Azienda di stampe in 3D
si mette a disposizione della sanità
«Possiamo produrre ricambi medici»

CIVITANOVA - La Prosilas affronta l'emergenza Covid-19: «Il più grande problema è la lentezza nell’approvvigionamento di materiali come quelli per i dispositivi utilizzati nelle terapie intensive. Possiamo farli avere agli ospedali in tempi record»

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Titolare e dipendenti della Prosilas di Civitanova

di Francesca Marsili

«Parti di ricambio, componenti di attrezzature mediche e tutto quanto utile alla gestione e al superamento dello stato di emergenza per il Covid-19. Se serve noi ci siamo.

Prosalis-2-325x156Gratuitamente mettiamo a disposizione dei presidi ospedalieri, soprattutto di quelli locali, la nostra capacità produttiva di stampa 3D, perché non si perda la possibilità di usare ad esempio un respiratore capace di salvare vite umane a cui manca un pezzo di ricambio». E’ un’offerta di aiuto “pro bono” che tende la mano agli enti ospedalieri, quella lanciata da Vanna Menco, titolare della Prosilas di Civitanova, azienda che opera nell’additive manifacturing e si occupa di stampaggio in 3D. Una scialuppa di salvataggio innovativa volta a supportare e superare una criticità medica e sanitaria senza precedenti. La solidarietà abbraccia la tecnologia e si fa scudo nella lotta contro il tempo e contro il Coronavirus. «In questo momento, il più grande problema da parte degli enti ospedalieri, è la lentezza nell’approvvigionamento di pezzi di ricambio come ad esempio quelli per i dispositivi utilizzati nelle terapie intensive – spiega l’imprenditrice civitanovese – Ci rivolgiamo a qualsiasi ospedale, special modo quelli a noi vicini, dovesse trovarsi di fronte alla difficoltà di reperire i pezzi di ricambio per le apparecchiature mediche, perché con il nostro parco macchine, siamo in grado di produrli in tempi record e se possiamo salvare vite con le innovazioni tecnologiche vogliamo poter contribuire».

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La titolare Vanna Menco

La Prosilas, è la stessa azienda che lo scorso dicembre, in collaborazione con l’ospedale Bambin Gesù di Roma, aveva realizzato un bronco artificiale in materiale biocompatibile e riassorbibile, riuscendo cosi a salvare la vita ad un bambino di 5 anni. «Il nostro, è uno dei centri di stampaggio in 3D più grandi d’Italia – spiega Vanna Menco – siamo in grado di realizzare componenti anche non più disponibili, evitando così, che si perda la possibilità di utilizzare un respiratore o attrezzature analoghe o magari semplicemente di riprodurlo in attesa del ricambio originale». Un messaggio di solidarietà che ha come destinatari gli ospedali che quotidianamente, in affanno e senza sosta, si trovano ad affrontare un flusso epidemico sempre maggiore e continue criticità. Un generoso e concreto contributo tecnologico per fronteggiare l’epidemia. «Vogliamo e possiamo dare una mano, ancor più in questo momento che ci vede tutti coinvolti nella lotta al Coronavirus».

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