Il vescovo Nazzareno Marconi osserva il corteo dall’ostello Ricci
Una bambina che guarda curiosa da un terrazzo addobbato con cuori e lo striscione “No to racism”. Bandiere della pace che sventolano dai balconi. Passanti che si affacciano da rampa Zara. Il vescovo Nazzareno Marconi che osserva sorridente dal giardino dell’asilo Ricci. Un elicottero della polizia che sorvola senza sosta le migliaia e migliaia di persone arrivate a Macerata da tutta Italia. Dirette Facebook condivise per tutto il web. Sono solo alcuni degli occhi sopra il corteo antifascista che sta sfilando in queste ore attorno le mura di Macerata. «Affacciatevi dalle finestre qui c’è aria buona» si sente urlare dai megafoni dei centri sociali di Roma. Nonostante il terribile freddo, tante di quelle finestre si sono spalancate.
Alle 17 il corteo è arrivato ai Cancelli e gli organizzatori hanno rilanciato: “Siamo in 30mila”.
(Leo. Gi.)
(foto De Marco, Falcioni, Petinari)
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Secondo me il vescovo ha avuto per un attimo la tentazione di unirsi al corteo…e avrebbe fatto bene.
Solo che non l’ha fatto.
Anzi: ha detto, fino all’ultimo, che sarebbe stato meglio che non si fosse svolto.
Ora chiunque potrà dare la sua risposta: che danno ha fatto, a Macerata e alla sua immagine, il corteo antirazzista da cui il sindaco si è dissociato fino all’ultimo, rivendicando anche oggi (intervista al “Fatto Quotidiano” di oggi) che i maceratesi non vi avrebbero partecipato, e che il vescovo ha deplorato?