«Sottoscrizione e poi via ad una raccolta firme per dire no alla localizzazione a Civitanova dell’ospedale delle emergenze». Porta le firme di Ivo Costamagna e di altri socialisti, dell’ex sindaco simbolo del terremoto Venanzo Ronchetti e anche di alcuni medici come Ada Stefoni, Giovanni Garofolo e Pierdomenico Pierluigi un appello diffuso in questi giorni dall’ex presidente del consiglio comunale che alza una voce dissonante, in contrasto con la scelta della Regione di realizzare alla nuova fiera i 90 posti di terapia intensiva.
«E’ una scelta che ritengo sbagliata – incalza Costamagna – per i malati, che verrebbero spostati lontani da quella che attualmente è la zona più colpita dalla diffusione del virus, il nord delle Marche, e quindi dalle loro case e dai loro cari. Tutti dovremmo poi operare perché il virus non si estenda anche nelle zone meno colpite. Inoltre gli ospedali, è ormai scientificamente provato, in Lombardia sono stati centri di incubazione e diffusione del virus stesso». Costamagna sottolinea poi anche i dubbi sull’agibilità della struttura: «ma ora tutto risolto in una notte? Concludo con un invito agli amministratori locali e regionali ad un supplemento di riflessione e ad un ripensamento che tenga nella dovuta considerazione anche la garbata ma estremamente significativa differenziazione posta in essere dai più importanti imprenditori marchigiani di cui va compresa la ragione profonda». «Se la struttura d’urgenza va realizzata essa deve essere collocata nell’ala attualmente inutilizzata dell’ospedale già esistente- aggiungono i firmatari – concentrando così in un unico complesso già perfettamente funzionante tutti i servizi e reparti necessari all’emergenza, successivamente riutilizzabili. I 12 milioni di euro che dovrebbero essere spesi vanno investiti per implementare, accrescere e migliorare la fruibilità e qualità dei servizi ospedalieri già erogati dalla struttura di Civitanova ad un bacino di utenza sempre più in crescita. Questa è la soluzione più intelligente e responsabile, che evita di esporre una zona ad altissima vocazione commerciale, prossima al centro abitato ed ai nodi stradali di elevatissima intensità di traffico, ai rischi connessi alla gestione pratica dell’emergenza. Per questo diciamo no alla realizzazione della struttura negli spazi della fiera».
Il documento è firmato da Sara Antonini, Paolo Antonini, Alessandro Brandoni, Paolo Caporelli, Giovanna Capodarca Agostinelli, Carlo Alberto Centioni, Ivo Costamagna, Stefano Forani, Giovanni Garofolo, Federica Garofolo, Simone Iualè’, Alberto Lattanzi, Francesco Mantella, Antonietta Micucci, Lia Marchetti, Roberta Paolucci, Mario Perugini, Floriana Pigliacampo, Pierluigi Pierdomenico, Amedeo Regini, Venanzo Ronchetti, Giuseppe Spernanzoni, Antonella Sargentini, Riccardo Latini, Ada Stefoni, Tiziana Streppa, Roberto Vezzoso, Luciano Vita.
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A volte ritornano! I politici! Socialisti! Raccolta di firme! Le donazioni dei privati per fare questo ospedale alla fiera come al solito lo decidono quelli che non hanno donato, dove e come farlo!
Sig. Andrea Monachesi lei deve essere un po’ disattento perché io non “ritorno” per il semplice motivo che non me ne sono mai andato. Ho sempre continuato la mia attività, sociale e politica, sia nelle Istituzioni o anche fuori dalle stesse. Per tanti anni, infatti, ho dovuto combattere per dimostrare la Verità della mia Onestà che alla fine si è affermata e… passata in giudicato. L’attività politica e le battaglie che ho condotto non mi hanno di certo arricchito come sa bene chi mi conosce. Comunque, se vorrà, su tutto questo ed altro ancora la invito sin d’ora a discuterne, pubblicamente e di persona, in occasione della presentazione del libro che, purtroppo, sto ancora scrivendo e che avrà un titolo esemplificativo: “SOCIALISTA PER SUA STESSA AMMISSIONE”. Per il momento “risparmi” i… punti esclamativi, potrebbero dimostrarsi totalmente sbagliati e fuori luogo. Per quanto riguarda il merito della questione che stiamo trattando le confesso di non essere riuscito, sicuramente per mia incapacità, a capire quale sia la sua posizione. Quando non capisco, come quando non conosco, evito di parlare. Colgo invece l’occasione per ringraziare tutti i firmatari del Documento ed anche i tanti che avrebbero voluto farlo ma con cui non ci siamo potuti raccordare nelle condizioni precarie in cui ci troviamo e nelle poche ore che abbiamo avuto a disposizione. Sono certo che capiranno e che avranno, sin dalle prossime ore, con la raccolta delle firme attraverso, necessariamente, una Petizione online, l’occasione per esprimere il proprio consenso a questa posizione. Sappiamo anche che qualcuno dice che la Petizione potrebbe non avere risultati immediati perché il “decisore finale” vuole andare avanti ad “ogni costo”, allo stesso modo dell’Ospedale Unico Provinciale, una follia come questa pandemia ci sta dimostrando in Regioni considerate di riferimento come la Lombardia. Ammesso e non concesso che la Petizione possa non avere risultati immediati, firmare, anche in questo sciagurato caso, non sarà affatto inutile perché, superato l’attuale tsunami, i nodi arriveranno al pettine e, come sempre, LA VERITÀ SARÀ FIGLIA DEL TEMPO. Il nostro obiettivo è e resta, però, quello di FERMALI ADESSO magari aiutati anche da qualche accadimento “esterno”. IL PREZZO DA PAGARE POTREBBE ESSERE TROPPO ALTO PER ACCONTENTARSI DI AVER RAGIONE “DOPO”. Concludo con un particolare ringraziamento ai componenti del Comitato Cittadino ed alla Vice Presidente Regionale dei “COMITATI DI DIFESA DEGLI OSPEDALI PUBBLICI” che hanno voluto essere tra i promotori di questa iniziativa. La nostra battaglia comune va avanti anche perché ormai è supportata da ciò che sta tragicamente accadendo proprio in Lombardia dove quel modello accentrato solo su Ospedali di Eccellenza (almeno li esistono davvero) si è dimostrato sbagliato e da superare con una rete diffusa sul territorio. ERRARE È UMANO, PERSEVERARE È DIABOLICO. Ne riparleremo, speriamo.
Il sindaco Costamagna potrebbe chiedere un sostanzioso contributo al figlio di Bettino Craxi ,in quanto il padre ne ha lasciati tanti a Lui e a Sua sorella che non sa come spenderli.
Forza Ivo fatti avanti!!
Tutti sanno ormai che quanto da lei scritto Sig. Avallone non solo è completamente falso ma anche calunnioso. Per questo l’unica cosa che farò è quella di girare le sue affermazioni ai figli di Craxi. Decideranno loro se tutelarsi nelle sedi opportune o se lasciarlo in quella, ormai sempre più ridotta, minoranza rancorosa che vive ancora con le menzogne propagate negli anni della falsa rivoluzione giustizialista. La verità storica ha già spazzato via i suoi insulti.
Vorrei solo capire una cosa (non voglio criticare), ma questo ospedale che verrà fatto all’ente fiera non potrebbe tornare utile, quando i casi di Covid diminuiranno, lasciando l’ospedale civico di Civitanova Alta e Villa Pini libero dalle persone malate di Covid, per tornare a curare noi Civitanovesi e tutte le persone delle zone limitrofe.
Ripeto non voglio creare critiche ma fare solo discorsi costruttivi.
l’articolo 32 della nostra Costituzione, che tutela il diritto alla salute, è più che mai
discusso, non si determina una visione obiettiva dell’insieme perché, spesso, l’interesse dei politici si stratifica
delegittimando di conseguenza il futuro in sanità di cui non esiste un progetto valido, perché non policentrico.
Siamo convinti che gli ospedali, oltre ad essere potenziati, debbano interagire in una sorta di patto etico –
di rete, come si usa dire – tra la costa e la montagna, patto che escluda la competizione campanilistica. Infatti,
tutti i nosocomi sono strategici e importanti, per cui è necessario avere una visione d’insieme che non includa
il profitto.
Ci congratuliamo con chi espone i numeri dei finanziamenti, non facilmente reperibili, con precisione e
dovizia di particolari ma ci dispiace che se ne siano accorti proprio ora. Da molto tempo, almeno dal 2010,
stiamo evidenziando che noi paghiamo il servizio sanitario almeno 2 volte, uno con le convenzioni che si
sostanziano nei finanziamenti pubblici, l’altro quando paghiamo le prestazioni ( o il ticket).
Sono lontani i tempi di Tina Anselmi e il suo S.S.N. pervaso dalla profonda determinazione di raggiungere
il bene comune. I finanziamenti asimmetrici non sono nulla rispetto al futuro della sanità che si preannuncia
grigio senza prospettive.
Le cliniche private dovevano, a nostro avviso, essere (se necessario) precettate per ospitare i pazienti “covid
19” anche se spesso non hanno reparti di terapia intensiva, al massimo, di semintensiva.
Ci sono state grandi perplessità nei trasferimenti dei pazienti, costretti a fare pericolosa transumanza da
una struttura sanitaria ad un’altra: inoltre, anziché spendere risorse per realizzare il progetto dell’ospedale in
fiera sarebbe stato assai più opportuno attivare le cure domiciliari e spendere denaro per effettuare dei
tamponi, se necessario porta a porta.
Egregi Signori, non demonizziamo neanche i privati e, in questo momento di necessità, ci sono anche gli
ambulatori privati di analisi, usiamoli!.
Per questi motivi, condividiamo quanto affermato Dal dott. D’Ambrosio, Maffei e la segretaria CGL
Barbaresi sulla necessità della trasparenza e sui numeri dei malati, che naturalmente conosceremo solo alla
fine.
I tamponi devono essere effettuati, per primi, al personale sanitario deve avere però, in ogni caso, i mezzi
per difendersi, cioè tutti i presidi sanitari adeguati.
Rivendichiamo la necessità di eseguire tamponi “a tappeto” e di conoscere se i posti letto – finita
l’emergenza – saranno poi restituiti all’ospedale di Civitanova, nonchè di essere informati sulla fine che faranno
i finanziamenti al privato se, malauguratamente, i previsti 100 posti non saranno realizzati.
Il fare – senza discussione, senza dibattito e senza i numeri, (se paragoniamo la totalità dei marchigiani ai
milioni della Lombardia) – induce una profonda tristezza dettata dal comune sentire il diritto alla salute come
patrimonio della nazione non come cavallo di battaglia, più o meno nascosto, di campagna elettorale
mascherata da buone intenzioni.
Signori, il fare e, soprattutto, il fare male, potrebbe pregiudicare l’obiettivo principale che è garantire il
diritto alla salute come esigenza primaria dei cittadini, esigenza che il nostro ministro ha a cuore anche in
maniera garbata, specifica e puntuale.
In conclusione, intendo fare un doveroso ringraziamento a tutto il personale sanitario (medici, infermieri
,OSS, autisti) che, con spirito di sacrificio ed abnegazione, Fanny quotidianamente il proprio dovere pur
correndo il rischio di contagiare i propri cari.
Lavorando uniti, insieme, sono sicura che ce la faremo!
Comitato Provinciale Pro bene Pubblici
Giovanna Capodarca-Agostinelli
Vice presidente pro ospedali pubblici regione marche
Valentino Mercoldi , purtroppo no perché quella che si vuole fare alla Fiera è esclusivamente una struttura per le terapie intensive e, quindi, l’Ospedale di Civitanova resterà destinata ai malati Covid che non necessitano della terapia intensiva dove, perciò, non si potranno curare, non si sa per quanto tempo, tutte le altre patologie. Questo, tra le tante altre cose, rende ancora più (apparentemente) incomprensibile il perché non sia voluta attrezzare l’ala attualmente vuota dell’Ospedale stesso che sicuramente avrebbe potuto usufruire dei reparti funzionanti nella struttura ospedaliera collegata. Si sarebbe così evitato di impegnare un’area come quella della Fiera che si trova vicinissima al centro commerciale del Cuore Adriatico, al Palazzetto dello Sport, a tante altre attività commerciali ed al nodo strategico dell’autostrada/superstrada, insomma un punto fondamentale per la vita di Civitanova e dell’intera zona. Mi fermo qui perché, seguendo il suo giusto consiglio, occorre evitare le polemiche e fare discorsi costruttivi. Cosa questo comporterebbe è facile dedurlo ma come sempre la “Verità sarà figlia del tempo”. Il pericolo è che, però, nel frattempo il prezzo sanitario, economico e sociale da pagare sia molto alto. Per questo con la Petizione vogliamo stimolare un ripensamento “operoso” che possa far cambiare questa scelta ad… alto rischio.
Quante parole!!!!!!!!!!
…… e poi?