di Enrico Maria Scattolini
NON MI SORPRENDONO le angustie vissute, in questo torrido fine luglio, dall’eroico gruppo di professionisti ed imprenditori raccolti attorno a Maurizio Mosca nel disperato tentativo di salvare la Rata.
INEVITABILE CONSEGUENZA del ritardo con cui si sta tentando la realizzazione del piano/b.
QUINDI PREVEDIBILI. Fin dal momento in cui è stata incredibilmente tollerata la gestione Liotti-Battiloro. Alla quale è stato consentito di sfiorare gli ultimi istanti di scadenza del rinnovo dell’iscrizione alla Lega Pro. Preceduta dalla cessione novembrina della Maceratese, sbagliata seppure legittima, dalla Tardella a Spalletta e dal vano tentativo di approdo alla serie D di Chiaraluce (leggi l’articolo).
AVVENTUROSAMENTE INCARDINATO su una cordata romana di seconda generazione, dopo la precedente di Macaluso e Fantauzzi evaporata nello spazio di una notte, rivelatasi addirittura malandrina.
NON STARO’ QUI A RIPETERMI sulle le relative responsabilità: più volte indicate.
CIO’ CHE INVECE MI SORPRENDE è l’idea, che si sta rafforzando, di oscurare per un po’ di tempo il calcio a Macerata. Il cosiddetto anno sabbatico.
IN BASE AL RAGIONAMENTO che, nel durante, le forze interessate alla sua riattivazione potranno riorganizzarsi e magari anche sfruttare occasioni propizie che eventualmente dovessero presentarsi.
A PRESCINDERE DALL’ECCEZIONALITA’ dell’evento, unico in quasi un secolo di storia più o meno brillante e lineare, ma mai priva di continuità, questa scelta mi sembra pilatesca.
PERCHE’ DIMENTICA quello che è accaduto meno di un mese fa. La fine del professionismo del football maceratese nell’indifferenza generale, nella comodità di attese irrealizzabili, e nella rinuncia alla scelta di orizzonti.
CON LE POLEMICHE al posto delle lacrime, che pure una morte per eutanasia avrebbe meritato.
SE QUESTO E’ STATO IL CATASTROFICO EPILOGO di una stagione particolarmente intensa, è facile immaginare cosa accadrebbe all’…ibernato oggetto del desiderio nei prossimi mesi. Che sarebbero inevitabilmente di disinteresse, di oblio e probabilmente anche di affiorante inimicizia da chi l’ha sempre mal sopportato.
LA MACERATESE sarebbe spacciata!
LA SPERANZA E’ CHE TAVECCHIO accolga l’istanza che dovrebbe essere finalmente avanzata dall’avvocato Carancini (leggi l’articolo). Di allocazione della Rata in soprannumero (con l’Ancona?) nell’Eccellenza regionale.
IN SUBORDINE la ricerca di una sinergia con l’Helvia Recina di Villa Potenza, contando sulla collaborazione generosamente offerta dal presidente Crocioni. Come accadde lustri fa con l’iniziativa dell’indimenticato Molinari che mise insieme, sostenuto da opportuni appoggi esterni, Santa Croce, Invicta e Giorgiana. Macerata Calcio ritornò in C2 in pochi anni.
OPPURE L’AUTONOMA sistemazione nel campionato di Promozione regionale (contro la Civitanovese di Nocera?). Trovando, in questo caso, nella contiguità con l’Helvia Recina interessanti motivi di confronto.
IL RICORDO DELLA VIS di Moretti, appaiata in “Eccellenza” alla Fulgor Maceratese di Massimo Paci, è lì a rievocare accaniti derbies in campionato e Coppa Italia.
IN OGNI CASO, la Maceratese non può essere sottratta alla città. Uno strappo che non sarebbe mai dimenticato. Come i nomi di chi l’ha provocato.
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E a tutti coloro che si sono macchiati di questo vile delitto non si consenta di danzare sulle nostre ceneri. Rialzare subito la testa ripartendo di slancio dall’eccellenza
Gli eroi non fuggono si battono fino alla morte e se per la resa sono bastati dei debiti la dice lunga sullo stoicismo di questi valorosi.Vendita legittima o furbetta?Passaggi di mano o gioco delle tre carte?Sinergia con l’HR,perche’ no!Lo strappo non sara’ dimenticato ma il nome e’ uno solo”Mariella”.
Sappia insomma Tavecchio che la Rata ibernata competerebbe col Cocito dantesco.
Caro dott. Enrico Scattolini, si è fatto delle domande e si è dato anche delle risposte: INDIFFERENZA GENERALE e POLEMICHE AL POSTO DELLE LACRIME. E’ un classico di noi maceratesi.Dopo un torneo vinto da invincibili, l’altro dove abbiamo “rischiato” la serie B e l’ultimo dove i giocatori ci hanno dimostrato la serietà, professionalità (doti ormai rare specie nel mondo del calcio)con una salvezza con il sapore di 1° posto.Ebbene calma piatta, la nostra zona non ha risorse, anche la cordata di Mosca ha fallito.Morale dalla favola:è giusto avere il NULLA! Ha dimenticavo, qualche attività sportiva la facciamo a Macerata: ci sediamo e alziamo su i tavoli imbanditi del centro storico.Cordiali saluti
Concordo con Pagnanelli e aggiungo tipico comportamento dei maceratesi, calma piatta con una montagna di chiacchiere ma concretezza NULLA.
Io mi auguro che sia la Maceratese e la Civitanovese riescano ad iscriversi e nello stesso campionato cosicché parlerà anche il pallone e i tifosi saranno comunque contenti di vederle giocare. Per tutto il resto ci sarà tempo per fare una bella analisi a cominciare di chi c’ha messo le mani dall’inizio.
Mi spiace profondamente per la triste storia narrata in questi ultimi mesi. Il ricordo va a tanti anni fa quando mio padre mi portava con sé a vedere la Maceratese al Campo dei Pini. E prima di morire mi domandava: Dolic dove sta ?, che fa ? L’aveva solo preceduto nell’altra vita.
Non si discute la legittimità della cessione della Società dalla Tardella a Spalletta dal punto di vista giuridico ma, nel merito, l’operazione si è rivelata sbagliata in quanto effettuata a personaggio inaffidabile ed ha portato a conseguenze catastrofiche.
La D.ssa Tardella, da Presidente e sopratutto da tifosa come Ella stessa si è definita nell’ultima intervista, aveva l’obbligo morale, nei confronti della tifoseria e della città, di assicurare la continuità dell’attività sportiva della Maceratese cedendo la Società a persone serie ed affidabili sotto l’aspetto economico.
Per quanto riguarda il futuro mi auguro che la cordata Mosca
riesca a costituire la nuova Società per l’iscrizione all’Eccellenza altrimenti sarebbe la sconfitta totale della classe politica ed imprenditoriale maceratese.
Io sono pienamente d’accordo con Scattolini. Un anno “sabbatico” significherebbe la morte definitiva dei colori biancorossi ad appena un quinquennio dal centenario della fondazione. Occorre tenere in vita la Maceratese, anche artificialmente. Ovvio che la strada che sta percorrendo Mosca sia la più auspicabile ma, in caso di fallimento (e da ciò che leggo oggi sembra piuttosto probabile), è necessario verificare ogni ipotesi (Helvia Recina?) immediatamente inferiore all’Eccellenza fino ad arrivare anche alla terza categoria. Da questo infimo livello calcistico si può in qualche modo ripartire, dal nulla no: cadrebbe un oblio pesantissimo e, purtroppo, irreversibile. Del resto abbiamo oramai verificato quanta inerzia e rassegnazione caratterizza questa città.
Si può pretendere la creazione di una nuova società con personaggi che già erano nella vecchia con una quota risibile ed hanno permesso un tale sfacelo?? Se si voleva veramente ripartire da un campionato abbordabile non si perdeva tempo ad aspettare Chiaraluce ma si portava il progetto finito al sindaco, già qull’attendere era sinonimo di scarse possibilità di creare qualcosa anzi era la speranza di potersi defilare con la scusa di lasciare spazio ad un”altra cordata e ad un campionato più gratificante. Ma al di là di tutto ciò spero che i tifosi si ricordino sempre chi ha causato tutto questo è non diano la colpa solo ai due rubagalline arrivati dopo. Ricordiamoci bene tutti i personaggi , a partire dal primo padrone e a seguire tutti i vari servi della gleba , mecenati , creatori degli amici della rata, spariti tutti anche loro.