di Marco Ribechi
Abbasso i fascisti. Sarebbe bello se per risolvere i problemi di Macerata bastasse scendere in piazza e gridare slogan al megafono, scovando e annientando, almeno a parole, il proprio nemico. Nella modernità liquida anche la cultura e le ideologie diventano una merce da mostrare per apparire a tutti i costi, per essere certi di appartenere a un gruppo e non essere soli. Certezze poi confermate con selfie vari e post condivisi sui social. Mentre a destra si punta sul boldriniano nemico straniero e lo slogan è qualcosa del tipo “Mandiamoli tutti a casa” o “Stop all’immigrazione” (utopia alla stregua di viva la pace) a sinistra si riparte dal vintage “Abbasso i fascisti” oppure “Viva l’Italia che accoglie”. Sia chiaro, non si tratta di equiparare fascismo e antifascismo. Il proemio è che non solo è giusto manifestare contro il fascismo ma è anche un dovere costituzionale. Va fatto però a ragione, non per ideologia.
Detto questo è impossibile non vedere due gruppi ideologicamente contrapposti che usano la stessa inutile modalità espressiva. Come due suocere che si litigano il diritto di fare ordine nella casa dei novelli sposi, lo scontro ideologico continua a produrre vuoto e contrasto. E in questo marasma il potere ci sguazza perché viene rafforzato dalla richiesta delle due parti di sconfiggere l’uno o l’altro nemico. Se ancora non fosse evidente in Italia di potere ce n’è solo uno, cangiante e multicolore. Mentre le suocere fanno ordine da un lato e dall’altro nel mezzo regna il caos più totale che nessuno vuole realmente vedere perché accecato dalle provocazioni della fazione opposta. Per la mente umana è molto più facile rafforzare le proprie convinzioni piuttosto che interrogarsi con domande scomode. Ma le domande vanno poste se si vuole evolvere in qualche modo e visto che a salvare Macerata dalla sua deriva fascista (che conta probabilmente meno di 30 persone) sono arrivati in circa 20mila, credo che i quesiti vadano posti in primis al corteo.
La sacrosanta ideologia antifascista è stata usata da un inutile corteo per mascherare l’ipocrisia dei veri mostri dell’orrore maceratese e italiano che si chiamano: droga, sfruttamento della migrazione e illegalità. Tutti temi su cui uno Stato latitante, burocrate e incompetente fa orecchie da mercante. A lui, vero colpevole, non viene mai chiesto conto perché i vari movimenti, quando non collusi, sono troppo impegnati a puntare il dito contro il loro nemico-fratello. Per quanto riguarda la droga è agghiacciante che una madre affidi una figlia problematica, tossicodipendente e poco più che 18enne a un programma di recupero e se la veda recapitata morta dentro due valigie più drogata di prima, dopo che ha passato una dubbia notte nelle campagne maceratesi. Al di là delle responsabilità della Pars che saranno accertate dagli organi competenti è lecito più di un dubbio sul modo in cui l’Italia affronta la tossicodipendenza. Stato colpevole e latitante.
Fronte numero due: per quanto sia bello gridare che siamo tutti fratelli è impossibile non vedere che c’è un problema migrazione. Se da un lato è lodevole il voler assistere i tanti disperati che sbarcano nel meridione, guerre o non guerre non ha importanza, dall’altro è necessario chiedersi che fine fanno gli stessi quando terminano i progetti di accoglienza che, si sa, sono temporanei. Il migrante si ritrova senza permessi, senza soldi e senza lavoro. O è un santo nel vero significato della parola oppure diventa una pedina nelle mani della criminalità organizzata. Per questo tanti stranieri illegali spacciano: ricordiamo che senza la mafia in Italia sul fronte droga non si muove una foglia. Il vero fascismo è fare un’accoglienza che fornisce alle mafie manodopera a costo zero. Gli stessi migranti integrati e regolari chiedono più controlli perché, riversando nelle strade una marea di poveri, sono loro i primi ad essere vittime dei pregiudizi. Allora caro corteo se sei contro il fascismo devi anche essere contro lo schiavismo generato da questa accoglienza marcia. E il bello è che ci spendiamo pure un sacco di soldi. Stato colpevole e latitante e corteo cieco. Inoltre chi lavora nei servizi sociali sa benissimo che non vengono assunte figure professionali adeguate ma nel migliore dei casi si affida quella che dovrebbe essere una grande competenza alla sensibilità individuale, spesso assumendo amici degli amici. Il costo sociale di questo gioco a ribasso, nell’accoglienza come nella tossicodipendenza, è altissimo. La corsa agli appalti degli anni ’60 è stata sostituita dalla corsa ai servizi sociali che sono di fatto la nuova edilizia. Dopo aver distrutto il territorio distruggiamo anche il nostro tessuto sociale.
Terzo punto: ma come è possibile che tutti i delinquenti sono persone che erano già state arrestate e poi rimesse in libertà? A questa banale domanda dell’uomo comune non viene data mai una risposta. Forse le carceri sono piene, costruiamone altre. Il sistema di leggi non è adeguato, non mi risulta che Mosè l’abbia ricevuto nelle tavole, si può cambiare. Stato colpevole e latitante. E tre. Il prezzo di tutto questo viene pagato con violenza, morti, omicidi, rapine, paura, tensione sociale, militarizzazione delle strade, sperpero di risorse e di conseguenza più tasse. Cioè il frutto del nostro lavoro viene utilizzato per farci vivere male e per far morire ragazze come Pamela. Il fatto che tutto sia contenuto nello stesso episodio di Macerata sembra quasi dettato dalla regia di qualche entità diabolica ma questa è l’Italia. Chi ci guadagna? Mafie e politici corrotti. E’ a loro che conviene questo caos, e forse, a voler mettere la pulce, è per questo che nessuno può cambiare niente. Vista da questa prospettiva la diatriba fasci – antifa è una litigata tra bambini al campo di calcio. Per tutto questo speravo che la manifestazione venisse fatta a Roma, tutti insieme e per la legalità; la richiesta di uno Stato giusto e etico dovrebbe mettere tutti d’accordo. Invece si continua a cercare il nemico tra il popolo lasciando il malaffare libero di agire. Quando si inizierà a chiedere allo Stato di assumersi delle responsabilità? Quando si smetterà di scaricare i doveri della cittadinanza su un principe machiavelliano che magicamente arriverà a sistemare tutto come vuole la retorica politica degli ultimi 25 anni?
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Finalmente qualcuno che parla e scrive con equilibrio e con una logica razionalità
Caro Marco Ribechi,
il tuo è un grido: lucido e innamorato, schietto e disperato, innocente e inconfutabile. Tutto vero, quello che scrivi. Tutto condivisibile. Un grido che non ha nomi e cognomi da sputtanare, ma nemmeno spettri ideologici da risuscitare vanamente.
Ha un nemico, sì: che è un modus vivendi che si va radicando sempre di più, ma con i suoi retrogusti orrendi che finalmente (purtroppo in questa maniera, ma finalmente) sono esondati.
Ora bisogna evitare a tutti i costi che certa maceratesità in grado di ingoiare e digerire tutto (come quei serpenti nei documentari, che riescono a ingurgitare un vitello intero e a ripartire come niente fosse) metta le toppe al vestitino della città dove “non succede mai niente” e rimuova quello che è successo.
Una città che vuole davvero essere emblema della cultura (ossia della vita che quella cultura, quelle culture, genera e fa brillare) dovrà rielaborare i propri drammi cambiando rotta in molte cose.
Non si tratta di snaturarsi, ma di prendere atto che non siamo in un’oasi felice e indisturbabile; attuando tutte le misure necessarie perché questi malcostumi e questi lassismi 1) comincino con l’inquinare la rettitudine dei cittadini onesti, quale che ne sia il colore della pelle e l’etnia; 2) finiscano per travolgere tutte le regole della convivenza.
Visto che il momento più duro è capitato qui, da qui deve partire la risposta forte e chiara.
Perché la libertà non può essere mai libertinaggio; né il manicheismo la spiegazione di tutti i mali.
Grazie per quello che hai scritto.
Che dire dopo tutto ciò che ha scritto Ribechi? Nulla! Ha colto nel segno! Un appaluso di gratitudine!
Nulla da togliere e nulla da aggiungere, chapeau Ribechi!
Condivido in pieno tutto l’articolo, anche perche’ nei temi e nei modi ,avevo gia’ commentato in un recente passato su queste pagine e con lo stesso tenore ,gli argomenti da lei trattati…in tanti abbiamo capito da dove viene il cattivo odore,ma a certi sta bene cosi
Mi unisco alle parole di Filippo Davoli, non dobbiamo snaturarci ma prendere coscienza dei problemi e smettiamola di andare uno contro l’altro. Qualcuno dice Macerata ai Maceratesi io invece dico “Macerata a chi crede e desidera la Legalità” e non mi interessa (non mi è mai interessato) il colore della pelle o la nazionalità da cui qualcuno prviene. Ora, per il futuro vorrei che Macerata tornasse alla ribalta nazionale e internazionale non più come teatro di fatti drammatici ma come CAPITALE DELLA CULTURA. Sono un inguaribile ottimista, ci credo e ce la faremo tutti insieme.
Tanti commentatori hanno espresso il contenuto dell’articolo.
Poi, i manifestanti della Domenica, i soliti politici ancora esterrefatti per quanto accaduto, qualche bla bla bla e ci si ritrova sempre a dire le stesse cose. Mi fanno tenerezza quelli che sperano che il 4 marzo, oltre ad essere il mio compleanno che non festeggio più con tanta fretta, sia il giorno del grande cambiamento. Scommetto 30 euro contro uno con tutti quelli che pensano che fra qualche mese non staremo qui o là a lamentarci per le stesse cose. Non voglio fare il disfattista, ma dando una occhiata ai ” nomi nuovi ” della politica, come credere che qualcosa possa cambiare. Che vinca allora una forza nuova, insomma proprio nuova no, diciamo poco usata e chiaramente senza garanzia. Chi sarebbe così pazzo da darla con tanto di risarcimento. Così se fallisce anche quella, si avrà la prova matematica ed incontrovertibile che per l’Italia ci sarà quella finaccia profetizzata da molti. Tutto quello che oggi ci dà fastidio, aumenterà esponenzialmente a… Oppure continuiamo sulla stessa strada ed ognuno cerchi di adeguarsi come può. Dio salvi la Regina, ne sento tante di stronzate che una più o una meno….
Il perché un delinquente arrestato anche più volte viene scarcerato è scritto nel codice di procedura penale, non certo è un arbitrio del Tribunale o, e’ lo stesso, di un giudice.
Poi sembra che una volta dentro per scontare definitivamente un reato, ogni giovedì c’è il rischio che arrivi ” L’Aquila Nera ” che ti porta uno alla volta tutte le pene passate in giudicato.
Allora si cambi la legge.
@ Marco Ribechi : titolo e analisi = rating 4 stelle su max 5 (il voto è mio non di Morningstar, complimenti!!!)
Eccellente, Marco Ribechi. Mi unisco al coro degli intervenuti. Soprattutto per aver saputo dare la giusta dimensione che va data alla parola razzismo, il cui abuso strumentale, attenzione, produce effetti collaterali tali da rendere veramente razzista anche chi non lo è, non lo è mai stato. Gli italiani non sono razzisti e va detto con forza- non mi risulta che le cronache siano piene ogni giorno di atti di violenza singola o di gruppo a danno degli immigrati di colore. Mi risulta piuttosto il contrario, in un crescendo di criminalità da parte di alcune etnie africane, nigeriani in primo luogo, che va dallo spaccio, al furto, allo sfruttamento della prostituzione.Gli italiani non sono razzisti ma ” stufantisti” , m’invento questa parola, ossia stufi di sentirsi insicuri in casa e per strada, di vedere chi urina sui muri delle loro case o nei giardini da persone incivili, trovarseli a bighellonare ad ogni angolo di strada, a spacciare davanti alle scuole; vedendo ancora, chi spaccia in aperto pubblico sottraendo intere aree di quartiere alla comunità, e vedersi sempre sorpassati nell’assegnazione degli alloggi popolari fino ad essere continuamente importunati ogni qualvolta si va al supermercato- tutti noi coi soldi contati e sempre in cerca di offerte per risparmiare anche 30 centesimi per arrivare a fine mese- da dei giovanotti in buona forma fisica e ben vestiti, che in entrata o in uscita ti chiedono un euro , al punto che ogni volta ti vien voglia di rispondergli:
Fratello, ti faccio una proposta. Facciamo a cambio? Ci stai? Io ora prendo il tuo posto e tu il mio: ecco la lista della spesa, vai. Entri, paghi , esci, mi dai per coscienza quello che hai risparmiato col fare la spesa, io ti do le chiavi della macchina, ti carichi la spesa, ed ecco anche le chiavi di casa mia. E ricordati di fare subito benzina ché segna rosso, e domattina pagare l’assicurazione che scade, e già che ci sei anche il bollo scaduto, ma sai, scadeva contemporaneamente il bollo auto alla bolletta elettrica col canone RAI e quindi, sai, dovendo scegliere fra farmi staccare la corrente e il bollo…Ah! e ci sarebbe anche da pagare il riscaldamento!
Se accetti, ti saluto e mi avvio al vicino albergo a 4 stelle dove sei ospite, salgo in camera tua, mangio e dormo a spese dello Stato italiano, ascolto musica, guardo un pò di televisione compresi i canali Rai ,gratis, mi collego ad internet, faccio qualche telefonata al cellulare ad amici e parenti con credito sufficiente e rinnovato; se mi ammalassi avrei tutto spesato, se delinquessi sarei anche legalmente assistita, e avrei in aggiunta lezioni di italiano, il cui ripasso fa sempre bene. Che farai tu da domani finita quel pò di spesa è affare tuo; io so che da adesso mangerò e avrò un letto e tanti bei comfort a spese del MIO STATO, senza più pensieri.
Brava Tamara Moroni,mi hai tolto
le parole dalla bocca.Chi ammi-
nistra non riesce a capire i pro-
blemi che abbiamo e incontriamo
tutti i santi giorni per arrivare a
fine mese.Questi signori basta che
ospitano gli stranieri sono a posto
con la coscienza e se ne fregano
delle problematiche che poi vengono fuori con il tempo e con
la convivenza forzata.Voglio vede-
re se veramente dovremmo ospita-
re altri 800 migranti,come si farà
a gestire la situazione.La manifestazione di Domenica 18
sicuramente ci darà la risposta
giusta.Ovviamente non è così.
Basta essere antifascisti e tutto
torna a posto.E noi cittadini?
A chi importa,basta che paghiamo
le tasse e righiamo dritti.
Per Tamara Moroni. Indubbi sono i vantaggi che scaturiscono da quell’ipotetico scambio. Solo un dubbio: sarebbe capace di passare tutta la giornata senza fare niente? Grazie.
Complimenti per l’articolo
Mio caro Iacobini,
so che non è buona educazione rispondere ad una domanda con un’altra domanda ,ma è inevitabile che gliela ponga: perché, ” a lei puzzerebbe” , avere tutto pagato giornaliero per vivere ( tanto quanto si sogna un operaio, un impiegato comune, un’insegnante statale con anni di servizio, un pensionato) ed avere perciò tutto il tempo libero per fare tutto ciò che a lei piace?
Quando le forze politiche ci diranno chi furono i veri responsabili delle Fosse Ardeatine, allora cominceremo a capire che i nostri politici sono cambiati in meglio.
Per Moroni. Un conto è fare quello che uno vuole, un conto è non fare niente!
Azz.. che sottile differenza, Iacobini! e che vuoi da me? te la prendi con me? perchè, qualcuno forse vieta ad ognuno, di passare il proprio tempo libero come uno vuole? Ci sono biblioteche pubbliche per tutti dove istruirsi e c’ è tanto altro, natura compresa qui da noi, dove passare il tempo a ispirarsi, osservare la natura lontano da ogni inconbenza quotidiana…ma se a a qualcuno non gli basta e preferisce delinquire nononostante la manna dal cielo…e oh! sarano affari lo…anzi, purtroppo ancora nostri 🙁
rettifico causa messaggio inviato da tastiera di cellulare SENZA OCCHIALI DA VICINO:
incombenza e delinquere.
Pasolini a Moravia (1973)
“Mi chiedo, caro Alberto, se questo antifascismo rabbioso che viene sfogato nelle piazze oggi a fascismo finito, non sia in fondo un’arma di distrazione che la classe dominante usa su studenti e lavoratori per vincolare il dissenso. Spingere le masse a combattere un nemico inesistente mentre il consumismo moderno striscia, si insinua e logora la società già moribonda”.
Pasolini studiava il passato per immaginare e quindi per preparare il futuro. Non dovremmo fare tutti così?
come è possibile che il sindaco avvocato debba sentirsi dare del “corrotto e colluso” da uno sprocetato multimilionario e non possa tutelare la propria immagine di primo cittadino di Macerata, evidentemente perché prevede che il tribunale gli darebbe torto? L’illegalità è diventata legalità e anche solo dolersi di questo è fascismo, è razzismo.
Marco Ribechi, è scontato affermare che un corteo non risolverà i problemi di Macerata e dell’Italia, nessuno era lì sabato con l’idea di fare la rivoluzione o di barattare la sua presenza con l’impegno quotidiano verso la legalità. Non è invece scontato che nel 2018 si debba alzare con risolutezza e tutti insieme la voce contro ogni fascismo e razzismo, considerati il recente attentato terroristico, le indirette ma cristalline rivendicazioni di movimenti politici di estrema destra, e sopratutto, a mio avviso, le giustificazioni e le mezze difese che provengono da parte di tanta, troppa gente di buone maniere che hanno da sempre respirato la nostra stessa aria. E’ dunque irresponsabile affermare che il corteo è stata una mossa anacronistica, che non aveva ragioni concrete per essere fatto.
Ed è falso affermare che la manifestazione abbia usato l’antifascismo per “mascherare l’ipocrisia” dei problemi sistemici e delle gravissime piaghe che affliggono il nostro Stato: nessuno, partecipando al corteo, lo faceva con l’intenzione di depistare le coscienze, non eravamo le pedine di nessuno – nemmeno dei svariati partitini comunisti, che hanno partecipato affianco a militanti dissidenti di altri partiti e affianco ad associazioni non politiche, come lei suppone quando parla di “due gruppi ideologicamente contrapposti”, di “litigata tra bambini” o peggio ancora di scontro tra “nemici-fratelli”.
Lei ha voluto scrivere un articoletto su dei problemi la cui gravità e urgenza è riconosciuta da ogni persona pacifica e ragionevole, usando l’appariscente vetrina della manifestazione e facendo leva sulla sufficienza e sul disprezzo odierni per un fatto che rientra nell’ambito dei fenomeni politici di lungo corso.
Le ricordo che l’antifascismo, benché sia vecchio di quasi un secolo, dovrebbe venire prima di ogni posizione politica anche in piena campagna elettorale, e che non era richiesta la tessera di fedeltà morale verso nessun partito per poter partecipare, benché questo era il messaggio che molti lasciavano trapelare o erroneamente sottintendevano. Ma la gente che ha partecipato ha risposto solo alla chiamata della sua coscienza, a casa ci sono rimasti i pregiudiziosi, gli eterodiretti e quelli che ruminano più o meno inconsciamente le stesse idee di Traini. Inoltre, ripeto, manifestare non significava sottavalutare o ignorare nessuno dei problemi su cui lei qui si diffonde, perché si manifestava per un motivo ben preciso e non per altri, come tutti sanno, e come lei anche sa ma che qui si cura di non specificare, accennando alla tentata strage molto velatamente in un luogo non rilevante del suo articolo.
Se voleva fare una denuncia dei mali profondi e capillari che avessero a che fare in maniera immediata con la manifestazione, avrebbe dovuto scrivere sopratutto del razzismo strisciante in Italia, di come noti e grandi partiti politici inventano narrazioni spregevoli e grossolane motivazioni pratiche per scusarlo, fomentarlo, contraffarlo affinché si amalgami con il senso comune, e di come altri partiti chiudono gli occhi per opportunismo elettorale.
Se avessi ritenuto questa sua opinione solamente sciocca la avrei semplicemente ignorata, invece la ritengo fuorviante e diseducativa, perché lei per dare persuasività all’espressione di problemi di fondamentale importanza, sceglie di usare pretestuosamente e di screditare bellamente ragioni che sono, come del resto lei stesso ritiene, sacrosante.
Dunque, Marco Ribechi, non è inutile, non è roba da vecchi comunisti rincitrulliti, non significa fare il gioco del sistema, ritrovarsi nel momento e nel luogo dell’emergenza per riconfermare con voce forte e chiara i valori della nostra civiltà. Questi valori sono la radice di ogni legalità ed è sbagliato ritenerli un’acquisizione scontata, come la tentata strage ci ha ricordato e come ce lo conferma il proliferare di certi commenti intorno a questo drammatico fatto.
Pacetti…tra le “nuove” leve che hanno sfilato in corteo forse uno su mille sa’ cos’e’ stato il fascismo e cosa e’ stato il comunismo vero che di efferatezze e schifezze ne ha fatte migliaia cosi come le hanno fatte i partigiani.Il corteo di sabato e’ stato solo un accozzaglia di persone senza un senso logico.Si doveva fare un corteo per la legalita’che era la cosa primaria ed invece ci siamo ritrovati con un branco di mucche al pascolo con chi gridava ed era li solo e giustamente per Pamela e per le donne che subiscono violenza,,chi contro il razzismo che come ho detto in un altro post..e’ stranamente a macchie e se uno non avesse i paraocchi dovrebbe rifletterci su..chi contro il fascimo???…chi per i quattro marmittoni…etc…bisogna ripristinare la legalita’,chi delinque in galera,chi spaccia in galera,chi e’ clandestino espulsione o in galera,le onlus…sotto controllo cosi’ come devono esserlo gli appartamenti che gestiscono se sbagli dopo due avvisi chiudi i battenti!!! perche’ non se ne puo’ veramente piu’!!! e sentire il “presidente del consiglio comunale” che dice che dobbiamo ricompattarci per ricominciare come prima…e no!!! adesso bisogna continuare a mantenere alta la pressione perche’ lo sfacelo deve finire!!!
Bravissimo Ceresani! comunque si voglia leggere la manifestazione di sabato scorso, bene che vada sarà circa la media, tra i venti e dieci mila , forse meno, che hanno manifestato a Macerata , soli e nostalgici, come un ‘eco rievocato che viene dal passato, a dare il voto alla sinistra alle prossime elezioni del 4 marzo, Liberi e Uguali compresi ( liberi da chi, uguali a chi, non si capisce) in tutt’Italia come rappresentanti della sinistra: ma che vuoi che sia, chi rappresentino costoro derelitti? Ma ci rendiamo conto dei numeri o no? C’ è mezza Italia, per non dire tre quarti d’Italia, che sta dalla parte di Luca Traini, almeno a sentire la solidarietà espressa a lui dal suo legale, mentre certo è che NESSUNO ,NESSUN ITALIANO, stia dalla parte dei 3 cannibali, criminali incalliti dei nigeriani coinvolti nell’ efferato omicidio di Pamela. NE-SSU-NO! Questo è un fatto certo. Basta ascoltarli gli italiani per sentire cosa pensino in questo momento.
Lei Tamara Moroni mi capita a fagiuolo come controprova lampante di molte cose essenziali che sostengo sopra. La ringrazio per la sua tempestività.
Lei ,invece, Pacetti, mi capita a fagioulo proprio sulle…scatole, giusto per non essere censurata nel commento, e con tanti saluti a lei e tutti come lei.
Il fenomeno di questa immigrazione ,indubbiamnente caotica,che ne produce molti altri in buona parte negativi,ha cause molteplici e ritengo sbagliato soffermarsi soltanto su alcune delle stesse,magari perchè più appariscenti,per il motivo che,sorvolando sulle altre,si rischia di non fronteggiare adeguatamente la materia o di lasciarne marcire altre.Penso,ad esempio,che servirebbe molto una seria riflessione sul modello di sviluppo economico prevalente che continua a non dare risposte al vecchio problema del rapporto Nord-Sud;che l’interesse a non ostacolare il fenomneno non sia solo di chi organizza traffici illeciti ma anche di certi imprenditori,come gli agricoltori meridionali ma forse non solo,che speculano pesantemente sul costo del lavoro;che in certi ambienti c’è ancora un concetto della solidarietà che risale a quello antico dell’elemosina.Accanto a queste ci sono altre cause che magari mi sfuggono,ad esempio d’ordine culturale,tra le quali per certi aspetti di reazione annovero il razzismo ed il fascismo,volendo andare oltre la sua organizzazione di natura strettamente politica.
Per Moroni, ricca di spunti. Se tanto mi da’ tanto, 3/4 dei Norvegesi starebbero dalla parte di Breivik, possibile ispiratore scandinavo delle funeste gesta di Traini. Non ci credo, o perlomeno io sto nel rimanente 1/4.
E fa come più ti pare, Iacobini! Ma io ascolto le reazioni degli italiani tutti; non faccio come gli struzzi! questo pensano , questo dicono , questo riferiscono ai microfoni dopo i fatti di LACERATA.
Per Moroni. Attenzione però alla sindrome del ‘pifferaio di Hamelin’, uno parla e tutti gli altri lo seguono. O anche alle ochette di Lorenz, per rimanere tra gli uccelli metaforici.
Hè??? che dici Iacobini ? di che parli? Non ti seguo! farai mica parte di quegli assassini senza cuore? no, mi auguro di no!
Tamara, lo sai benissimo che condannare le tue idee discriminatorie non vuol dire sostenere degli assassini. Smettila di fingerti più stupida di quello che sei.
Pacetti, ma da dove esci tu, e chi sei, per dire a me che discrimino? Vuoi che ti porti testimoni che mi adopero per aiutare chiunque ? L’ultima un’albanese residente qui in zona, per cui ho fatto un appello sui social raccogliendo per lei quel che serviva a lei e il suo nascituro, e poi, anche dato un aiuto di tasca mia. Ma va va…andatevene!
Sostenere le motivazioni del gesto di Traini significa avere idee discriminatorie, questa è una verità logica che non puoi respingere, nonostante ti dia tanto fastidio evocare la parola discriminazione.
@ A Pacetti e i vari Pacetti.
” comprendere” il gesto di Luca Traini non vuol dire, come indica lo scarno automatismo che governa le vostre menti, sostenerlo. Significa invece guardarsi meglio intorno, in quest’ Italia, dentro gli italiani e fin dentro sé stessi, rispetto a quanto facciate voi con tanta superficialità e che in una frazione di secondo, appiccicate l’etichetta di razzista e fascista a chiunque profondamente indignato e colpito al cuore per la straziante morte di Pamela, OSI approfondire le motivazioni di ordine psicologico che hanno spinto Traini a quel gesto, che va ricercato solo e soltanto nella SUA testa e in QUEL momento, come la si cerca per chiunque perda la ragione e commetta a caldo una vendetta , nel suo caso verso delle persone del tutto estranee al fatto, e perciò, ancora di più, il suo è stato il gesto di un folle da valutare nel contesto in cui è stato consumato, nonché in quello della sua personalità e vissuto. A caldo ho detto, non a freddo, come invece richiede l’esecuzione di una ragazza prima presa a coltellate, poi, finemente lavata con candeggina, dissanguata, sezionata, e quindi infilata in due valigie da riconsegnare ai genitori e alla nostra società che resta sgomenta, stordita, da tanta barbarie. Male per male, ecco perchè di Traini si riesce, tuttavia, e con l’elaborazione necessaria volta a capire determinati comportamenti umani, a catalogare ciò che ha fatto nel reparto follia, mentre per quanto compiuto dai 3/ 4 ,o quanti non so, nigeriani, non c’è assolutamente niente di umano da poter capire.
Complimenti veramente a chi ha scritto questo articolo.
Per Moroni. Dò sempre per scontato che chi non sa qualcosa la cerca su Internet (e la trova quasi sempre):
– Pifferaio di Hamelin:
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_pifferaio_di_Hamelin
– Ochette di Lorenz:
http://www.stoccolmaaroma.it/2014/lorenz-e-lanatroccolo-che-lo-porto-al-nobel/