L’omicidio di Alika
di Laura Boccanera
E’ passato un anno da quando la città è stata scossa dal brutale omicidio di Alika Ogorchukwu, l’ambulante ucciso da Filippo Ferlazzo in pieno corso Umberto alle 2 del pomeriggio. Una vicenda che a distanza di un anno (l’omicidio risale al 29 luglio) è più che mai una ferita aperta per i familiari della vittima, la vedova Charity e il figlio, ma anche per la città che è stata additata, poco dopo l’omicidio, come indifferente perché nessuno tra i presenti alla fermata del bus (per lo più anziani e donne) è intervenuto a fermare l’omicida.
La vittima, Alika Ogorchukwu
Per una preghiera e per commemorare Alika sabato è prevista una manifestazione alle 16 nello spazio aperto dietro al cinema Cecchetti. La vedova del nigeriano, Charity, assieme ad alcuni familiari e amici di Alika, saranno presenti con letture, preghiere per commemorarne la memoria e continuare a chiedere giustizia, ora che il processo nei confronti di Ferlazzo si è incardinato. Sabato anche il comitato 29 luglio che si era costituito all’indomani di quell’atto di violenza brutale ha organizzato un convegno sul tema dell’accoglienza e della convivenza. «All’omicidio seguirono reazioni divergenti – ricorda il comitato – da un lato commozione e solidarietà da una parte, reazioni razziste quasi a giustificare quel crimine dall’altra parte. Oggi, per molti, quel fatto va dimenticato per non rovinare l’immagine di una città turistica. Noi non vogliamo dimenticare questa tragedia e crediamo anzi che occorra un gesto di memoria pubblica per Alika, per la sua famiglia, per la comunità nigeriana, per la stessa dignità di Civitanova. Per questo organizzeremo un convegno al salone di San Pietro, in via del Timone 5, il 29 luglio alle 17,30, un incontro con il giornalista della radio Vaticana Filomeno Lopes dal titolo “In memoria di Alika. Per una convivenza accogliente a Civitanova”. La famiglia di Alika e la comunità nigeriana sono invitate, insieme alla cittadinanza e alle autorità municipali. Confidiamo in una forte partecipazione per attivare una rete di soggetti pronti a coltivare la pace e la giustizia in tutti i rapporti, in modo che a Civitanova nessuno sia trattato con disprezzo, violenza o indifferenza».
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…”reazioni razziste quasi a giustificare quel crimine dall’altra parte”…dove lo avete pescato!!? Che si sia trattato di omicidio, non ci sono dubbi, certo, e l’omicida dovrà essere punito secondo la legge, ma credo proprio che parlare di razzismo, in questo caso, sia solo un modo per strumentalizzare la morte di quella povera persona e senza motivi veramente validi a supporto di questa tesi. gv
Da tutto quello che letto all’epoca e riletto oggi rilevo che l’omicida ha avuto molti problemi da tempo e commesso diversi atti contro legge fra i quali: aggressione ad una ragazza, assunzione di droga, disturbi psichici, nomina della madre da parte del tribunale quale amministratore di sostegno ecc. pertanto non trovo correlazione con il razzismo, vedremo a settembre i risultati della perizia psichiatrica e dello psicologo