di Gianluca Ginella
Pamela, nell’attesa dei risultati dei Ris restano i dubbi sull’omicidio della 18enne romana: «Sono convinto che c’è una quinta persona, che è probabile sia l’autore del misfatto» dice l’avvocato Gianfranco Borgani, che assiste Desmon Lucky, 22, uno dei tre fermati per il delitto della ragazza. Intanto il tribunale dei minori di Ancona ha revocato ad Innocent Oseghale (che da oggi è assistito, oltre che dall’avvocato Simone Matraxia anche dal legale Umberto Gramenzi), la possibilità di avere contatti con la figlia e di poterla contattare senza l’autorizzazione del magistrato di sorveglianza. Per il terzo indagato, Lucky Awelima, 27, il legale farà ricorso al riesame per chiedere la scarcerazione o una misura meno afflittiva del carcere.
«Mi sono fatto l’idea che i profili dei quattro indagati (il quarto, secondo quanto emerge dalle indagini, ha una posizione marginale, ndr) non corrispondano a quella di un freddo esecutore, quantomeno per il dissezionamento. Secondo me va cercato chi ha operato. C’è una ragionevole possibilità che ci sia una entità, un altro soggetto che poi ha avuto la capacità di intervenite in quella maniera definita sorprendente dallo stesso medico legale» dice l’avvocato Borgani. Alcuni dubbi del legale riguardano i trolley: «Bisogna dare una risposta plausibile sulle valigie, a parte che non si capisce perché è stata ridotta in quelle condizioni, non ha senso che vengano abbandonate. Semmai le potevano buttare in un fosso, da un ponte».
Altre questioni: «per quello che riguarda la persona che difendo, ci sono indizi che non sono così univoci. Sulla valigia (una di quelle in cui è stato trovato il corpo della ragazza, ndr), ad esempio, c’è una foto in cui si vede che è di Oseghale – continua Borgani -. Inoltre il riconoscimento dei titolari del negozio dove hanno comprato la candeggina (Oseghale e Desmond Luscky, ndr) non si sa come è stato fatto, il giudice nell’ordinanza di convalida dei fermi dice che lo scontrino è addirittura del 29 gennaio (la ragazza è stata uccisa il 30 gennaio, ndr)». Il legale oggi ha incontrato in carcere il suo assistito: «Lui continua a dire che non ha ucciso la ragazza. Insiste dicendo: “non sono mai entrato in quella casa, mai visto quella ragazza”. Nega anche di averle spacciato la droga» spiega Borgani.
Lucky inoltre dice che il 30 gennaio «all’ora di pranzo è stato in un negozio etnico vicino a via Spalato, e dice di essersi fermato lì un paio d’ore e poi è andato a casa». Anche l’avvocato Giuseppe Lupi, che assiste Lucky Awelima, ieri è stato in carcere a trovare il proprio assistito: «Mi ha ribadito le stesse cose, vorrebbe parlare con la moglie. La moglie non ha capito quello che è successo, pensa che stia dentro per spaccio. Mi ha chiesto se ci sono i risultati delle impronte. Farò ricorso al riesame per chiedere scarcerazione o misura meno afflittiva». Intanto da oggi Innocent Oseghale ha un nuovo difensore: si tratta dell’avvocato Umberto Gramenzi che affiancherà Simone Matraxia per assistere il nigeriano. Al nigeriano oggi il tribunale dei Minori di Ancona ha notificato nel carcere di Ascoli la revoca alla possibilità di avere contatti con la figlia (nata lo scorso anno) e di poterla contattare senza l’autorizzazione del magistrato di sorveglianza.
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Riprende forza l’ipotesi del suicidio anche se la modalità lascia ancora qualche dubbio. Ma andando avanti gli avvocati ci spiegheranno la tecnica usata. Forse qualche volta sarebbe meglio tacere qualcosa su questa vicenda che sta assumendo connotati assurdi per non dire ridicoli.
si c’è Salvini avvocato
Quelli, in Italia, non parlano e dopo le elezioni torneranno liberi. A meno che non si trovino prove schiaccianti che li incastrino in tribunale. In Nigeria dopo mezzora avrebbero raccontato tutto. Avrebbero raccontato tutta le loro vita passata, fino al loro concepimento.
Comunque, Gianfranco Borgani pone quesiti interessanti, da non sottovalutare.
Se fegato, cuore e organi sessuali sono stati trovati al loro posto, non significa che non siano stati fatti riti esoterici… Infatti, in determinati riti vengono utilizzati quelle emissioni psichiche che sono emesse da chi sta morendo di morte violenta.
Infatti, come dice anche l’avvocato Borgani,non ha senso aver abbandonato le valigie in strada dopo averla ridotta in quelle condizioni. A meno che, stia proprio lì il senso. E’ stato casuale il loro abbandono in quel punto a Casette Verdini? O quello potrebbe essere un segnale importante ? che dice il tassista camerunense in proposito? se ben ricordo, quando venne chiamato da Oseghale, era per accompagnarlo con i due trolley fino a Tolentino, poi non si è capito perché, lo ha fatto fermare prima. E perchè, però, da Macerata voler arrivare fino a Tolentino, e perché proprio Tolentino, quando per disfarsene gli sarebbe bastato lasciarle in un qualsiasi posto in città senza dover prendere un tassì, col rischio di essere subito scoperto e denunciato dall’autista? come effettivamente pare sia stato. Azzardo un’ipotesi. Non sarà, che lo scopo di quella mossa per lui sbagliata, e apparentemente da stupidi per chi trasporta un cadavere in due valigie e che non vorrebbe certo venire scoperto, sia stata dettata dal voler ” riconsegnare” il corpo di Pamela a qualcuno che sta entro quel tratto di strada fino a Tolentino ?? Allora sì, avrebbe avuto un senso, prendersi per lui il disturbo di chiamare un taxi e rischiare. Per me c’è un legame e per niente casuale nel ritrovamento da quelle parti.