Nonna Lu
di Marco Ribechi
E’ stato duro e faticoso ma alla fine ce l’hanno fatta. Le mascherine che sono arrivate dalla Cina, e stanno per essere consegnate al comune di Macerata, non sono semplici aiuti ma un vero e proprio atto di amicizia intercontinentale, con un grande valore sentimentale: «Una donna, Yang Rui Feng, senza conoscere nulla delle Marche ha donato 8mila maschere perché riteneva importante aiutare gli amici italiani – spiega in collegamento dagli Stati Uniti Sue Su, presidente di Via Soccer, associazione responsabile della spedizione – C’è una famiglia di cinque generazioni la cui nonna di 94 anni ne ha raccolte da sola 3mila, poi ha coinvolto i familiari e sono arrivati a 10mila e ottocento». Nonna Lu, questo il suo nome, negli anni passati ha ospitato alcuni ragazzi maceratesi durante dei gemellaggi e vive la situazione italiana con molta apprensione. «Chiede in continuazione se le mascherine sono arrivate – continua Sue Su – La sua famiglia ha donato una parte del suo terreno per celebrare l’affetto che lega Cina e Italia e al suo centro è stato piantato l’albero dell’amicizia alla cui cerimonia aveva partecipato anche il sindaco Romano Carancini».
Attualmente la Cina sta inviando materiale a tutto il mondo non solo all’Italia, e agevolare questo processo è veramente molto complesso e incerto: «Il governo ha annunciato che invierà un solo aereo cargo la settimana per nazione (per tutto il made in China) – prosegue Sue Su – quindi le spedizioni sono ridotte al mimino. Ci sono cinque tipi differenti di mascherine e tre livelli di controllo perché non si vuole correre il rischio di inviare materiale non idoneo. Infatti, come in Italia, anche in Cina alcune aziende si sono riconvertite per produrre mascherine». Il lavoro di Via Soccer è iniziato il 12 marzo e si dovrà concludere domani, con la consegna della parte restante delle 95mila mascherine fornite da Taicang. «E’ quasi come spedire oro – dice Sue Su – alcune persone hanno fatto anche 4mila chilometri per raccogliere il materiale destinato a Macerata. Per i cinesi è come se fosse una questione di famiglia, è stata necessaria più di una settimana per trovarle tutte, con oltre 100 persone coinvolte».
Sue Sue e Dario Marcolini di Via Soccer
Una parte, 58mila pezzi, è già arrivata Recanati (leggi l’articolo): «Con quelle siamo stati fortunati, è stata rapidissima perché diretta su Milano – spiega Sue Su – le restanti invece sono atterrate il 24 marzo a Francoforte e per arrivare a Milano hanno impiegato 7 giorni con il pericolo che venissero sequestrate. Il prezzo di spedizione è aumentato di 4 volte. Poi da Milano a Macerata altri 4 giorni, ecco perché hanno un po’ tardato, però ora ce l’abbiamo fatta. Le consegneremo al Comune che deciderà come distribuirle». La generosità cinese però non finirà con questa spedizione: «Vorrei far capire ai maceratesi e alle aziende locali che il popolo cinese prende l’amicizia molto sul serio – conclude Sue Su – l’aver spedito le mascherine significa che, quando sarà possibile, molte persone organizzeranno dei gruppi di viaggio per venire a vedere il posto con cui sono in contatto. Alcune aziende potrebbero cercare dei partner e li andranno a cercare proprio dove hanno vincoli di amicizia. Potrà essere un’opportunità per ripartire, si pensa che gli scambi culturali non portino niente ma invece vanno considerati come degli investimenti a lungo termine, specialmente per i giovani».
Grazie nonna Lu !!
Grazie nonna Lu !!!
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Solidarietà apprezzabile fra diversi paesi e dalla Cina, come ben spiegato da Marco Ribechi nell’articolo, però vorrei ribadire che è un errore per i paesi occidentali, sopratutto l’Europa più debole per le diverse posizioni rispetto agli USA ed al GIAPPONE, essere diventati nel corso degli ultimi 30 anni progressivamente dipendenti/consumatori dalla CINA “FABBRICA DEL MONDO” dopo l’ingresso nel WTO, errore evidenziato proprio in questa emergenza sanitaria per la quasi assoluta mancanza iniziale di mascherine sanitarie ed altri dispositivi protettivi perché, come riferito su RADIO 24, la CINA ha avuto il monopolio mondiale come produttore. Ciò ha generato conseguenze molto negative soprattutto negli ospedali con medici ed infermieri sprovvisti delle necessarie protezioni che hanno pagato un prezzo elevatissimo con oltre 100 morti e migliaia di infettati. Solo con la riconversione di molte aziende industriali ed artigianali nazionali si sta quasi normalizzando le necessità.
Spero che questa emergenza sanitaria quando sarà finita abbia almeno come conseguenza positiva il rientro in Italia e negli altri paesi europei di aziende operanti in diversi settori come il calzaturiero per le nostre zone.