Da sinistra: Lucky Awelima, Innocent Oseghale, e Desmond Lucky
di Gianluca Ginella
Un etto di eroina nella casa del delitto: due dei nigeriani accusati dell’omicidio di Pamela Mastropietro, Lucky Awelima e Innocent Oseghale, saranno interrogati la prossima settimana per la presunta detenzione dello stupefacente (episodio che risalirebbe al 22 gennaio scorso). Venerdì fissate invece le udienze al tribunale del Riesame, ad Ancona, per Awelima e il terzo indagato, Desmond Lucky. Il compagno di stanza di Awelima all’hotel Recina di Montecassiano, racconta che il 27enne la sera del 30 gennaio rientrò alle 20,30, come sempre, ed appariva tranquillo.
Simone Matraxia
Lucky Awelima e Innocent Oseghale saranno interrogati la prossima settimana per circa 100 grammi di eroina che avrebbero detenuto nell’appartamento di via Spalato 124 dove Oseghale abitava e dove è stata uccisa Pamela Mastropietro il 30 gennaio scorso. La detenzione di droga che viene loro contestata risale al 22 gennaio scorso, dunque a 8 giorni prima che la 18enne di origine romana venisse uccisa. La notifica della richiesta di interrogatorio è stata notificata ai legali di Oseghale, gli avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi, e di Awelima (assistito dall’avvocato Giuseppe Lupi). Per il primo l’interrogatorio è fissato il 16 marzo, per il secondo si svolgerà il 15. «La contestazione nasce da una foto trovata sul cellulare del mio assistito, in cui si vede un bilancino con la droga. Ma c’è da vedere se quella sia casa di Oseghale e se la foto l’abbia scattata lui o, per esempio, l’abbia scaricata da internet» spiega l’avvocato Lupi. Il legale venerdì sarà al tribunale del Riesame di Ancona per l’udienza in cui chiederà la scarcerazione del suo assistito.
Giuseppe Lupi
«La richiesta verte sul fatto che non ci sono gravi indizi di colpevolezza e non esiste il pericolo di fuga – dice l’avvocato Lupi –. Awelima è stato individuato solo per contatti telefonici che lui comunque aveva abitualmente con gli altri due. Altro elemento la cella telefonica, che però copre un’area molto ampia. In più lui e Desmond Lucky il 30 gennaio si sono sentiti 2 volte: verso mezzogiorno e poi verso le 15 e entrambi agganciano la cella di via Spalato. E’ inverosimile che fossero nella stessa casa». Il legale spiega inoltre che non sussiste, a suo parere, il pericolo di fuga anche perché «se commetto un delitto e il mio complice viene arrestato non aspetto 9 giorni per andarmene. Lui quando è partito lo ha fatto per incontrare il fratello e perché non vedeva la moglie da parecchio tempo. I biglietti per la Svizzera poi non li ha mai fatti e non è chiaro se a Chiasso dovesse andare lui o un suo amico».
Gianfranco Borgani
Sempre venerdì si svolgerà l’udienza del Riesame anche per Desmond Lucky. «Sosterrò la labilità degli indizi a carico del mio assistito – dice l’avvocato Gianfranco Borgani che difende Lucky –. A mio giudizio non c’è prova sia stato in quella casa, né che abbia conosciuto la ragazza, né che abbia partecipato all’occultamento del cadavere. Le celle telefoniche inoltre danno un giudizio di probabilità, non di certezza. E poi ci sono le numerose telefonate che ha fatto tra le 12,30 e le 16,30 del 30 gennaio: una cosa che si sposa male con quanto gli viene contestato». In quelle ore Pamela sarebbe stata uccisa e il corpo fatto a pezzi. «Siamo in attesa di conoscere quali sono le prove a carico, i Ris sono stati nella casa di via Spalato il 31 gennaio e ormai è passato un mese. Credo che a questo punto sia normale che ci dicano che prove hanno, o sennò che scarcerino il mio assistito, o che almeno possa andare ai domiciliari» dice l’avvocato Borgani.
Per quanto riguarda Awelima, il compagno di stanza dell’Hotel Recina, dove il 27enne era ospite, ha riferito che la sera del 30 gennaio il giovane era rientrato alle 20,30 ed era apparso tranquillo. Ha inoltre detto che di solito il 27enne tornava verso quell’ora quando andava a Macerata perché prendeva l’ultimo autobus.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Poi continuate a chiedervi perché a Macerata vince la Lega? La comunità s’è stufata del buonismo firmato PD. È ora di farla finita! È ora di farla finita dicendo ” ma poveracci che devono fare scappano dalla guerra bla bla bla…” Chi scappa dalla guerra dovrebbe essere una persona sensibile e pacifica! No uno spacciatore o ancor meglio un macellaio. BASTA!
Bàh che robba! non so se sono peggio gli assassini o gli avvocati che li difendono. Io manco morta di fame e di stenti ,se fossi un avvocato, un tutore della legge per mestiere, assisterei certi individui come i 3 spacciatori ed assassini in causa con prove così schiaccianti. Questione di stile e di etica professionale che i due avvocati alla loro difesa, evidentemente non hanno.
Non capisco come sia possibile che la cooperativa d’accoglienza paghi il triplo dei 35 euro giornalieri per ospiti alloggiati in strutture alberghiere!?!
Visto che l’eroina si misura – come l’oro e altri materiali preziosi – in grammi, 1 etto dovrebbe costare ‘tanto’. Quanto?
@Tamara Moroni
“… o gli avvocati che li difendono…” Per esperienza del tutto personale, che per ovvi motivi, le potrò confessare solo di persona, (sono su facebook) le accennerrò comunque. Il difensore viene concesso d’ufficio salvo diversa disposizione dell’indagato che, come in questo caso, potendo avvalersi del patrocinio a spese dello Stato (https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_3_7_7.page) in quanto nullatenenti nulla hanno da eccepire ne l’indagato ne l’avvocato al quale “piove” dal cielo un cliente. Se poi l’avvocato, non sarà questo il caso, ma magari come si dice a Macerata “ce pò fa na barza” in nero ben venghino tale opache situazioni.
Per Moroni. Scusa, ma quale è per te il limite “lo difendo/non lo difendo”? Faccio un esempio: se la pena prevista per il reato fosse per ipotesi 20 anni lo difenderesti?
Claudio Fabbrizio, sentiamoci volentieri in privato, ma NON E’ VERO che può trattarsi di patrocinio gratuito, per almeno Oseghale, con ben 2 avvocati in difesa ora , cosa non prevista per legge averne due per chi avesse finanche i requisiti del patrocinio gratuito per reddito , cosa che lontanamente peraltro avrebbe diritto Oseghale,non essendo né cittadino italiano nè con regolare permesso di soggiorno, e nè tantomeno come condannato con sentenza definitiva per spaccio di stupefacenti. Per il patrocinio gratuito non ha uno che uno dei requisiti di legge. Punto. Quindi qualcuno paga per lui le spese legali . Forse la moglie? la famiglia della moglie? Buon per lui.
Iacobini. Non sarò un’aquila, ma penso bene che nessun avvocato alla difesa ” lavori” per far prendere 20 anni di galera al proprio assistito ma piuttosto far sì che abbiano una pena inferiore, fino al punto della richiesta di scarcerazione come leggiamo sopra. Per cui no, non li assisterei mai, no.
Questo è quanto prescritto per legge, non lo dice Tamara Moroni, ma la legge italiana. Basta solo questa mancanza di requisito ,oltre gli altri mancanti, per escludere che Oseghale possa godere del patrocinio gratuito. Levatevelo pure dalla testa! Qualcuno paga per lui le spese legali. Chi, non lo so.
“Possono richiedere l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato:
i cittadini italiani
gli stranieri, regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale al momento del sorgere del rapporto o del fatto oggetto del processo da instaurare
gli apolidi
https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_3_7_2.wp
Per Moroni. Se l’avvocato difensore si chiama Massimo Della Pena si deve accontentare di quello che il giudice infligge!
Hé? Non ti capisco! Massimo della Pena sarà dal PM ,sarà dall’accusa , nel caso : o no? Massimo Della Pena richiesta dal difensore…non s’è mai sentito finora.
Per Micucci. Forse il coefficiente e’ agganciato a quello che determina gli stipendi: nel caso degli stipendi il coefficiente è 6.