Lo striscione per le persone ferite da Luca Traini
di Federica Nardi
«C’è la sensazione di ultras da un lato e dall’altro, non è accettabile né naturale per la nostra città, non siamo mai stati così conflittuali e divisi». Nella tarda serata di oggi, Romano Carancini, sindaco di Macerata, dà un quadro dell’aria che si respira in città dopo la cronaca nera, il tritacarne della campagna elettorale e la manifestazione antifascista che ha portato ai Giardini Diaz 10mila persone.
Romano Carancini
«E’ l’ultima telefonata della giornata», dice. Il telefono negli ultimi giorni è diventato bollente in Comune. Gli attacchi, non da ultimo quello di Gino Strada che era ieri a manifestare con Emergency, sono arrivati un po’ da ogni lato. «Condivido in gran parte, anzi tutto l’editoriale di Matteo Zallocco “Lasciate in pace Macerata” – commenta Carancini -. Non è altro che la coniugazione della richiesta che avevo fatto io quando avevo chiesto tempo di riflettere per ritrovarsi dopo quello che era successo. Credo che in questo momento al di là di ogni legittima valutazione sui dettagli bisogna valorizzare le cose positive per una serenità della comunità. E noto, sui social, un’esasperazione verbale rispetto alla situazione. Chi ha la responsabilità del governo della città – conclude – non può che cercare di trasmettere un messaggio di riappropriazione del senso di comunità. E quindi di moderazione di toni e parole, cercando di riflettere su quello che è successo».
Nel resto della politica c’è chi tace, come il vicesindaco Stefania Monteverde che ieri ha sfilato tentando di sfuggire ai flash, e chi invece si unisce al coro dei preoccupati o a quello di chi vuole rilanciare l’immagine, compromessa, della città. Ultimo argomento di scontro, la manifestazione. «Divisiva», dice l’opposizione maceratese. «Non abbiamo partecipato», confermano dall’altro lato Irene Manzi e Flavio Corradini. L’appello di Carancini è rimasto però inascoltato da diversi esponenti di maggioranza. C’erano “a titolo personale” alcuni esponenti del Pd. E poi i consiglieri Gabriella Ciarlantini e Ivano Tacconi, il presidente dell’Arci regionale Massimiliano Bianchini. Ma il tempo della politica troverà spazio la settimana prossima, quando l’assise sarà chiamata a esprimersi sulla mozione di censura presentata da gran parte del centro destra contro il sindaco. Adesso invece ci sono i bilanci del giorno dopo la manifestazione, temuta come un’invasione ma che per fortuna non ha lasciato spazio a facinorosi, anche grazie all’ottimo servizio d’ordine organizzato dalla Fiom. Ma la pace, nella città di Maria sconvolta dalla morte di Pamela, dal raid razzista di Luca Traini e poi dalla politica che non ha perso occasione di strumentalizzare la provincia, è ancora tutta da ritrovare.
Andrea Marchiori
«C’erano 10mila manifestanti e altrettanti maceratesi che la manifestazione non la volevano. Ma nessuno è sceso a tirare uova. Perché la città è così, rispettosa nei confronti di chi la pensa diversamente». A dirlo Andrea Marchiori, consigliere di Forza Italia. Per lui «non c’è dubbio che l’antifascismo e l’antirazzismo siano valori, mentre fascismo e razzismo non lo sono. Ma a Macerata non serviva proprio un’ulteriore divisione. A me, a di là che non sia successo nulla di male, è sembrata propaganda: di qua i buoni, di là i cattivi. Non vorrei, a partire dall’infelice considerazione di Carancini sul nazifascismo, che i tragici fatti maceratesi siano strumentalizzati da movimenti che cercano un motivo per uscire dai libri di storia. Detto questo – conclude Marchiori – è necessario affrontare il tema dell’immigrazione incontrollata con un sentimento di legalità, che niente ha a che fare con il razzismo».
Roberto Cherubini dei 5 stelle di Macerata
«Nonostante i fondati timori – dicono invece i portavoce del Movimento 5 stelle – per fortuna smentiti da quanto accaduto pacificamente ieri nella nostra città, siamo felici della riuscita della manifestazione perché l’antifascismo è valore fondante del Movimento. Noi abbiamo preferito rimanere in attento e composto silenzio. Ci sentiamo anche di condividere pienamente le riflessioni apparse nell’editoriale del direttore di Cronache Maceratesi e del vescovo, entrambe molto lucide e puntuali. È questo il momento di unirsi e non di dividersi per scopi elettorali e l’unico appunto che possiamo fare alla manifestazione è che è stata divisiva e non inclusiva. Crediamo che un grande passo in avanti si farà quando la nostra comunità userà unicamente il “noi” e non il “noi e il loro” per scopi elettorali. Ribadiamo anche con forza che chi combatte l’idea fascista con la violenza si mette allo stesso livello di quei pochi che ancora credono in quella orrenda ideologia». Anche i candidati 5stelle marchigiani, in una nota, ribadiscono che i migliaia a Macerata «hanno lanciato un messaggio chiaro a tutte le forze politiche: basta con le campagne d’odio e col soffiare sul fuoco dell’intolleranza. Il nostro paese deve imparare a governare l’accoglienza, non continuare a criminalizzarla»
Irene Manzi
Irene Manzi, candidata del Pd, ricorda i piani per domenica prossima. «Bene – dice – come manifestazione pacifica sulla città. Le dichiarazioni come quelle di Gino Strada non le condivido, ma non sporcano il valore della partecipazione democratica che c’è stata ieri pomeriggio Noi però ci riconvochiamo per domenica mattina, perché abbiamo accolto l’invito del sindaco ad aspettare qualche giorno. Una manifestazione in cui Macerata possa riconoscersi, un’occasione di riflessione contro la violenza e per riappropriarci del tricolore, sporcato dal gesto di Traini. Nel frattempo spero che la città trovi la tranquillità e la serenità auspicata dal sindaco. La manifestazione del 18 febbraio è un obiettivo grande su cui dobbiamo concentrarci tutti noi, a partire dal tavolo del presidio antifascista che si è tenuto l’altro ieri. Dobbiamo manifestare i valori della nostra Repubblica».
Flavio Corradini
Difende la decisione di non manifestare anche il candidato dem Flavio Corradini, anche lui di Macerata. «Non ho partecipato – spiega l’ex rettore di Unicam – perché so che l’amministrazione sta organizzando una manifestazione per domenica prossima. Lì andrò. Sono sicuro che i toni che si useranno saranno coerenti con l’importanza degli argomenti che vengono trattati. Per ieri mi compiaccio dell’organizzazione che ha garantito la buona riuscita della manifestazione. Ma Macerata non è un simbolo delle tragedie che sono capitate. Qui non accadono quasi mai cose del genere. Io conosco una città della cultura, del mondo imprenditoriale, dello Sferisterio. Questa è la mia Macerata e non me ne andrò mai via. Ma certamente se non affrontiamo quanto accaduto, potrà ricapitare qui o altrove. Comunque noi la mettiamo, sia nel caso di Pamela sia in quello di Traini, stiamo parlando di fragilità. La droga, la corruzione, quel ragazzo che si è alzato la mattina per andare a sparare. Il ruolo della politica è metterci la faccia e studiare modalità per monitorare queste situazioni».
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Ora bisogna abbassare i toni, xche’ in citta’ c’e’ molto odio e x rispetto di PAMELA.
Un articolo esilarante.
In primo luogo spicca la pervicace pusillanimità del sindaco e degli altri esponenti del PD e della giunta, che non osano proferire una sillaba per non contrariare i loro capi e i loro sodali e perserverano nella convinzione di aver fatto bene a non promuovere una manifestazione antirazzista: anzi, di averla ostacolata, perché le uniche manifestazioni sono quelle che si organizzano tra loro, come un ritrovo tra amici, in cui si è sicuri che non verrà detto niente di imbarazzante. Forse hanno la coscienza sporca per come viene gestita la politica dell’accoglienza?
Per loro vale il giudizio di Churchill su Chamberlain all’indomani della Conferenza di Monaco del 1938: “potevate scegliere tra la guerra e il disonore, avete scelto il disonore a avrete la guerra” (sotto forma, si spera, di una salutare batosta alle prossime elezioni, che li spazzi via una volta per tutte e ci liberi dalla loro inettitudine).
Ma poi arriva la nuova trovata dell’imbarazzatissimo M5S maceratese: l'”antifascismo silenzioso”. Traduzione. Siccome molti nostri elettori sono di sinistra, diciamo che l’antifascismo è “valore fondante” del movimento; ma, siccome ce ne sono altrettanti, di nostri elettori, di destra, facciamo come se non lo fosse, altrimenti ci rimangono male.
Infatti i pentastellati, quelli che soffiano sempre sul fuoco della polemica, ora invitano a non “dividersi per scopi elettorali” e a non insistere sulla contrapposizione tra “il noi e il loro”: proprio loro, che su questa contrapposizione ci campano, definiscono “divisiva” la manifestazione di ieri.
Certo, “divisiva”, in un certo senso, lo era: perché mirava a dividere, e non a confondere gesuiticamente, fascismo e antifascismo, razzismo e antirazzismo.
I toni dell’M5S non sono dissimili da quelli di Marchiori. Solo che certe cose dette da un berlusconiano suonano quasi apprezzabili (è già tanto sentirgli dire che l’antifascismo e l’antirazzismo sono valori, mentre il fascismo e il razzismo non lo sono, anche se sappiamo che sono solo chiacchiere); dette da un pentastellato suonano un imbarazzato dare un colpo al cerchio e uno alla botte.
Non si capisce, però, per quale motivo, secondo Marchiori, i maceratesi avrebbero dovuto “tirare uova” sui manifestanti.
Per chi non l’avesse capito, la manifestazione era antirazzista, non antimaceratese.
Stefano Valenti: hai 1 minuto di tempo per rispondere alla domanda diretta che ti ho rivolto stamattina, o preferisci restare nel tuo piccolo mondo antico continuando a proferirti a questa platea coi tuoi discorsi politicamente autistici? non ti piace il confronto, per cui ti sottrai, intervento dopo tuo intervento; questo lo abbiamo capito tutti qui.
E adesso invece dico la mia sotto l’articolo. Bene ha fatto il Sindaco nell’interesse generale di Macerata , nonchè il suo, per sua tutela personale, poichè è su di lui sindaco che ricade sempre ogni responsabilità di ordine pubblico , a non volere ieri , come l’altro ieri, la piazza, con la differenza che, quella di ieri era autorizzata, quella dell’altro ieri no, per cui inevitabili gli scontri per strada, che hanno ancora fatto rimbalzare il giorno dopo Macerata nei primi titoli dei telegiornali nazionali. Per qualsiasi motivo Carancini l’abbia fatto, spinto dalla sua corrente di Partito, per questioni elettorali o altro, ne ha tenuto la linea, e per questo non lo si può certo politicamente condannare. Io neanche 5 minuti avrei voluto essere al suo posto negli ultimi 15 giorni, con una Macerata al centro dell’occhio del ciclone nazionale e internazionale in un precipitato di due tremendi fatti di cronaca sproporzionati alla sua capacità di accettare e comprendere. Facile , per tutti quanti, più comodamente seduti altrove dal primo posto di cittadino, puntargli contro quando la faccenda è grossa e più grossa per una cittadina come Macerata , dimenticandosi che sulle sue sole spalle ricade tutto. Non è questo il momento di processarlo ma di sostenerlo in nome di una città intera che lui rappresenta. Nel bene e nel male.
desidererei tanto che la mia Macerata ritornasse nell’oblio!!!
@Tamara Moroni, condivido la tua analisi (ho votato pollice verde). Però se mi permetti gradire dal nostro Sindaco dalla Giunta tutta un pò più di trasparenza quando in sedute consiliari pubbliche certi bilanci (GUS) finanziati anche dai cittadini di Macerata venissero dibattuti e NON nascosti.
Se qualcuno e non solo a Macerata, facesse un mea culpa e non un vestrum erit flagitium (il traduttore me lo traduce così il “colpa tua “) forse le cose andrebbero meglio.
Se i fatti contestati al Gus sono veri, l’Amministrazione Comunale si dovrebbe sentire coinvolta e si dovrebbe dimettere.
Questo per chiarezza e trasparenza verso i cittadini. I fatti accaduti e le implicanze connesse sono di una gravità inaudita. Basta con le parole, i cittadini vogliono che si tirino le conseguenze.