Omicidio di Alika, per Ferlazzo
perizia psichiatrica bis.
Contrasto sulle cause della morte

CORTE D'ASSISE - I giudici hanno deciso di affidare una nuova consulenza, scelto il docente dell'università di Bologna, Renato Ariatti. La difesa sulla testimonianza del medico legale che ha fatto l'autopsia sul nigeriano ucciso lo scorso 29 luglio a Civitanova: «Oggi ha concluso sulle cause del decesso in maniera difforme rispetto a quanto indicato nella perizia»

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Il pm Claudio Rastrelli, a sinistra, con il medico legale Ilaria De Vitis e Vincenzo Ierardi

di Gianluca Ginella

Una nuova perizia psichiatrica su Filippo Ferlazzo. La Corte d’assise di Macerata, visto quanto è emerso nel corso del processo in cui il 33enne è imputato per l’omicidio di Alika Ogorchukwu, nigeriano ucciso lo scorso 29 luglio a Civitanova, hanno disposto una consulenza bis dopo quella svolta in incidente probatorio. I giudici hanno affidato l’incarico a Renato Ariatti, dell’Università di Bologna. La precedente perizia aveva portato a posizioni divergenti tra i consulenti di accusa (sostenuta dal pm Claudio Rastrelli) e difesa.

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Da sinistra: l’avvocato Carlotta Cerquetti (che collabora con la difesa di Ferlazzo), la psichiatra Monia Vagni, l’avvocato Roberta Bizzarri, l’avvocato Francesco Mantella oggi in tribunale

Oggi inoltre è stato sentito uno psichiatra, Andrea Dell’Acqua che aveva avuto modo di visitare Ferlazzo in diverse occasioni a Salerno, e ha riferito che il 33 ha «manifestato sintomi psicotici in diverse occasioni» spiegando perché non poteva essere borderline e discostandosi dalle conclusioni a cui era arrivato il consulente del gip Gianni Giuli che riteneva Ferlazzo capace di intendere al momento del fatto. Alla luce sia di questa testimonia a che delle conclusioni cui sono arrivati i consulenti di gip, pm (Giovanni Camerini) e difesa (Monia Vagni), il presidente della Corte d’assise, Roberto Evangelisti, al termine di una breve camera di consiglio ha disposto la nuova perizia con l’incarico che sarà affidato il 7 giugno. «E’ andata molto bene – dice l’avvocato Roberta Bizzarri, legale di Ferlazzo – già solo per il fatto che viene disposta una nuova perizia psichiatrica significa che la Corte d’assise ha delle valutazioni ulteriori necessarie al fine di decidere». Ma il confronto tra accusa e difesa non si limita allo stato mentale di Ferlazzo, anche su come è morto Alikao la contrapposizione resta netta.

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Il medico legale Alessia Romanelli

Oggi è stata sentita Ilaria De Vitis, medico legale nominato dalla procura per fare l’autopsia su Alika. La consulente ha spiegato che in base agli accertamenti svolti Alika è morto per asfissia e ha rilevato che c’è anche la rottura della milza, che era divisa in due parti. E su questo è nata la contrapposizione con il medico legale nominato dalla difesa, il medico legale Alessia Romanelli. Secondo Romanelli la causa della morte di Alika sarebbe «choc ipovolemico da rottura della milza».

Lo choc ipovolemico determina una perdita di sangue che alla fine determina la cessazione dell’attività cardiaca perché il cuore non ha più sangue da pompare.

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L’avvocato Roberta Bizzarri

Romanelli non ha partecipato all’autopsia ma ha esaminato la documentazione sull’esame medico legale «Mancano elementi che mi aspettavo di leggere per arrivare a dire che sia morto per asfissia, tra l’altro si vede che lo strozzamento avviene in maniera discontinua, in base ai video che su quello che è accaduto».

«Il medico legale De Vitis – riprende l’avvocato Bizzarri -, nella perizia dice che le cause concomitanti della morte sono choc ipovolemico e asfissia, ma oggi in udienza ha sostenuto che l’unica causa di morte è l’asfissia, conclude in maniera difforme da quanto da lei indicato nell’elaborato peritale».

Sempre presente alle udienze la moglie di Alika, Charity, che è parte civile al processo, assistita dall’avvocato Francesco Mantella.

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Filippo Ferlazzo

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La moglie di Alika, Charity in tribunale

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