di Filippo Ciccarelli
Il meteo concede una tregua dopo le piogge di ieri (leggi le previsioni), ed agevola il lavoro dei tecnici che sono al lavoro per ripristinare le strade rimaste chiuse dagli smottamenti e dalle frane. Squadre di operai dei Comuni colpiti dall’emergenza e della Provincia sono all’opera, specialmente nei centri dell’entroterra. La situazione resta però critica. Sono sette le Strade Provinciali ancora chiuse al traffico: si tratta della SP 163 Ponte Cannaro-Seppio a Pioraco, della SP 62 Salti a Sant’Angelo in Pontano, della SP45 Faleriense Ginesina, interrotta dal chilometri 13+800 al chilometro 14+500 nel territorio di San Ginesio, della SP 502 di Cingoli, a Colleluce di San Severino, della SP 59 Lambertuccia, a San Ginesio, della SP 22 Castelraimondo-Camerino da Collina fino a Crispiero e della SP 28 Corridonia-Colbuccaro all’altezza del guado sul torrente Fiastra (leggi l’articolo).
Sono tre invece le provinciali che restano parzialmente chiuse al traffico: si tratta della SP112 San Liberato, chiusa al chilometro 3, della 119 Sarnano-Gualdo, interrotta al chilometro 2+500 e della Gualdo-Santa Croce chilometro 3+500. Riaperte al transito invece la SP 256 Muccese, la SP 113 Sant’Angelo in Pontano-Monte San Martino, la SP 120 Sarnano-Sassotetto, la SP 502 di Cingoli a Morichella di San Ginessio e, appena passato l’abitato di Caldarola, in direzione Sarnano. Nuovamente transitabili anche la SP 91 Pian di Pieca-Fiastra. la SP 67 Macina-Monte San Giusto all’altezza del Crazy Bar, la SP 140 Cervava in località Colognola, la SP 132 Varanese e la SP 70 Marina.
«Il sole – dice l presidente Antonio Pettinari – Non rimargina le ferite profonde, ma che potevano essere ben più gravi». Pettinari si riferisce alla rete degli invasi del bacino del Chienti ed esprime soddisfazione per come è stata governata, col rilascio dell’acqua programmato e costantemente controllato e coordinato dal Centro funzionale regionale, in sintonia con il Comitato di Protezione civile integrato dall’ingegner Moscone dell’Enel. «Il gioco di squadra – prosegue Pettinari – Ha funzionato e ci ha permesso di evitare danni maggiori».
Il Genio Civile sta monitorando costantemente le criticità lungo il corso dei fiumi Chienti e Potenza. Nella frazione di Sforzacosta, già pesantemente colpita dalla piena del Chienti dell’undici novembre scorso (leggi l’articolo) il Chienti è straripato su entrambe le sponde ma, grazie ad un’accorta regolazione delle dighe di monte e alla presenza sul posto di uomini e mezzi che già stavano effettuando i lavori di ripristino dei danni provocati dalla precedente alluvione, si è evitato che l’acqua raggiungesse nuovamente le case e la strada provinciale. A valle, invece, il Chienti ha invaso i laghetti che lo costeggiano ed è esondato in destra alla foce, verso Porto Sant’Elpidio. Il Potenza ha inondato la zona di Sant’Egidio, San Firmano e Chiarino, nei territori di Montecassiano, Montelupone e Recanati, ma è esondato anche a San Severino, Pollenza, Passo di Treia e Macerata.
La Provincia sta valutando i danni agli argini, che si preannunciano ingentissimi. Intanto il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, ha annunciato l’arrivo di fondi per 14 milioni di euro destinati a fronteggiare i danni causati dal maltempo: «Si tratta di 6,8 milioni di euro erogati per le calamità del 2011 e di 7,3 milioni per la neve del 2012, che vanno ad aggiungersi ai 10,3 milioni assegnati dallo Stato e resi disponibili pochi giorni fa. Risorse che metteremo immediatamente a disposizione dei Comuni. Sono in totale circa 24 milioni».
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NON PIU’ ISOLATE LE FAMIGLIE A SANT’ANGELO IN PONTANO
di Marco Cencioni
La situazione si sta pian piano stabilizzando nell’entroterra maceratese con il passare delle ore. La pioggia ha smesso di cadere e le criticità di ieri sono state in gran parte risolte dai Comuni che, con l’aiuto dei Vigili Del Fuoco e dei volontari della Protezione Civile, hanno provveduto fin dalle prime luci del giorno a risolvere i problemi legati alle tante frane e smottamenti che hanno colpito la zona. A Sant’ Angelo in Pontano le due contrade più colpite, Collechiarino e Pozza, si presentano sotto un altro aspetto oggi. Sicuramente, quello legato al paesaggio non è più lo stesso, ma è stato possibile porre rimedio alle difficoltà sorte a causa del maltempo. A Collechiarino la strada è stata riaperta, è stato riparato il pezzo di linea del metano interrotto dalla frana. Tutte le famiglie stanno bene ed è stata ripristinata la viabilità, anche se ovviamente solo per mezza carreggiata. A Pozza invece, si attende il drenaggio dell’acqua, si aspetta quindi che la scarpata si consolidi, perché il rischio di caduta di altri massi, fango e detriti è ancora elevato.
I due nuclei familiari non sono più isolati, poiché è possibile attraversare a piedi un percorso preparato dagli operai del Comune, in modo tale da permettere il transito per necessità di qualsiasi tipo in qualsiasi momento, visto che il sindaco Eraldo Mosconi si mantiene ancora in stretto contatto con gli abitanti della zona. A Caldarola sono chiuse alcune strade. Contrada Collarsone (aperto solo il versante verso Caldarola), Vestignano, Croce – Castiglione di Croce. Non ci sono nuclei familiari isolati, tutti gli abitanti delle frazioni possono raggiungere le rispettive abitazioni tramite percorsi alternativi. A Penna San Giovanni sono state riaperte via Martiri d’Ungheria, via Santa Croce (interessata dal crollo del muro di cinta avvenuto ieri) così come la provinciale 113, dove è stato necessario, su indicazione dei Vigili del Fuoco, abbattere alcuni cipressi che rischiavano di cadere sulla sede stradale. Situazione risolta anche in contrada Contro a Gualdo, mentre in zona Morico a San Ginesio da questa mattina alle 13 si sta lavorando per ripristinare la circolazione.
“Gli operai sono ancora all’opera – sottolinea il sindaco Mario Scagnetti – probabilmente si riuscirà solo domani a liberare la zona, anche se non ci sono problemi riguardo alla signora rimasta isolata, con la quale sono in contatto per ogni esigenza. Il vero problema è quello relativo ai punti di accesso al nostro paese. Il flusso di tutti i mezzi, compresi quelli pesanti, passa tutto su una piccola strada comunale di 4 metri di larghezza: se dovesse succedere qualcosa in quella strada rimarremo isolati. La Faleriense Ginesina, all’altezza del km 12+700, a 2 km da San Ginesio, è chiusa per una frana di 35 – 40 mt di lunghezza, si è staccato un intero costone. A circa un kilometro, continuando sulla strada che va a Tolentino, praticamente sotto il centro storico, c’è una frana di altri 15 mt di lunghezza. Forse anche la mia casa sarà interessata da un’ordinanza di messa in sicurezza – conclude il primo cittadino – come del resto alcuni spazi di verde pubblico interessati da smottamenti: quanto accaduto è una vera tragedia”.
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NULLA DA DIRE.
E’ UN DISSESTO SIMILE AL DISSESTO DELLA NOSTRA CASTA POLITICA. QUI SI POTRA’ RIMEDIARE.
CON LA CASTA POLITICA E’ ORMAI IMPOSSIBILE.