Covid center a Civitanova «ha due motivazioni incontestabili questa scelta: una recrudescenza non ci troverà impreparati; la struttura permetterà di riportare gradualmente alle normali funzioni gli ospedali che al momento ospitano pazienti Covid». A dirlo il direttore del dipartimento Emergenza dell’Asur, Giuseppe Tappatà. Il progetto servirà a realizzare un polo ospedaliero per malati Covid con 84 posti di terapia intensiva (che possono anche essere divisi in 42 di terapia intensiva e altrettanti di semintensiva). Rispetto alle strutture tradizionali, l’ospedale avrà una capacità di gestione molto più efficace in termini di capienza ed efficienza, che nessun’altra struttura presente nella regione è in grado di assolvere.
«Nel contesto del momento che stiamo vivendo – aggiunge Tappatà – tutte le opinioni sono accettabili, anche in ragione del fatto che non c’è una verità che possa guidare le nostre azioni. Ci sono tanti esperti che elaborano ipotesi e studiano possibili soluzioni sia in campo scientifico che in campo politico organizzativo. Tutte potrebbero essere valide finché non ci si avvicina a una possibile verità. Ma c’è bisogno di un tempo che non possiamo non utilizzare in modo non costruttivo. Da clinico mi permetto due raccomandazioni: che il ritorno alla normalità di questi ospedali sia veramente graduale, non ci deve essere fretta perché le necessità sono ancora vive; che i sanitari che saranno chiamati a lavorare in questa struttura siano adeguati per numero e preparazione e che abbiano anche un riconoscimento economico particolare in ragione del loro impegno, che sarà intenso e continuativo, all’interno di questa struttura». Il governatore Luca Ceriscioli sulla struttura, aveva detto: «E’ un fatto importante per le Marche perché servirà a far respirare gli ospedali per l’attività ordinaria. C’è un grande bisogno di tornare a dare una risposta a tutti i malati. Per un paio di mesi è stata sospesa tutta l’attività programmata, mantenendo solo gli interventi urgenti. Tutti gli ospedali vorrebbero tornare domani mattina a svolgere la propria attività. Il piano che cominceremo da lunedì sarà proprio in questa direzione e la parte sanitaria attende questa realizzazione perché arriverà un momento in cui sarà importante poter liberare fino all’ultimo ospedale e ci si immagina una gestione lunga. Alcuni credono che da qui a poco sparirà il problema. La convinzione di molti invece è che la guardia vada tenuta alta a lungo e che avere nel sistema regionale un ospedale che si occupi esclusivamente di questo permetterà di tenere tutti gli altri puliti».
In prima linea contro il Covid-19 Tappatà: «Mancano i ventilatori, viviamo una situazione di guerra»
Anche questo è legato all'ordine di Malta. Riaprire gli ospedali chiusi non è la stessa cosa? Con molte meno spese, queste sempre a carico dei cittadini!
E per gli accertamenti clinici dove li farete? È vero o no che in quel si Civitanova così come in quel di Torrette ci sono due piani vuoti? E gli ospedali che hanno chiuso non sarebbero più utili? Ambe giusto Ceriscioli disse :"tutti i malati in terapia intensiva devono trovarsi sullo stesso piano", l'allegro chirurgo c'avrebbe da ridire.
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Paciarotti, cerca la conferma ad una domanda che non sarà mai evasa ….
Tappata’ parla di tanti esperti che studiano possibili soluzioni sia scientifiche che politiche, vogliamo i nomi di questi esperti, tutto si fa avvolto in una densa nebbia, se si fanno delle richieste non vengono mai evase; non siete più credibili state distruggendo l’ economia oltre a dare la mazzata finale alla sanità.
Oggi parla un dottore che ha vissuto in prima linea le difficoltà dell’arrivo del covid in tutte le sue difficoltà e da un parere che può anche non essere accettato.Ci mancherebbe, siamo oramai tutti dei grandi esperti, riusciamo a calcolare anche lo zero alternato e persino quello di scolastica memoria: lo zero paccato. Prima però consiglierei di leggere sempre dello stesso dottore il precedente articolo segnato nella pagina ma noto da tempo che molti preferiscono guardare sempre avanti e cosi sfuggono anche le cose più semplici: https://www.cronachemaceratesi.it/2020/04/22/covid-center-tappata-pronti-in-caso-di-recrudescenza-e-liberiamo-gli-altri-ospedali/1395924/#comments.Poi per una più che normale presa di posizioni in base al proprio modo di vedere le cose, basta leggere i tanti pareri diffusi in ogni pagina sull’argomento. Comunque oggi un medico, ieri una cooperativa di medici, poi qualche contabile, non mancano virologi, epidemiologi, politici, avvocati, vecchie glorie ma tanto vecchie che ancora fanno sentire il loro peso cercando disperatamente consensi che non servono a niente se non a sentirsi ancora vivi, in piena lotta e sempre pronti alla pugna. Come diceva Gaber: la rivoluzione oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente.
Pardon: https://www.cronachemaceratesi.it/2020/03/24/in-prima-linea-contro-il-covid-19-tappata-mancano-i-ventilatori-viviamo-una-situazione-di-guerra/1379921/
Bhè, qui le motivazioni a favore del Covid Center, sono solo a parole, mentre quelle dei contrari sono molto specifiche (vedi intervista Prof.Gattinoni sulla parallela opera di Milano). Si ammette inoltre che si stanno muovendo su una linea opinabile visto che ad opinione del Direttore Tappatà NON ci sarebbe una verità alla quale fare riferimento.
Rimane quindi il mio dubbio principale cioè per quale motivo pur nella impossibilità di avere una “verità” si preferisca fare una struttura mobile per poi smantellarla, quando all’ospedale di Civitanova Alta c’è un’ala da terminare.
Rimangono poi altri dubbi. Qui si dice che bisogna liberare gli ospedali esistenti, da altre fonti si dice che già si stanno liberando i reparti di terapia intensiva e per quando arriverà quest’opera, sarà inutile.
Si ha veramente l’impressione, vista la generalità delle dichiarazioni che, mancando l’opinione dei tecnici a favore dell’operazione, che a quanto vedo, leggo e sento sono praticamente quasi tutti contrari, qualche politico abbia “consigliato” o diciamo “esortato” il Direttore, a tenere questa Conferenza Stampa, esprimendo la propria opinione. Io la vedo così, poi chiaramente posso sbagliare.
Dicono che a Torrette c’è un intero piano da terminare. E qui, visto che stiamo parlando di ospedale provinciale, unico, regionale o che, non si capisce bene il motivo perché a meno che proprio non serva, si scontra con il decreto legge sulla definizione degli standard qualitativi degli ospedale da cui parte il famoso ectoplasma conosciuto come Ospedale Unico Macarata/La Pieve. Per i due piani incompleti dell’ospedale di Civitanova rientriamo pienamente nel disegno di Ceriscioli che prevede anche una probabile trasformazione in cronicario che anche questo un po’ cozzerebbe con il decreto di cui sopra dove l’ospedale civitanovese dovrebbe per l’utenza che copre,
rimanere ospedale con Pronto Soccorso e reparti di medicina, chirurgia, cardiologia ecc.
Ho delle perplessità sull’opportunità di realizzare tale struttura separata o comunque non contigua ad un ospedale generale che offrirebbe tutti i servizi e l’assistenza polispecialistica di cui i malati COVID hanno bisogno. Anche a Napoli la nuova struttura terapia intensiva-subintensiva dedicata al COVID è contigua all’ospedale del mare. In Emilia Romagna stanno potenziando al riguardo i 6 ospedali maggiori al fine di poter essere attivi anche per altre regioni in caso di nuove epidemie o catastrofi. In Cina hanno smobilitato le due strutture create nella fase di massima necessità, e per il futuro attrezzano gli ospedali esistenti. I reparti intensivi fatti in poco tempo non contigui ad ospedali generali complessi hanno senso nell’emergenza non prevista ed in cui ci si trovi impreparati; prepararsi per il futuro in tal modo credo che non sia la scelkta migliore. Si sta arrivando tardi per l’attuale epidemia e in modo improprio per futuri fabbisogni. L’espertice di un reparto ospedaliera è fondamentale ed è forse la carateristica più importante che incide sulla efficacia delle cure somministrate. L’espertice è data dalla qualità e dall’affiatamento dell’equipe che vi opera. Ecco perchè al riguardo si sceglie di attrezzare potenziare gli ospedali principali esistenti. Essi in casi di bisogno (epidemie, catastrofi,) potranno essere integrati con nuovo personale sanitario che si troverà ad operare insieme ad equipe molto qualificate e nell’ambito di strutture,come si usa dire,
ecellenti.