L’ex scuola Paterno è una delle palazzine dove sono in corso i lavori per gli appartamenti per i terremotati. La consegna è prevista a metà settembre
di Federica Nardi
Mentre cambiano le regole del contributo di autonoma sistemazione per i terremotati, il primo effetto è stato che gli sfollati che ancora si trovavano negli alberghi a 4 anni dal terremoto hanno dovuto lasciarli. A Tolentino la situazione però è complicata perché il mercato degli affitti, anche a causa dello stesso contributo, è completamente saturo da anni, vuoi anche per diversi proprietari che hanno “adeguato” i canoni di locazione facendosi i conti in tasca a chi percepiva il cas (più alto a seconda del nucleo familiare). Adesso il Comune, che ancora ha in cantiere le case d’emergenza e ancora mantiene l’area container, ha deciso di intervenire. E’ il caso di due famiglie che avranno la garanzia comunale e così riusciranno, almeno per sei mesi (cioè fino alla scadenza dello stato di emergenza che finisce al momento il 30 dicembre), ad andare a vivere in affitto. Il loro contributo, in almeno un caso diminuito per le nuove regole entrate in vigore, sarà assorbito dal Comune che quindi dovrebbe versare la differenza del costo degli affitti.
Il sindaco Giuseppe Pezzanesi
«La nostra amministrazione comunale – spiega il sindaco Giuseppe Pezzanesi – con lo scopo di aiutare i soggetti più deboli che si trovano in questa particolare situazione e non volendo abbandonare nessuno, ha ritenuto opportuno affittare, per una durata semestrale, alcuni immobili da destinare a questa finalità. Ci siamo attivati per venire incontro alle esigenze di chi ha perso la casa a seguito del sisma e quindi abbiamo provveduto, a nostra spese, stanziando fondi del bilancio comunale per oltre 5mila euro, ad affittare un immobile già arredato sito in via San Nicola al canone mensile richiesto di 500 euro e un appartamento in via San Nicolò, al canone mensile richiesto di 400 euro. Nello stipulare i contratti temporanei di affitto si è tenuto conto del fatto che i canoni richiesti dai proprietari degli alloggi sono congrui rispetto a quelli correnti di mercato. Resta inteso che qualora si reperiscano altre situazioni utili, si procederà all’acquisizione temporanea di altre abitazioni in affitto. I due appartamenti sono stati assegnati a due famiglie aventi diritto e i canoni di locazione saranno recuperati dai soggetti beneficiari avendo cura di trattenere pari somma dal Contributo di Autonoma Sistemazione ad essi spettante».
Flavia Giombetti
In ogni caso la situazione resta difficile, come ricorda Flavia Giombetti del Comitato 30 ottobre: «Il Comune sapeva di questa situazione da tempo. Recrimino a loro di non essersi attivati immediatamente, adagiandosi sugli allori sempre sulle spalle delle persone, tra l’altro in pieno Covid. Facciamo tanta attenzione, dopo di che addirittura una famiglia è tornata ai container. Un grosso passo indietro per persone che dovevano trovare una sistemazione, dopo 4 anni, più dignitosa. E ripeto, con le sae, anche solo una settantina, tutto questo non sarebbe successo. E ancora aspettiamo gli appartamenti Erap. E’ ora di mettere un punto a questa situazione, questi appartamenti non possono più essere considerati d’emergenza. Eppure sono fatti con i soldi della Protezione civile».
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