Rata, anno sabbatico? No grazie

IN PUNTA DI SPILLO - L’idea di una stagione senza calcio, che si sta rafforzando, permetterebbe nel durante alle forze interessate di riorganizzarsi e magari anche sfruttare occasioni propizie che eventualmente dovessero presentarsi. Ma il club non può essere sottratto alla città. Uno strappo che non sarebbe mai dimenticato. Come i nomi di chi l’ha provocato

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Enrico Maria Scattolini

 

di Enrico Maria Scattolini

NON MI SORPRENDONO le angustie vissute, in questo torrido fine luglio, dall’eroico gruppo di professionisti ed imprenditori raccolti attorno a Maurizio Mosca nel disperato tentativo di salvare la Rata.

INEVITABILE CONSEGUENZA del ritardo con cui si sta tentando la realizzazione del piano/b.

QUINDI PREVEDIBILI. Fin dal momento in cui è stata incredibilmente tollerata la gestione Liotti-Battiloro. Alla quale è stato consentito di sfiorare gli ultimi istanti di scadenza del rinnovo dell’iscrizione alla Lega Pro. Preceduta dalla cessione novembrina della Maceratese, sbagliata seppure legittima, dalla Tardella a Spalletta e dal vano tentativo di approdo alla serie D di Chiaraluce (leggi l’articolo).

AVVENTUROSAMENTE INCARDINATO su una cordata romana di seconda generazione, dopo la precedente di Macaluso e Fantauzzi evaporata nello spazio di una notte, rivelatasi addirittura malandrina.

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Alessandro Chiaraluce

NON STARO’ QUI A RIPETERMI sulle le relative responsabilità: più volte indicate.

CIO’ CHE INVECE MI SORPRENDE è l’idea, che si sta rafforzando, di oscurare per un po’ di tempo il calcio a Macerata. Il cosiddetto anno sabbatico.

IN BASE AL RAGIONAMENTO che, nel durante, le forze interessate alla sua riattivazione potranno riorganizzarsi e magari anche sfruttare occasioni propizie che eventualmente dovessero presentarsi.

A PRESCINDERE DALL’ECCEZIONALITA’ dell’evento, unico in quasi un secolo di storia più o meno brillante e lineare, ma mai priva di continuità, questa scelta mi sembra pilatesca.

PERCHE’ DIMENTICA quello che è accaduto meno di un mese fa. La fine del professionismo del football maceratese nell’indifferenza generale, nella comodità di attese irrealizzabili, e nella rinuncia alla scelta di orizzonti.

CON LE POLEMICHE al posto delle lacrime, che pure una morte per eutanasia avrebbe meritato.

SE QUESTO E’ STATO IL CATASTROFICO EPILOGO di una stagione particolarmente intensa, è facile immaginare cosa accadrebbe all’…ibernato oggetto del desiderio nei prossimi mesi. Che sarebbero inevitabilmente di disinteresse, di oblio e probabilmente anche di affiorante inimicizia da chi l’ha sempre mal sopportato.

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Il presidente dell’Helvia Recina Alberto Crocioni

LA MACERATESE sarebbe spacciata!

LA SPERANZA E’ CHE TAVECCHIO accolga l’istanza che dovrebbe essere finalmente avanzata dall’avvocato Carancini (leggi l’articolo). Di allocazione della Rata in soprannumero (con l’Ancona?) nell’Eccellenza regionale.

IN SUBORDINE la ricerca di una sinergia con l’Helvia Recina di Villa Potenza, contando sulla collaborazione generosamente offerta dal presidente Crocioni. Come accadde lustri fa con l’iniziativa dell’indimenticato Molinari che mise insieme, sostenuto da opportuni appoggi esterni, Santa Croce, Invicta e Giorgiana. Macerata Calcio ritornò in C2 in pochi anni.

OPPURE L’AUTONOMA sistemazione nel campionato di Promozione regionale (contro la Civitanovese di Nocera?). Trovando, in questo caso, nella contiguità con l’Helvia Recina interessanti motivi di confronto.

IL RICORDO DELLA VIS di Moretti, appaiata in “Eccellenza” alla Fulgor Maceratese di Massimo Paci, è lì a rievocare accaniti derbies in campionato e Coppa Italia.

IN OGNI CASO, la Maceratese non può essere sottratta alla città. Uno strappo che non sarebbe mai dimenticato. Come i nomi di chi l’ha provocato.

 



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