fuori che possono portare idee e nuova professionalità esterne in aziende che altrimenti si affidano al ricambio generazionale in famiglia che non è sempre la strada migliore».
Giampietro Melchiorri
Dal canto suo Giampietro Melchiorri ha ricordato quelli che sono i numeri del settore per quello che riguarda la nostra regione. «Il settore moda marchigiano conta 6815 aziende che danno lavoro a 40420 addetti – ha ricordato il presidente di Confindustria Fermo -. Nella calzatura abbiamo 400 aziende per 25 mila addetti. Raccolgo il consiglio di avere meno paura e pianificare il futuro che ci attende come ci dice Francesco Tombolini, così come è determinante investire sui giovani e fare sinergia tra le nostre aziende. Non sarà facile uscirne però se riusciremo ad applicare queste ricette si potrà superare questo difficile momento».
Il presidente di Camera Buyer Italia ha poi sottolineato quelle che sono le difficoltà, i timori, le aspettative su un futuro che improvvisamente cambia a causa dell’irruzione del coronavirus sui mercati mondiali. «In passato chi produce ha sempre avuto uno scenario preciso che oggi non c’è più –ha detto Tombolini-. Un momento di paura e incertezza che ci dà ansia: l’idea di non riuscire a vendere, consegnare, incassare e pianificare il domani è terribile. Però, e ve lo dice una persona che è passata attraverso crisi come quelle dell’aviaria, il crollo delle borse, della sars, è la tenuta mentale che oggi fa la differenza. In questo momento è determinante che l’imprenditore non abbia un atteggiamento padronale o si faccia prendere da azioni impulsive. Non serve un’ottica di comando ma bensì di collaborazione. Bisogna subito operare una ricognizione all’interno dell’azienda che vada dalle vendite al magazzino, dalla produzione alle consegne. Su questo stilare un piano aziendale da qui a dicembre con decisioni immediate e poi ripianificare nell’arco dei prossimi 2 anni la ristrutturazione della propria azienda. Essenziale il lavoro di team e il saper motivare chi è accanto all’imprenditore».
Infine Francesco Tombolini ha voluto esaltare il ruolo che dovranno avere i giovani, le donne in particolare, e la tecnologia digitale nel futuro di un settore come la moda che deve restare trainante e di riferimento per un Paese come l’Italia. «Io credo che questa crisi porterà ad un ringiovanimento nelle imprese e nei ruoli direttivi – ha concluso – con le donne, soprattutto marchigiane, che devono essere valorizzate e lanciate in ruoli decisionali soprattutto nel settore che riguarda la moda femminile che invece oggi è in mano agli uomini. Poi deve cambiare l’approccio alla tecnologia che oggi fa la differenza nel business: la riorganizzazione digitale ad iniziare dalla costruzione del prodotto per questo mezzo e non più per la classica fiera che ha esaurito il suo ruolo di mostrare il prodotto. Ma torno a invitarvi a fare uno sforzo collettivo perché quando le cose vanno male la logica della competitività tra aziende va messa da parte: bisogna unire il distretto moda, i clienti, gli stilisti, l’acquisto materiali, magazzini condivisi, bisogna ragionare per uscire assieme dalla crisi».
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