di Mauro Giustozzi
Non più zona Cesarini e nemmeno ai tempi supplementari. Se salvezza del calcio biancorosso sarà arriverà probabilmente solo ai calci di rigore. Usiamo l’immagine di una finale di una partita di calcio per descrivere la situazione che si sta vivendo in città a poche ore dal verdetto, finale e stavolta definitivo, sul futuro del calcio biancorosso. Siamo a meno di 72 ore dalla composizione dei gironi di serie D cui seguiranno i relativi calendari. Mentre la totalità delle 162 squadre iscritte sta completando la preparazione ed alcune hanno già iniziato a giocare la Coppa Italia Tim. Mentre perfino alcune delle escluse dalla C, come il Messina, il Latina e il Como stanno iniziando a sudare, mentre addirittura il Mantova è da settimane in ritiro nel pesarese proprio in vista dell’inizio della nuova stagione in quarta serie, a Macerata c’è ancora una società da costituire, un organigramma da allestire ed una squadra da inventarsi.
Il gruppo dei locali: da sinistra Alberto Crocioni (patron Helvia Recina), Maurizio Mosca, gli avvocati Fabrizio Giustozzi e Gabriele Cofanelli e Fabio Berrè
Tutto questo sempre che arrivi quello spiraglio di luce dalla Lnd per farvi infilare una società che esiste solo nelle intenzioni, per ora, del sindaco Carancini e dei due imprenditori che stanno tenendo le fila di questa operazione: da un lato Alberto Ruggeri, dall’altro Maurizio Mosca. Che, finalmente, dovrebbero incontrarsi tra domani o dopo domani. L’auspicato passaggio chiesto dal primo cittadino sembrerebbe profilarsi in extremis, sul filo di lana. Un faccia a faccia che servirà a far chiarezza. Ma non solo. In questa circostanza dovranno essere messe sul tavolo le risorse economiche necessarie ad affrontare un campionato di serie D che, né Ruggeri e né Mosca, vogliono sia un torneo di sola presenza ma da protagonisti. Un campionato di vertice, col tentativo di un immediato ritorno in serie C o, al massimo, nel giro di un biennio il riapprodo tra i professionisti. Sotto questo aspetto la cifra indispensabile per allestire una formazione altamente competitiva si aggira attorno al milione di euro. L’imprenditore bresciano sarebbe disponibile ad entrare con una quota di circa 600 mila euro e chiede alla cordata maceratese uno sforzo per coprire il resto del budget. Fermo restando che poco meno di 200 mila euro se ne andranno in tassa d’iscrizione, fidejussione e soprattutto la somma di 150 mila euro a fondo perduto da versare immediatamente nelle casse della Lega Nazionale Dilettanti. In passato Alberto Ruggeri era stato avvicinato ad alcuni club di Lega Pro per tentativi non riusciti di entrare nel calcio professionistico. Ora, questa idea di rilevare la nuova società biancorossa, è legata proprio al fatto che, pur partendo dalla serie D, la città di Macerata avrebbe poi strutture sportive, come gli impianti di Collevario e soprattutto un Helvia Recina già perfettamente a norma per la serie C, in grado di essere pronto ad ospitare la Maceratese nuovamente nel calcio che conta. Cosa che, invece, risulterebbe impossibile in molte città e squadre di Lombardia, Veneto e Piemonte dove lo stesso Ruggeri avrebbe potuto investire il suo denaro, salvo poi trovarsi nell’impossibilità una volta raggiunta la serie C a proseguire il percorso per carenza impiantistica.
Del resto, è sotto gli occhi di tutti la situazione del Mestre, club la cui tifoseria è gemellata peraltro con quella della Rata, neo promosso in serie C ma costretto ad emigrare a Portogruaro per disputare le partite casalinghe avendo uno stadio non a norma. E non è l’unico esempio. Ma bisognerà vedere se, da questo summit tra l’imprenditore bresciano e la cordata locale, scoccherà quella scintilla positiva auspicata a più riprese dal sindaco Carancini. Quel feeling necessario per abbracciare assieme un’avventura importante, impegnativa, non priva di rischi per consentire al calcio biancorosso di rialzarsi ripartendo da un campionato nazionale. Anche perché, in caso di insuccesso, nessun paracadute in Eccellenza ma ci sarà solo il baratro dell’anno sabbatico, con l’Helvia Recina di Villa Potenza nel torneo di Promozione come società al più alto livello della città capoluogo. Uno scenario da incubo per la tifoseria e per la stessa amministrazione che giocato il tutto per tutto sull’ipotesi serie D. In attesa di conoscere gli esiti dell’incontro delle prossime ore, pur sotto traccia qualcosa si sta muovendo per far sì che la nuova società, nel momento in cui si costituisse, possa appoggiarsi su alcune basi, un organigramma societario e tecnico in grado di entrare subito in azione per costruire la nuova squadra. Pur mancando ancora qualunque certezza, continua a circolare il nome di Mirko Cudini come papabile alla panchina. Il tecnico elpidiense è reduce dalla promozione in D con la Sangiustese e sarebbe in pole position per allenare la nuova squadra biancorossa. Sempre che questo travagliato parto avvenga.
Rata, Maurizio Mosca: “Massima disponibilità a Ruggeri Non mi interessa l’Eccellenza”
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Non comprendo per quale motivo è meglio scomparire che disputare un campionato di eccellenza o promozione. Scomparire comporta il rischio di non ripartire più.
Fatti una domanda e datti una risposta:i personaggi locali,senza voler fare i conti in tasca a nessuno ma visto il passato,durano uno o due anni al massimo se si fa’ la serie D ,per la C uno a meno che non la si faccia a buffo.Allora partire dall’eccellenza col rischio di restarci viste le premesse e con l’ombra del presidente precedente che ha strabattuto tutti i predecessori in termini tecnici(il dissesto economico non compensa tali imprese)renderebbe ridicolo lo sforzo di questa cordata.Oltre la passione, il calcio dirigenziale e’ megalomania pura!
Caro Poloni, propendo più per una mancanza effettiva di liquidità che possa durare nel tempo. Lo ha detto Lei stesso , senza fare i conti in tasca.
Qui bisogna trovare i dindini e mettere a capo della cordata uno che risponda di tutto… Puo’ andare bene il primo anno, il secondo il terzo …….o ogni anno andiamo alla ricerca di un magnate ??
Ah….l’incontro decisivo…….mi raccomando con calma….tanto c’è tempo…..
Dire ci sto solo se si fa la serie D è un po come cercare lavoro e pregare Dio di non trovarlo. Un modo per dire no e salvare la faccia. La civitanovese con una società gia pronta se le va bene riparte dalla prima categoria. Che meriti sportivi potrebbe vantare una società che forse si farà domani? Boh
Beh, non è che sia mancato in questi mesi il magnate…tutto tu che ha cercato di salvare la Maceratese il cui crak ricorda quello della Lehman Brothers che è stato una delle principali cause della crisi che dopo aver messo in ginocchio gli Stati Uniti ha affossato l’Europa e il mondo intero. Un milione di euro, due ex miliardi circa di lire per giocare in D, non sono un’assurdità ma una pazzia. Nel frattempo sono stati diramati gli eventuali calendari per la stagione 2017/2018 nel caso che la Maceratese accetti di ripartire da un girone meno dispendioso e che non necessiterebbe per forza di giocatori regolarmente iscritti alla Lega Calcio e che potrebbero essere sorteggiati direttamente tra i tifosi con il metodo scientifico della conta. Purtroppo nel comunicato si fa presente che comunque 11 giocatori per parte si devono presentare, meglio se indossanti magliette riportanti ad uno specifico colore per squadra onde evitare errori tattici. Per motivi di spazio riporto solo i primi tre incontri, di cui due veramente scoppiettanti essendo due benedetti… derby. Si parte con una partita interna, Maceratese/Bar Mario ( non viene specificata l’ubicazione del bar forse perché non ci sono doppioni nonostante anche Ligabue frequenta un Bar Mario, però in un altro girone. Seguono addirittura due derby che già darebbero le prime indicazioni sull’effettiva forza della Maceratese: Maceratese/Oratorio Don Bosco, anche questo in casa e il secondo derby, questo molto più rischioso ai fini della classifica e che si gioca nel campo dell’Oratorio S. Marone di Civitanova. Curioso il motto scritto nel logo della squadra Civitanovese:” Co noantri se cè beete non ce magnete”. Quindi non resta che augurare alla Maceratese di fare il suo dovere come ha sempre fatto in questi ultimi anni che l’hanno vista accarezzare, quasi toccare con un dito la serie B ricordando il motto: ” Chi ben comincia è a metà strada (insomma) e chi mena per primo mena tre volte”.
Sempre simpatico e pungente il Sig. Micucci anche se da un pò non stimolato come una volta dal suo alter ego maceratese che spero si rifaccia vivo quanto prima così che si possa assistere ancora, su queste colonne, alle schermaglie dialettiche che davano pepe al calcio parlato(scritto)de nojaltri.
Vorrei aggiungere solo alcune riflessioni, il nome Maceratese non potrà essere usato dalla nuova società, senza aggiunte più o meno fantasiose, visto che la vecchia società non è ancora fallita e il nome non è stato acquistato da nessuno.
Paradossalmente la vecchia società’, ancora affliata alla FIGC, potrebbe ancora iscriversi a qualche campionato per il quale sono ancora aperte le iscrizioni, magari a calcio a 5, e non perdere eventuali contributi ancora da riscuotere (per intendersi come fece la Fermana di Battaglioni alcuni decenni fa).
Non conosco di preciso la situazione dei debiti, ovvero quanti di questi siano privilegiati, mi dicono pochi, ma sempre per assurdo, la vecchia società potrebbe chiedere un concordato pagare una minima percentuale dei debiti, magari con i soldi dei contributi, che a quanto si sente in giro ancora deve riscuotere (circa Euro 150000,000), ritornare in bonis e chiedere l’iscrizione in sovrannumero ad un campionato regionale o provinciale decente utilizzando per la squadra i soldi della(se veramente esiste) nuova cordata locale.
Mi scuso se ho scritto cazzate, contate però che è l’8 agosto, fa un caldo della miseria, non sono ancora andato in ferie e la mancanza di capelli mi rende molto vulnerabile ai raggi solari.
Buone ferie a tutti.
Forza Rata