di Alessandra Pierini (Foto Fabio Falcioni)
Il Polo Pantaleoni dell’Università degli studi di Macerata si è trasformato questa mattina in un punto vaccinale per tutti i dipendenti. Medici e personale sanitario hanno dato il via questa mattina alla somministrazione di AstraZeneca nell’auditorium che tra paraventi e plexiglass ha accolto personale amministrativo, docenti ma anche professori a contratto e assegnisti di ricerca.
L’ateneo gestisce autonomamente la somministrazione attraverso il proprio spin off For.Med.Lab, nato dallo storico istituto di tossicologia forense. Sono 900 gli aventi diritto alla somministrazione, di cui 430 già prenotati, mentre alcuni docenti hanno già ricevuto il proprio vaccino nella regione di appartenenza. Si viaggia a un ritmo di un centinaio di vaccinazioni al giorno. Il processo di vaccinazione è gestito internamente dall’Ateneo, dalla prenotazione attraverso il proprio gestionale, alla somministrazione al Polo Pantaleoni, dove sono stati allestiti le postazioni di accettazione e due punti vaccinali e area di osservazione
«In ottemperanza alle disposizioni governative – è la dichiarazione del rettore Francesco Adornato, che è prenotato per i prossimi giorni -, l’Università di Macerata ha dato avvio alla campagna di vaccinazione diretta al proprio personale docente e non docente: una dimostrazione di piena fiducia nella scienza che, riprendendo le parole del nostro presidente della Repubblica, rappresenta un atto di responsabilità e un dovere. Nello stesso tempo, il nostro pensiero e la nostra piena solidarietà vanno a tutti i cittadini italiani che non hanno ancora potuto vaccinarsi, ma che riteniamo potranno farlo presto, in considerazione dell’impegno che le autorità nazionali e regionali stanno profondendo in questo importante obiettivo. L’Ateneo non abbasserà la guardia nell’osservanza delle regole sanitarie, per continuare a garantire a tutti i propri studenti e dipendenti la ripresa in piena sicurezza di tutte le attività in presenza».
Tra i primi docenti a ricevere l’Astrazeneca c’è Angelo Ventrone, professore di Storia contemporanea: «Questo è l’unico modo per ritrovare la libertà. Mi sembra che sia anche una bella prova da parte di Unimc ma anche di tutto il Paese di voler uscire da questa crisi. L’impoverimento delle relazioni sociali è logorante, procura spossatezza e nulla ci ricarica. I ragazzi in particolare soffrono l’incertezza, specie chi si trova alla fine di un percorso e deve prendere decisioni per il futuro con forti limiti». Si è sottoposto alla vaccinazione anche Gennaro Carotenuto, anche lui docente di Storia: «Non vediamo l’ora che si superi questa fase per riprendere la vita, nel personale nella sua forma più piena e nel sociale per tornare alla normalità». Carotenuto preannuncia anche che il 2020 sarà una data periodizzante: «Forse ancora di più dell’11 settembre sarà considerata dagli storici del futuro una data con un prima e un dopo, non solo per la nostra generazione, ma per il pianeta tutto e per il cambiamento di ruolo dei paesi che lo compongono. Viviamo da tempo il passaggio di consegne tra l’Atlantico e L’asia e questo momento è fondamentale. La reazione dei paesi orientali è stata molto più pronta della nostra ma anche noi abbiamo reagito bene, non era scontato in regimi di democrazia e libertà. Ad esempio in questa sala c’è gente che ha liberamente scelto di vaccinarsi come ce ne sarà altra che sceglierà, sbagliando a mio avviso, di non farlo».
Si è emozionata nel ricevere la sua prima dose Ninfa Contigiani, ricercatrice di Storia del diritto medievale e moderno e consigliera comunale a Macerata: «Mi sembra di essere come i nostri nonni che nel Dopoguerra andavano a ritirare i pacchi alimentari con la loro tessera. E’ come rivivere quella speranza di ripresa e questa mattina sono venuta qui sentendo il dovere di farlo oltre al privilegio di poterlo fare».
Fra i primi vaccinati nella categoria degli amministrativi, c’è Enrico Ferretti: «Secondo me vaccinarsi è un obbligo, Unimc ci ha dato l’opportunità di farlo velocemente e con una ottima organizzazione. Ne ho approfittato immediatamente».
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Che aver fede nella scienza significhi aver fede in Astrazeneca
è un’interpretazione azzardatina…
Peraltro la scienza consiglierebbe un esame sierologico prima della vaccinazione… la fede senza catechismo è superstizione…