di Elisabetta Garbati*
Si chiama Sindrome neurologica Post – Covid: se nella prima fase della malattia e durante un ricovero ospedaliero i sintomi da Covid-19 sono soprattutto respiratori e metabolici, una volta risolta la fase acuta, ciò che resta sono invece principalmente sintomi neurologici e psichiatrici, come dimostra un recente studio “Covid Next” pubblicato sulla rivista Neurological sciences effettuato dall’Università di Brescia e dall’istituto neurologico Besta di Milano.
La sindrome neurologica colpisce fino al 70% dei pazienti che hanno avuto il Covid in forma medio – grave ed è caratterizzata dalla comparsa di disturbi di memoria, di concentrazione, del sonno e dell’umore.
Nonostante le cause della sindrome siano ancora oggetto di studio, le complicanze neurologiche sembrerebbero dipendere da alterazioni della morfologia cerebrale, come effetto diretto del virus sui pazienti contagiati. Il virus cioè determinerebbe una alterazione cellulare con riduzione volumetrica dell’organo e deficit funzionali in aree principali del cervello. Non solo, ma questi studi hanno evidenziato che anche la mancanza di interazioni sociali, come quella che abbiamo vissuto nel periodo di lockdown più spinto, può contribuire in alcune persone ad una riduzione della materia grigia, in particolare su giovani e anziani, con un aumento per gli uni della possibilità di sviluppare dipendenze e per gli altri di accelerare il deterioramento cognitivo.
I dati dello studio “Covid next”, ottenuti su 165 pazienti ricoverati con Covid di gravità medio-alta, mostrano che mentre i sintomi respiratori e metabolici raggiungono il picco massimo durante la degenza e tendono a ridursi fino a stabilizzarsi una volta usciti dall’ospedale, i disturbi neurologici e psichiatrici hanno un andamento opposto ed iniziano ad aumentare una volta risolta la fase acuta dell’infezione.
Il presidente della Società italiana di neurologia Alessandro Padovani che ha portato avanti lo studio, commenta i dati ottenuti: «Esiste una correlazione almeno parziale con la gravità del Covid: fino al 70% dei pazienti con malattia di livello medio – grave riferisce sintomi neurologici a 6 mesi di distanza, fra cui stanchezza cronica (34%), disturbi di memoria/concentrazione (32%), disturbi del sonno (31%), dolori muscolari (30%) depressione e ansia (27%). Tuttavia questi problemi si stanno manifestando spesso anche in chi ha avuto una malattia di grado lieve». Negli ultimi mesi la pandemia Covid sta permettendo a ricercatori e scienziati di tutto il mondo di conoscere meglio la depressione e le sue cause, grazie anche agli studi che sembrano dimostrare una possibile correlazione tra questa patologia e processi infiammatori – infettivi. Le forme gravi di Covid-19 possono avere conseguenze a lungo termine anche dal punto di vista psichiatrico: un motivo in più a mio avviso per vaccinarsi.
*Medico e consigliere comunale di Macerata (lista Macerata Rinnova)
Cara Elisabetta ho visitato un caso molto interessante, 5 mesi fa girava il mondo per lavoro, ora già è tanto se riesce a scrivere il suo nome a penna. Conseguenze neurologiche gravissime, presumo per essere stato tanti giorni intubato! Poveri stolti i novax, fortunati che non capita a loro o a qualcuno dei loro cari
Anche senza covid e senza vaccino, siamo tutti sotto stress.
Le chiedo cortesemente di parlare di come vanno aiutati e sostenuti i malati da long covid e non di sponsorizzare i vaccini! Visto lo studio che lei esalta x far vaccinare e non per allarmare e sensibilizzare le istituzioni e la società verso un sostegno reale ai long covid! Ancor di più i malati che in un ben preciso momento (le strutture erano sature al collasso) qualcuno si e curato a casa e senza lettera di dimissione dallospedale, non vale nulla!! Grazie
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