«Perchè solo a noi?»: si può riassumere così la protesta della Viridis Energia che non si dà pace per la decisione della provincia di Macerata di riesaminare la pratica relativa alla centrale a biogas di Sarrocciano. A pochi giorni dall’ultimo intervento (leggi l’articolo), gli imprenditori Claudio Gigli e Paolo Pesaresi, rispettivamente AD e presidente di Viridis Energia, si sentono discriminati e chiedono una applicazione equilibrata della legge. «Quella che usiamo – scrivono in una nota – è una tecnologia sicura e di provata affidabilità in tutto il mondo, tranne che, come si vorrebbe far credere, in Provincia di Macerata. E’ forse stata fatta una scoperta scientifica clamorosa in Provincia di Macerata? No, semplicemente dei funzionari pubblici hanno deciso di interpretare una normativa diversamente da gran parte del resto d’Italia e di applicarla nel modo più severo e stringente possibile, non a tutela dell’ambiente ma a danno delle imprese locali. Il caso dei superamenti di emissione in atmosfera dei nostri impianti biogas in Provincia di Macerata è una storia tanto paradossale quanto inaccettabile. Le nostre società stanno subendo una grave discriminazione e disparità di trattamento rispetto alla stragrande maggioranza degli altri operatori nazionali e persino di quelli regionali. Nostri competitor in altre regioni d’Italia come Lombardia ed Emilia Romagna operano in piena conformità alla normativa vigente non perché abbiano soluzioni impiantistiche diverse ma semplicemente perché la norma viene applicata in maniera equilibrata e tecnicamente corretta: sotto questo profilo si tratta di un vero e proprio “svantaggio competitivo”, una sorta di “concorrenza sleale” indotta da un Ente che dovrebbe curarsi non solo della tutela ambientale ma anche di sviluppo ed occupazione sul territorio».
La Viridis ha quindi deciso di inviare una segnalazione con richiesta di informazioni alla Regione nonché alle cinque provincie marchigiane sugli altri 40 impianti biogas esistenti nelle Marche.
«Una segnalazione urgente – proseguono – che abbiamo ritenuto opportuno e doveroso inviare anche alle varie Procure della Repubblica oltre che agli organi di Polizia Giudiziaria territorialmente competenti indicando, per ciascuna provincia, gli impianti biogas ad oggi operativi con soluzioni impiantistiche, a parere della Provincia di Macerata, almeno 10 volte fuori norma: 17 insediamenti in Provincia di Ancona, 2 ad Ascoli Piceno, 5 a Fermo, 5 a Macerata e 10 a Pesaro. Aziende agricole e zootecniche ma anche discariche e depuratori, alcune delle quali operative da svariati anni senza alcuna contestazione da parte dei soggetti preposti al controllo. Quello che vorremmo venisse approfondito anche dalla Magistratura inquirente è, ad esempio, come sia possibile che lo stesso Ente che muove a noi gravi contestazione in merito alle emissioni in atmosfera, con tanto di comunicati stampa ed interventi del suo Presidente, non risulterebbe aver fatto altrettanto per impianti perfettamente analoghi come quelli installati in alcune discariche localizzate sul suo territorio. Ammesso e non concesso che l’interpretazione normativa a noi riservata sia corretta, concludono Gigli e Pesaresi, è inaccettabile che vengano usati due pesi e due misure, le nostra società stanno subendo dei rilevantissimi danni, con impatti socio-economici molto pesanti. Con questa prima comunicazione intendiamo avviare un processo di escalation, sia a livello regionale che a livello nazionale, finalizzato a palesare l’assurdità della situazione venutasi a creare in provincia di Macerata e più in generale nell’intera Regione Marche. Siamo confidenti nel fatto che le Autorità competenti avranno modo di fare rapidamente e definitivamente chiarezza sull’argomento individuando tutti i profili di responsabilità connessi».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Poverini! Qualcuno intervenga, sono stati discriminati!!!
Ma forse, per ricevere un aiuto misericordioso, potrebbero rivolgersi a Spacca, alla Giannini, a Petrini, a Donati, anche alla Malaspina. Come insegna la Sacra Scrittura, le vie della provvidenza sono infinite.
nelle Marche circa 40 impianti sono sorti a seguito della famigerata legge regionale 3/2012, con cui si escludevano dalla Valutazione di impatto ambientale alcune centrali solo sulla base delle soglie (1000 kw elettrici) proprio per questo cassata in alcune parti dalla corte costituzionale. l’inchiesta “green profit”,della procura di Ancona, che ne vede buona parte coinvolte, speriamo che serva a far luce sugli gli aspetti poco chiari della questione. Bene ha fatto invece la provincia a voler rivedere la sua posizione, consapevole che sulla salute dei cittadini non si scherza, andando oltre l’aspetto economico. Se nelle altre regione la situazione fosse la stessa, che ne sarà della salute dei posteri? povera Italia e poveri i nostri!
Imprenditori con la I maiuscola. Degni rappresentanti dei nostri tempi!