di Andrea Marchiori *
Lo Sferisterio ha conosciuto stagioni grandiose, ha ospitato alcuni tra i cantanti più illustri della lirica ed ha tenuto a battesimo giovani interpreti che poi si sono affermati nel panorama internazionale. La storia del Teatro è stata contrassegnata anche da direttori d’orchestra strepitosi, registi e scenografi geniali che hanno lasciato eredità importanti. Purtroppo i bei ricordi sono destinati a svanire perché manca un museo in cui si dovevano conservare costumi, scenografie, filmati, fotografie, locandine e quant’altro.
Ci sono anche state stagioni mediocri, recensite da critiche feroci e flop clamorosi ma il periodo più buio (della storia recente) si è verificato nell’autunno/inverno 2011 quando la politica sembrava non essere più in grado di portare avanti la tradizione del bel canto. Si era anche ipotizzato di sostituirla con uno svincolo (quello di San Claudio) per tentare di rianimare la Valle di sterpaglie, un tempo “Verde”, ma anche di far confluire lo Sferisterio in un improbabile “circuito” triangolare con Ancona e Jesi: la prima ipotesi appariva una sciagura, la seconda una disdetta! Poi la “strana coppia”, da più parti sollecitata e responsabilizzata, ha preso una decisione, oggi indiscutibilmente rivelatasi giusta, opportuna … diciamo pure, senza timore di elogiare il Sindaco ed il Presidente della Provincia che di critiche ne hanno collezionate a dismisura, la migliore che la circostanza potesse offrire.
Francesco Micheli intervistato da Erika Mariniello prima dell’Aida
I meriti del direttore Francesco Micheli sono stati già scritti e confermati da tutti e dire se abbia dato alla città di più di quanto ricevuto o viceversa è cosa che non interessa perché l’arte, la bellezza, il lavoro ed il successo non si misurano col bilancino; noi maceratesi gli diciamo “grazie”, consapevoli che Micheli non potrà restare per sempre a Macerata ma con la convinzione che non pronuncerà mai quell’infelice frase: “non tornerò mai più a Macerata”. Mi piace ricordare che alla prima della sua prima del 2012, Micheli si aggirava per la platea accogliendo gli ospiti con entusiasmo e gentilezza senza curarsi se fossero “illustri” o “popolani”; lo abbiamo visto accompagnare e intrattenere chiunque con classe e spontaneità. Dopo il successo (non solo d’incasso) delle sue prime stagioni, non ha mutato il proprio approccio, segno evidente che si tratta di indole e non di facciata. Anzi, il merito più rilevante che gli si deve attribuire è senz’altro quello di aver convintamente cercato di avvicinare proprio i maceratesi all’opera, inaugurando un percorso di preparazione alla stagione.
Non so bene con quale frase si possa salutare un direttore pochi minuti prima che inizi la sua “prima” da regista ma, la circostanza è inusuale perché, caspita, quale direttore entra in teatro assieme agli spettatori!? Mi è uscito un banale “in bocca al lupo”, di sicuro non potevo esclamare l’altra parola (quella che tutti si augurano di non pestare), anche perché è riservata alla conversazione tra artisti. Pure in questa occasione lei è stato gentile e la serenità dimostrata nel salutare quanti gli volgevano un sorriso, nel momento di comprensibile tensione e ansia, è ulteriore dimostrazione di grande personalità.
Stefano Calisti
Veniamo a noi. A cosa è servito questo prologo direttore? Mi e’ venuta un’idea, anzi due, che credo si possano conciliare con le prospettive della prossima stagione e le voglio esternare perché lei ha mostrato sempre interesse per le opinioni più o meno qualificate (la mia è senz’altro del secondo rango). La Boheme nell’anno dell’Expo potrebbe avere una scenografia d’eccezione, originale e destinata ad entrare nel museo dell’opera. Mentre Marcello dipinge il suo Mar Rosso, con le dita intirizzite dal freddo, il suo collega maceratese Stefano Calisti, con il cavalletto a margine del palcoscenico, inizia ad imprimere colore sulla tela con quella armonia e decisione che gli è tipica; macchie di colore che via via prendono forma in una incantevole proiezione su tutta la parete del palco. Così, progredendo l’opera, anche la scenografia, virtuale sul muro, autentica sulla tela, accompagna i quattro giovani artisti al Caffè Momus; poi mentre Mimì cerca Marcello, perché ha molta fretta di parlargli, il Marcello di casa nostra continua la sua opera in penombra per non distogliere lo spettatore dal canto dell’amore funestato dalla malattia. Poi i colori si riaccendono quando Marcello riprende il suo pennello “Io non so come sia che il mio pennel lavori ed impasti colori contro la voglia mia”, per accompagnare i protagonisti in “quell’andare e venire” che segna il suggello della tragedia. Un’opera nell’opera che nell’anno dell’Expo andrebbe a promuovere il territorio e l’arte. Tre rappresentazioni con altrettante tele che rimarrebbero custodite nel museo. Una scenografia dal costo irrisorio, assolutamente inedita e assai suggestiva che potrebbe essere esportata con il suo autore in tutto il mondo.
La seconda idea. Da molto tempo ci si duole del fatto che la stagione lirica è breve e coinvolge poco la città. I ricordati incontri preparativi alla stagione, le mostre e la notte dell’opera hanno cercato di ovviare al problema ma ciò che forse manca è il concetto di festival. Da qui la proposta di coinvolgere nella stagione invernale le principali accademie internazionali di alto perfezionamento del canto lirico che facciano esibire i migliori interpreti in audizioni a tema, magari sulle note delle opere in cartellone. Un’occasione per promuovere giovani artisti affidando ad alcuni di loro parti marginali nella stagione. Una collaborazione con le accademie che farebbe dello Sferisterio e di Macerata un trampolino di lancio per allievi (si pensi ai cadetti della Scala a suo tempo voluti da Arturo Toscanini), le cui audizioni potrebbero essere accompagnate da madrine e padrini d’eccezione che si sono già esibiti allo Sferisterio.
Mi sono permesso di rivolgerle delle proposte, chiamando peraltro in causa come esempio Stefano Calisti (senza mortificazione per altri artisti maceratesi che al pari potrebbero essere i protagonisti dell’evento) con l’unico intento di gratificare il suo lavoro e tenere alta l’attenzione per uno dei simboli della città, che non e’ un contenitore di spettacoli, ma un grembo dal quale ogni anno nascono vite artistiche nuove.
* Avvocato Andrea Marchiori, membro del coordinamento cittadino di Forza Italia
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Caro Andrea, condivido quanto scrivi e confermo la particolare ottima scelta di Micheli. Vale la pena di ricordare che una pesante lobby investiva su Pizzi e sulla sua riconferma. Io mi opposi sia alle “voci di dentro” a Macerata sia ad una serie infinita di pressioni che ricevevo da Ancona. Come sai, sono abbastanza libero e forse troppo e non ubbidii. Anzi, per tutta risposta presentai una interrogazione su Pizzi mettendo in luce n0molte cose. Erano diciotto i quesiti. Dopo tale benefico bombardamento ricevetti oscuri rimbrotti dal vecchio Consiglio di Amministrazione, segno che avevo fatto centro. Penso che Micheli debba essere “utilizzato” per il suo dinamismo e per la passione energica che possiede. Penso che si possa ben interfacciare con la nostra Macerata. Quello che non trovo persuasivo è il tipo di comunicazione grafica che, nel suo voluto disgrafismo e leggerezza, non mi pare all’altezza di un messaggio evidente ed espressivo. Va, come tu dici, potenziato il grande “schermo” , unico nel suo genere e ben adattabile a diversi giochi scenografici. È stato sempre un mio sogno o pallino ipotizzare un premio biennale sul giornalismo di settore, ovvero un grande premio di critica a giornalisti europei. Ciò consentirebbe una moltiplicazione del messaggio, fare, cioè, del premio un Grande evento. Ancora saluti da guido
Macerata ha una particolarità’:tutti mettono bocca nel teatro, avvocati in primis dato il numero ragguardevole ma anche architetti, insegnanti, ristoratori, bancari ecc. ecc. come se un regista o un direttore artistico andasse a dire ad un avvocato come si prepari un ricorso o ad un medico quale antibiotico prescrivere in caso di laringite. Non accade mai! Allora sarebbe auspicabile che i pareri o gli articoli si muovessero sul filo dell’opportunità politica o sulla richiesta di trasparenza amministrativa nonché mancanza di stile. Siccome io non so quali opere mandare in scena ma ne so alquanto di economia le chiedo come mai lei ha scongiurato un connubio con ancona o Jesi ma la traviata di Svoboda va in giro per l’Italia e l’estero e un po’ l’affitta Jesi un po’ macerata…questo è un dubbio che mi piacerebbe fosse chiarito…pizzi ha detto che non tornerà più a Macerata, e allora? Quando l’anno prossimo anche a Micheli faranno pizzo e capelli vedrà’ che avrà’ la medesima reazione. Ha ragione cerasi, e’ la storia di sempre, di ogni messia che prima viene portato in spalle e poi buttato tra le spine. A proposito caro avvocato mi risponde lei al quesito se è normale che un direttore artistico si auto assuma come regista? No perché questo sarebbe più interessante da sapere, più del suo cartellone personale. Saluti l.
@ Lorenzo Montagnosi
Anzitutto rispetto il suo intervento critico che e’ nello spirito del giornale, sebbene non condivido alcune sue osservazioni.
– Ho scritto il pezzo una settimana fa e ieri sul Corriere Adriatico e’ stata pubblicata un’intervista al Sindaco in cui lo stesso si impegnava a costituire in autunno un forum tra “tutti” coloro che intendessero apportare un contributo di idee per il futuro del Mof. La mia proposta (condivisibile o meno) e’ in linea con quanto auspicato dal Presidente dell’Associazione Sferisterio. Peraltro, io ed altre migliaia di persone abbiamo pagato un biglietto per assistere alle rappresentazioni e siamo portatori sani del diritto di critica, di elogio e, perché no, di proposta, per eventi che riguardano la città. Il paragone da lei fatto con l’avvocato o col medico non mi pare pertinente.
– la frase in discussione e’ stata scritta da Orazi sul suo profilo fb (non da Pizzi) dopo che questo giornale aveva pubblicato una classifica di gradimento espressa dai cittadini nella quale Orazi figurava al primo posto. Riconosco all’ex Direttore molti meriti ma quella frase non mi e’ piaciuta. Io non difendo gli amministratori ed il CdA di allora che lo tratto’ male, ma la città ed i maceratesi.
– Micheli non si e’ autoproclamato regista dell’Aida (peraltro un’opera che non era tra le sue predilette) ma gli e’ stato proposto. Non e’ usuale, e’ vero, così come non e’ stata tradizionale la sua scelta dell’allestimento, ma il successo lo ha premiato.
– sul circuito: lo Sferisterio e’ un teatro unico le cui rappresentazioni non possono essere fedelmente riprodotte in un piccolo teatro e tantomeno possiamo importarne la direzione artistica. Lo scopo e’ quello di produrre spettacoli eccellenti ed innovativi da esportare nel mondo, con le scene, le maestranze ed i protagonisti (il circuito a suo tempo proposto da Pasqualetti mi e’ sembrato una pessima idea). Discorso diverso riguarda la nostra bomboniera del Lauro Rossi nella quale si può rappresentare un Don Pasquale ed un concerto di capodanno in collaborazione con altri teatri della stessa portata (come auspicato da Carancini) per condividerne le spese ed i programmi.
Questo post non ha la pretesa di farle cambiare idea, anzi leggerò con attenzione una sua eventuale ulteriore critica, lei mi ha chiesto una spiegazione e spero di averla data. Ho comunque notato che lei non ha criticato nessuna delle due proposte ma solo delle mie considerazioni preliminari, lo ritengo una gratifica!
@marchiori
Apprezzo la sistematicità e seguirò il suo stesso metodo
– lei è troppo intelligente per citare come teste a discapito l’avvocato Carancini e la sua fintodemocratica proposta di un forum pubblico! E neanche regge caro Andrea il fatto che siccome siamo noi che paghiamo possiamo metter bocca sulla linea artistica. La cultura ha un valore sociale che ricade sulla stessa società e ne apporta incremento anche economico. Scusi, noi mettiamo i soldi per tutto, anche per la raccolta differenziata e non mi pare che tutti si mettano a proporre idee su come imballare la plastica. Sulla cultura , in particolare, ci si deve prendere la propria responsabilità politica. La verità è’ che in ognuno di noi c’è un artista nascosto e nel teatro come nella musica troviamo una evasione dal grigiore del quotidiano senza dimenticare che quello è per molti un lavoro vero con tanto di pagamento e tasse. Ma secondo lei in quanti parteciperebbero ad un forum su come imballare la plastica? Non vedrebbe ne avvocati ne’ dottori
– sono andato a leggermi l’intervista di orazi di cui ho una stima infinita.quando orazi torno’a macerata (ha una casa qui) il buon Silenzi e il compagno meschini subito misero le mani avanti dicendo che Orazi era stato bravo ma la sua esperienza era finita, che aveva lasciato buchi e via dicendo.orazi, che è stato sempre in signorile silenzio fece una intervista con Zallocco e con i numeri alla mano,un po’ amareggiato per come i suoi concittadini lo avessero trattato dopo tutto quello che aveva fatto ( mi sembra che sul buco della traviata ancora ci si mangi!) . Il PD non lo vuole, i cittadini si, i cittadini votano il PD…nessuno ha alzato un dito e gli amministratori di allora adesso fanno i presidenti delle orchestre senza titoli ma solo per le velleità di cui sopra. che doveva dire? Che la sua esperienza con lo sferisterio si era conclusa.
– ragioni di opportunità , di stile,di trasparenza avrebbero dovuto fargli dire di no. Il direttore artistico e’ il supervisore, colui che controlla, se c’è qualcosa che non va, artisticamente, lui deve intervenire. In qualsiasi settore controllore è controllato non possono essere la medesima persona per non creare ambiguità’ .sul successo del’ Aida la prego di non oltrepassare quelli che sono i punti di vista soggettivi. Si legga il corriere della sera che lo stronca, il sole 24 lo loda…la prego, non dica unanimità’ che non è’ vero.
– il progetto nato con il passaggio da fondazione pubblica a fondazione privata ha visto lo sferisterio porsi come capofila in tutta la regione: persino ancona chiamo’ orazi ad aprire le muse. C’era una leadership di MacerataOpera che oggi ha solo ripercussioni locali e non può’, a parte un marketing aggressivo e a tutto tondo, essere niente altro che una istituzione con Carancini e Pettinari. I teatro che vogliono essere diretti oggi vanno a Jesi, non vengono a Macerata.
Questo mio post non ha nessuna velleità’ ne’ critica ne’ di gratificazione ne’ di proposta di idee, probabilmente non serve a niente ma se in sede di forum facessimo le stesse domande al presidente non sarebbe male
E solo perché lo ha citato lei nell’articolo stigmatizzando una brutta uscita le segnalo. http://www.ilrestodelcarlino.it/macerata/…/29013-orazi_laurea_honorem.shtml
questo e l”altro schiaffo dato ad Orazi, perché poi la laurea poi l’l’hanno data a pizzi, non ad un maceratese che ha fatto grande in nome di macerata
Quando Orazi si laureo’, da solo, il preside della Facoltà racconto’ pubblicamente quello che era accaduto con la costernazione di tutti i Docenti e di tutto il pubblico me compreso. Chiuse dicendo ” fuori la politica dalle Università’ “
L’Accademia Anita Cerquetti di Montecosaro, da un po’ di anni ha già inaugurato questa proficua collaborazione con lo Sferisterio e giovani artisti!