Un rendering del progetto Simonetti a Piediripa
Subito il rimborso dei 350mila euro versati anni fa a titolo di anticipo sugli oneri e lo stop ai lavori nella ex chiesa di San Rocco di via Costa, poi entro 30 giorni una risposta alla richiesta di realizzare il nuovo centro commerciale a Piediripa. Una diffida formale è arrivata da qualche giorno sul tavolo di dirigenti tecnici e vertici amministrativi del Comune di Macerata, per conoscenza anche al governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli: a farla spedire la F.lli Simonetti Spa di Civitanova che da tanti anni cerca la strada per aprire un centro commerciale a Piediripa e non vi riesce pur avendo avuto tutti i permessi del caso e versato, anche in questo caso da anni, gli oneri richiesti.
L’edificio dell’ex chiesa di San Rocco in vicolo Costa
La diffida porta la firma degli avvocati Giuseppe Domenella e Maria Lalla dello studio associato “Ciotti e Domenella”. La Simonetti dunque vuole definire la questione che la vede in ballo oramai da tempo immemore: chiede indietro quanto versato e la restituzione dell’immobile di vicolo Costa donato anni fa al Comune nell’ambito dell’operazione legata all’investimento su Piediripa: si tratta della chiesa di San Rocco dove nel frattempo la Giunta comunale lo scorso marzo ha approvato il progetto definitivo del restauro con i fondi Pnrr per un importo di oltre 1,6 milioni e recentemente i lavori sono iniziati (leggi l’articolo).
Poi chiede che il Consiglio comunale si esprima ufficialmente sul punto. Secondo fonti attendibili nella lettera di diffida si farebbe esplicito riferimento all’avvio di un’azione per danni nel caso di una mancata risposta. La lettera è stata inviata, per conto della “Flli Simonetti” al sindaco Sandro Parcaroli, all’assessore all’Urbanistica Silvano Iommi, al presidente del Consiglio comunale Francesco Luciani, al segretario comunale Francesco Massi, al dirigente dei Servizi Tecnici Tristano Luchetti e, per conoscenza, al governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli.
La missiva contiene l’invito a definire l’ter procedimentale avviato nel 2017 e sottolinea come la proposta abbia conseguito tutti i pareri favorevoli delle autorità competenti e che dal maggio dello scorso anno l’ufficio abbia formalizzato una proposta di delibera da portare all’esame del Consiglio comunale. Sembra in effetti strano che un’assise che viene convocata mediamente due volte al mese, spesso anche con ordini del giorno quasi inesistenti, non abbia ancora affrontato il tema. Tema spinoso evidentemente e comunque tale da creare divisioni, in particolare tra gli operatori del centro storico.
Nell’ottobre 2021 la presentazione del progetto del nuovo centro commerciale
Qualunque sia l’approccio dei politici di turno in maggioranza (al centrosinistra è nel frattempo subentrato il centrodestra) resta l’evidenza degli atti formali. Secondo i legali della F.lli Simonetti il Comune avrebbe margini ridottissimi di discrezionalità su una proposta corredata da pareri favorevoli di tutti gli Enti preposti. Simonetti, e i suoi legali, si aspetta dunque un sì e denuncia comunque l’ostruzionismo riservato alla proposta di variante che contrasta invece con la velocità di azione per i lavori di ristrutturazione del palazzo di vicolo Costa, la cui cessione gratuita, anni fa, aveva rappresentato l’intervento di interesse pubblico a fronte della variante sull’area di proprietà Simonetti.
Secondo la F.lli Simonetti il Comune è inadempiente e l’inerzia messa in campo nasconderebbe la volontà di non dare esecuzione alle opere nell’area di Piediripa. L’azienda osserva che il silenzio del Comune sta mettendo in allarme gli investitori con danni rilevanti. Quindi nella diffida si sintetizzano le richieste: restituzione dei 350mila euro versati, blocco dei lavori nel palazzo di vicolo Costa e portare entro 30 giorni dalla notifica la proposta di provvedimento all’esame del Consiglio comunale. Diversamente, si lascia capire, partirà l’azione legale per il risarcimento dei danni.
Del centro commerciale Simonetti si inizia a parlare nel 2014, allora era un parco commerciale visto che la norma regionale prevedeva soltanto la realizzazione di medie strutture di vendita con superficie massima di 2.500 metri quadri commerciali, dunque erano previsti capannoni vicini ma separati perché le grandi strutture erano bloccate. A firmare e presentare il progetto al Comune di Macerata fu l’ingegnere Corrado Perugini. Ai tempi dell’amministrazione Carancini, il nuovo regolamento permise la costruzione di grandi strutture di vendita e Simonetti si mosse di conseguenza riducendo la superficie da 33mila metri quadri a 27mila con un nuovo progetto ad impatto quasi zero, con utilizzo esclusivo di energie rinnovabili. Simonetti ha sempre detto che l’obiettivo che la struttura si pone è di essere occasione di incontro e non solo di shopping, così sono previsti spazi da dedicare alle attività sociali e culturali.
(redazione CM)
Ancora con questa contrarietà ideologica ai centri commerciali. In tutte le città in cui c'è un po' di vita un po' di movimento un po' di passaggio i centri commerciali sono uno attaccato all'altro e c'è solo tanta ricchezza da distribuire
Marco Lattanzi Giusto, un po come tagliare pini quasi secolari e piantare 4 piante di insalata.
Altro successone!!! Un trionfo di questa amministrazione da condividere però con la precedente. Cambiano gli amministratori ma i problemi restano, anzi si moltiplicano. Ma non si doveva cambiare rotta?
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Senza nulla indicare relativamente a questa “lottizzazione lunga”, appena scorgo “spazio da dedicare ad attività sociali e culturali”, inizio a dubitare. Come Cartesio. Meraviglia l’inerzia del Consiglio che non domanda, non chiede, non approfondisce.
Se la storia finisce in tribunale chi paga Pantalone? P.S. facendo una cosa del genere la viabilità andrebbe in sofferenza.
Da sclerotico, mi capita sempre di pensare male, non sapendo se con ciò ci azzecco, o meno… Andiamo ad un precedente: nella zona dove oggi sorge il CorridoMnia, non si doveva costruire in quanto zona pericolosa per le esondazioni del Chienti. Quindi era considerata zona “verde”… Poi la fecero diventare zona “artigianale”, quale prosecuzione della zona “industriale” già esistente, riempita nel tempo di civili abitazioni per favorire i soliti interessi edilizi dei soliti studi tecnici (all’epoca soprattutto Democristiani). Infine, da zona “artigianale”, quel posto, che doveva all’inizio essere “verde”, è diventata zona “commerciale” di largo consumo, a “beneficio” delle mandrie dei consumatori e a “maleficio” della esistenza stessa del capoluogo di Corridonia. A cui, tra poco, verrà dato il colpo finale mortale…
Un altro enorme supermercato a Piediripa, oltre al danno che farà al CorridoMnia, lo farà a capoluogo di Macerata, che sta sul cucuzzolo e rimirarsi i passati fasti culturali, di cui non frega più niente a nessuno… E chi non seppe di dire di “no” al cementificare ulteriormente Piediripa è stato – se ho ben capito – l’amministrazione precedente di centrosinistra.
Oggi la cosa è arrivata al ricatto: o il Comune mangia questa minestra, o lo facciamo saltare dalla finestra. Mi sembra di avere letto già che il sindaco Parcaroli sia favorevole al nuovo centro commerciale. Potrebbe, però, avere contrasti in maggioranza. La cosa che continua nel tempo è che di sicuro, al di là di chi comanda, i “soliti noti” interessati continuano ad agire dove possono avere un vantaggio: a Macerata, come a Corridonia, come a Porto Civitanova. E come dappertutto… E il popolo “bove” pascola indifferente… Per poi lamentarsi quando tutto è perduto. Senza più l’onore, né la vita che viene sacrificata (mi sto riferendo all’Ucraina).
Il nuovo centro commerciale è una priorità, bisogna assolutamente farlo, come potremmo vivere senza…
È bello essere pagati così senza dover rendere conto a nessuno di niente nemmeno delle cagate più clamorose. La colpa è tutta nostra purtroppo.
Ancora centri commerciali…sappiamo benissimo che sono solo ‘ centri culturali e sociali.’..,come dichiarato nell articolo,nn pensiate male! Considerando che il centro storico di Mc è molto frequantato, pertanto per svuotarlo invitiamo la gente a frequentare Piediripa, dove nn ci sono altri centri commerciali! E che dire dello spauracchio dei 350.000 euro, per il Comune di Mc sono briciole considerando che abbiamo regalato un contributo straordinario a perderdere per lo Sferisterio di 100.000 euro. Scusate il poco sarcasmo!
Alcune domande.
A cosa serve un nuovo grande centro commerciale in una zona dove già ne sorgono due e dove il traffico è asfissiante?
Quale analisi di mercato può sostenere una edificazione del genere, collocata in un bacino di utenza già intasato?
Perchè si continua a ingolfare il bacino del Chienti, lasciando sempre ai margini, anche come collegamenti, quello del Potenza?
Perchè il centrosinistra, che a suo tempo l’ha autorizzato, oggi alza vibranti grida di protesta e attacca la giunta attuale?
La giunta attuale può trovare un motivo di opposizione nel fatto che inizialmente si parlava di parco commerciale, oggi invece di centro commerciale?
E poi sono sicuro che non metteranno i bus per arrivarci. Per scendere a Piediripa da Macerata e risalire siamo al limite del viaggio della speranza. Ci vanno un paio d’ore per un paio di chilometri