Esposto al Ministero sulla lettera di Visco
“Perchè al Cda della Fondazione di Jesi
è arrivata un anno dopo?”

BANCA MARCHE - Due ex consiglieri, Flori e Lancione, si erano rivolti al Mef sulla "presunta mancata trasmissione" della dura comunicazione del governatore inviata un mese prima l'aumento di capitale e solo nel 2013 portata a conoscenza del Consiglio d'amministrazione. "La fondazione fu informata della reale situazione dell'istituto?". Ma l'ex presidente di BM Ambrosini aveva avvertito subito Tardioli oltre a Gazzani e Sabbatini. La risposta del ministero dell'economia: "Approfondiremo"
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La sede del ministero dell’Economia e delle Finanze

di Marco Ricci

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze – titolare della vigilanza sulle fondazioni bancarie – ha ricevuto una lunga nota da parte di due ex consiglieri della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, Giacomo Marcello Flori – recentemente scomparso in un incidente stradale – e Mauro Lancione. I quali nel giugno di quest’anno hanno investito il ministero della “mancata presunta trasmissione” da parte di Banca Marche all’istituzione jesina della lettera del governatore Visco, datata 9 gennaio del 2012. Lettera in cui il governatore di Banca d’Italia sottolineava in modo incisivo diverse carenze nell’organizzazione dell’istituto di credito. Arrivando a parlare di “diffuse carenze negli assetti di governance, dei controlli interni, la rilevante esposizione ai rischi di natura creditizia e finanziaria” (leggi l’articolo). Questo circa un mese prima che Banca Marche aprisse l’aumento di capitale da 180 milioni di euro poi sottoscritto a marzo dello stesso anno dalla Fondazione Carijesi per 20 milioni.

L'ex presidente di Banca delle Marche, Michele ambrosini

L’ex presidente di Banca delle Marche, Michele ambrosini

La nota dei due consiglieri jesini – entrati in Cda nel 2012, quindi successivamente ai fatti – punta il dito contro Banca Marche e l’allora presidente Michele Ambrosini. In quanto la Fondazione, così scrivevano Flori e Lancione, sarebbe venuta a conoscenza della lettera di Visco solo un anno dopo. Quando i due consiglieri – dopo averne appreso notizia anche tramite Cronache Maceratesi – chiedono spiegazioni al nuovo presidente della Fondazione Giacani che otterrà la lettera e la illustrerà al Cda. Così – dopo un’articolata descrizione della comunicazione di Visco e un suo confronto con quanto riportato nel prospetto informativo relativo all’aumento di capitale del 2012 – la nota si conclude con la richiesta al dipartimento del Tesoro di “accertare e valutare i comportamenti e le eventuali responsabilità correlate alla presunta mancata trasmissione della nota di Banca d’Italia” alla Fondazione Carijesi.

Invitando il Mef a “esprimere la propria valutazione nel ritenere o non ritenere che questa omissione abbia prodotto gravissimo danno alla Fondazione”. Anche perché, aggiungono, di patrimonio la fondazione ne ha perso abbastanza. “Circa 80 milioni di euro in valore in un solo anno”.  Flori e Lancione domandano inoltre se, a giudizio del Ministero, la fondazione jesina avrebbe o meno sottoscritto l’aumento del 2012 se informata dei rilievi del governatore. E se lo stesso Ministero, di fronte a quei rilievi, avrebbe dato il proprio consenso all’operazione. Consenso che era stato già rilasciato alle tre fondazioni negli ultimi mesi del 2011.

mefIl Ministero – attraverso l’ufficio V della IV direzione del dipartimento del Tesoro – ha recentemente risposto. Prendendo atto di quanto comunicato e “provvedendo ad acquisire ulteriori elementi dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi per le valutazioni di conseguenza”.

Contestualizziamo adesso le circostanze perché le cose non sono esattamente andate come immaginavano i due consiglieri nel momento in cui si rivolsero al Mef.  L’aumento di capitale di Banca Marche si apre ad inizio febbraio 2012 e la lettera di Visco è giunta in Banca Marche un mese prima. Presidente dell’istituto di credito è Michele Ambrosini, mentre il presidente della fondazione jesina è Federico Tardioli. Il quale pochi mesi dopo diverrà vice presidente dell’istituto di credito lasciando per un breve periodo il suo posto in fondazione a Tonino Perini. Poi, da novembre 2012 fino a giugno 2013, sarà Giancarlo Giacani alla guida della fondazione, sostituito nel giugno di quest’anno da Alfio Bassotti.

Federico Tardioli, vice presidente di Banca delle Marche

Federico Tardioli, vice presidente di Banca delle Marche

I fatti messi in rilievo nella nota ricevuta dal Mef riguardano due momenti diversi. Il primo, quando alla presidenza della Fondazione siede Federico Tardioli e viene sottoscritto l’aumento di capitale. E il secondo quando i consiglieri Flori e Lancione, venuti a conoscenza dalla stampa della lettera del governatore, il 29 gennaio del 2013 investono della questione il presidente Giacani, da poco eletto e senza che avesse prima mai rivestito cariche importanti all’interno dell’istituzione jesina. Giacani risponderà ai due consiglieri in una riunione consiliare il 1 marzo del 2013.

“Giacani”, scrivono Flori e Lancione, “ci informa di aver ricevuto copia della lettera (di Visco, ndr) brevi manu da un vice presidente di Banca Marche”. Ma solamente tra il 29 gennaio e il 1 marzo del 2013, cioè dopo la loro richiesta di chiarimenti. Ovvero, proseguono i due consiglieri, “dodici mesi dopo la sua ufficializzazione da parte di Fondazione Carima”. Che ne ricevette copia, da quanto abbiamo verificato, già nel mese di febbraio dell’anno precedente. Inoltre – prosegue la nota –  la lettera di Visco “non risulta essere stata portata né integralmente né per sommi capi da Banca delle Marche al cda della Fondazione”.

Gazzani_2Questo quanto venne risposto a Flori e Lancione. Ma davvero nessuno aveva informato la Fondazione di Jesi della lettera di Visco? Da quanto invece risulta le cose sarebbero andate diversamente. Poiché l’allora presidente di Banca Marche, Michele Ambrosini, rese immediatamente partecipi i presidenti delle tre fondazioni azioniste dei rilievi pervenuti. Questo in una serie di riunioni – le prime due avvenute nello stesso mese di gennaio 2012, il 10 e il 23 – ad una delle quali fu anche presente un consulente chiamato da Banca Marche per valutare l’entità delle critiche mosse dall’organo di vigilanza. Ma non solo. Il presidente Ambrosini, oltre ad averci parlato di “invio di email”, ci ha anche dichiarato di “aver chiamato subito, già nel gennaio 2012, i presidenti Sabbatini, Tardioli e Gazzani per informarli della lettera”. Circostanza confermata anche dal presidente di Fondazione Carima, Franco Gazzani. Il quale, come aggiunge Michele  Ambrosini, “andò successivamente in Banca d’Italia con l’allora consulente Grassano a parlare proprio della lettera del governatore con Signorini (Luigi Federico Signorini, da febbraio 2013 vice direttore generale di Banca d’Italia, ndr)”. Secondo Ambrosini a titolo delle tre fondazioni, secondo Gazzani a titolo unicamente di Fondazione Carima. Questo all’incirca nel marzo del 2012.

Fondazione_jesiDunque, stanti le parole di Ambrosini  e Gazzani, i presidenti delle tre fondazioni vennero informati della lettera di Visco praticamente al momento del suo arrivo in Banca Marche. Il problema sembrerebbe allora tutto interno alla Fondazione di Jesi se i due consiglieri hanno notizia della lettera solo un anno dopo. E se nel febbraio 2013, come scrivono, il nuovo presidente Giacani deve farsi dare una copia “da un vice presidente della banca”, senza che il Cda fosse mai stato informato – “neppure parzialmente” – della comunicazione.

Flori e Lancione, nella stessa nota rivolta al Mef, sottolineano anche come nella riunione consiliare del 1 marzo 2013 non tutte le risposte ricevute dall’allora presidente Giacani siano state esaurienti. Anzi, rilevano che alcune rimasero inevase. Come la loro richiesta di domandare a Banca Marche in via ufficiale perché la lettera di Visco non fosse stata trasmessa alla Fondazione. O il motivo per cui, nonostante il peggioramento delle condizioni dell’istituto, la Fondazione jesina non abbia mai chiamato a relazionare i suoi rappresentanti all’interno della banca.  Flori e Lancione evidenziano inoltre al ministero come la sottoscrizione dell’aumento di capitale da parte della fondazione di Jesi sia avvenuta non riducendo le proprie obbligazioni e gli strumenti finanziari emessi da Banca Marche. Ma al contrario smobilitando gestioni di patrimonio “che erano invece strumenti realmente diversificati”. Così che a oggi la Fondazione di Jesi risulta avere una fortissima concentrazione patrimoniale nel gruppo Banca Marche.

Il governatore di Banca d'Italia, Ignazio Visco

Il governatore di Banca d’Italia, Ignazio Visco

Dunque dopo la Consob anche il Ministero dell’economia viene interessato della lettera del governatore Visco a Banca Marche e dei possibili danni ricevuti dagli azionisti per la sua “mancata eventuale trasmissione”. Anche se, da quanto dichiarano sia Ambrosini che Gazzani, i presidenti delle tre Fondazioni furono subito informati, dunque anche l’allora presidente jesino Federico Tardioli che in seguito diventerà vice presidente dell’istituto di credito.

Una comunicazione chiara e incisiva quella di Visco. Che si scontrava però con bilanci in attivo, certificati dalla società di revisione. Con le fondazioni che – se da una parte avevano di fronte un aumento di capitale a cui avevano già dichiarato di aderire e un rassicurante prospetto informativo, dall’altra si trovarono improvvisamente tra le mani i pesanti rilievi della vigilanza.  Alla fine sia Jesi che Pesaro che Macerata aderirono all’offerta, concentrando ulteriormente il loro patrimonio nell’istituto di credito.

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