Parrucchierie e centri estetici,
Ceriscioli prova ad accorciare i tempi:
«Protocollo di massima sicurezza»

ECONOMIA - Il presidente sta valutando l'idea nata dal confronto con Giorgio Cippitelli, segretario regionale di Confartigianato. Esulta Karina Maria Rogani che ha un salone a Civitanova: «Ci siamo già preparati al meglio». Silvia Capozucca sottolinea: «Il problema del lavoro nero e dell'abusivismo c'è ed è reale»

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Luca Ceriscioli

di Laura Boccanera

Un protocollo potrebbe anticipare i tempi delle riaperture nelle Marche. In particolare a beneficiarne potrebbero essere parrucchieri ed estetisti che il decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha rinviato a giugno. La riapertura potrebbe invece avvenire il 18 maggio in regione. Non sarebbe la prima volta che le Marche si portano avanti. Dopo essere state tra le prime regioni a chiudere le scuole, ieri sono state tra le prime a permettere il take away con una ordinanza lampo del presidente. e  A dare speranza sia al settore del benessere che anche ai fedeli (potrebbero ripartire anche le messe) è il presidente Luca Ceriscioli che scrive sul suo Facebook: «Proviamo a individuare un protocollo che garantisca la massima sicurezza. Le associazioni di categoria sono d’accordo. Non faccio questioni di fughe in avanti, ma solo di sicurezza. Vogliamo verificare se è possibile accorciare i tempi». L’idea è nata in seguito a un confronto fortuito con il segretario di Confartigianato Giorgio Cippitelli.

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Karina Maria Rogani

Tornano a sperare gestori di centri estetici e parrucchieri che avevano disperato dopo la conferenza stampa di Conte.
«Sentire Conte che l’altra sera ha parlato del 1 giugno per la riapertura delle parrucchierie mi ha destabilizzato – commenta Karina Maria Rogani del salone Karina Love hair a Civitanova – anche perché in questi giorni di chiusura ci siamo preparati al meglio per garantire la sicurezza. Abbiamo kit monouso, impianti per la sanificazione dei locali, mascherine, guanti e addirittura una maschera visiera in plexiglass per garantire la totale sicurezza del cliente assieme a misure di distanziamento fra un cliente e l’altro con appuntamenti su misura. Chiediamo solo di riprendere a lavorare, magari anche solo il titolare. Anche perché è esploso il fenomeno dell’abusivismo che oltre che danneggiare noi professionisti rappresentano un pericolo per l’incolumità perché andando casa per casa non si garantiscono misure di sanificazione e sicurezza di alcun tipo. Oltretutto hanno ripreso a lavorare i fisioterapisti che lavorano manipolando il corpo e noi no. Sono assolutamente d’accordo con l’ipotesi regionale di anticipare i tempi».
Più cauta invece Silvia Capozucca del salone S2 Hair di Sara e Silvia, sempre a Civitanova: «Se arrivassero i fondi stanziati saremmo più tranquilli, siamo ancora in attesa dei 600 euro. Io personalmente non ho tutta questa fretta di riaprire perché la preoccupazione per la salute e per una ripresa del contagio con l’allentamento del distanziamento ce l’ho. Non possiamo sapere se una cliente sia asintomatica. In questa fase mi fido della scienza e se i medici dicono che è pericoloso riprendere ci credo. Alla fine tra le ipotesi di ripresa tra fine maggio e inizio giugno cambia poco. La salute viene prima e purtroppo non siamo considerati fra i servizi essenziali. Il problema del lavoro nero e dell’abusivismo invece c’è ed è reale».

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