Enea Simonetti e Arianan Orazi escono dal tribunale dopo la sentenza
di Gianluca Ginella
«È palese che siano molto diverse le conclusioni nostre e quelle della corte, però come tutte le sentenze, bisogna leggerle. È evidente che se abbiamo chiesto tre ergastoli era perché ritenevamo ci fossero le prove per farlo», così il procuratore Fabrizio Narbone dopo la sentenza con cui oggi la Corte d’assise ha condannato Enea Simonetti all’ergastolo per aver ucciso la nonna, Rosina Carsetti, e ha assolto dall’omicidio Arianna Orazi, la figlia della 78enne, e Enrico Orazi, il marito della vittima («per non aver commesso il fatto»).
Il procuratore Fabrizio Narbone
Una sentenza che da un lato ha lasciato perplessa la procura, che appunto chiedeva tre ergastoli (l’accusa è stata sostenuta dal pm Vincenzo Carusi, che ha anche coordinato le indagini) e ha scatenato anche parecchie critiche sui social e dall’altro è stato preso con soddisfazione dai legali di Enrico Orazi e Arianna Orazi.
Enrico e Arianna sono stati condannati a 2 anni per la simulazione di reato, per entrambi la pena è sospesa e la figlia di Rosina torna libera (si trovava in carcere dal febbraio del 2021).
L’avvocato Olindo Dionisi
«Sono enormemente soddisfatto del risultato e che la corte abbia ben valutato gli elementi che a guardarli, messi insieme, non costituivano una prova verso la mia assistita. Ora è libera e tornerà a casa, visto che ha è stato anche disposto il dissequestro della villetta» dice l’avvocato Olindo Dionisi, legale di Arianna Orazi. Soddisfatta per la sentenza anche l’avvocato Barbara Vecchioli, che assiste Enrico Orazi. Il marito di Rosina non ha commentato la sentenza ma aveva le lacrime agli occhi, lo stesso Arianna Orazi nell’uscire dal tribunale.
A sinistra l’avvocato Barbara Vecchioli arriva in tribunale per l’ultima udienza
La tesi della procura è stata che nel pomeriggio del 24 dicembre 2020 Enea Simonetti avesse ucciso la nonna, soffocandola, a compimento di un piano premeditato a valle di episodi di maltrattamenti verso la 78enne che si era rivolta anche al centro antiviolenza dove però non si era presentata perché nel frattempo era stata uccisa.
I giudici non hanno accolto la tesi della premeditazione e hanno condannato il solo Enea per l’omicidio. Quindi un delitto avvenuto d’impeto, si può ipotizzare a vedere la sentenza, e che poi madre e nonno di Enea avevano cercato di coprire con il racconto del ladro entrato in casa.
L’avvocato Valentina Romagnoli questa mattina all’ingresso in tribunale
E’ stato però lo stesso Enea, nella notte del 24 dicembre, in caserma, a riferire in un verbale che poi aveva ritrattato, che non era veritiera il racconto del rapinatore entrato in casa. Sentenza pesante per la difesa di Enea, assistito dagli avvocati Andrea Netti e Valentina Romagnoli. Al termine del processo Romagnoli ha commentato: «Sconta un debito di credibilità che aveva fin dall’inizio, noi restiamo convinti che non sia stato lui ad uccidere la nonna».
Arianna Orazi all’uscita dal tribunale dopo la lettura della sentenza
Enrico Orazi
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