Il centro commerciale dal ’90 ad oggi
«Se la Provincia darà parere favorevole
non si potrà impedire la realizzazione»

MACERATA - La ricostruzione, atti alla mano, del progetto ripresentato ultimamente da Simonetti per Piediripa. L'assessore Silvano Iommi: «Se supererà la Vas, il permesso a costruire diventerà atto dovuto con il pagamento di 4,5 milioni di oneri di urbanizzazione, inoltre 1,2 milioni andranno al centro storico. Al momento il Comune ha 960mila euro di debito col privato»

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Il progetto del mega centro commerciale presentato da Simonetti

 

 

di Matteo Zallocco

«Noi ci siamo ritrovati agli ultimi 100 metri di un percorso di 100 chilometri». Così Silvano Iommi, assessore all’Urbanistica del Comune di Macerata, mentre ricostruisce con Cronache Maceratesi il lungo iter del maxi centro commerciale Simonetti a Piediripa. Una storia che nasce dal lontano 1990 e che è tornata in auge due settimane fa con la presentazione alla stampa del progetto dei fratelli Simonetti (leggi l’articolo). «Quell’area, ex Costa, era già destinata urbanisticamente ad attività commerciali sin dai primi anni ’90 – spiega Iommi – in occasione della revisione del Piano regolatore. Area che Simonetti acquistò 10 anni dopo, successivamente a una seconda variante urbanistica fatta dall’Amministrazione Maulo nel ’97 con il piano Canzian».

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L’assessore Silvano Iommi

Nel 1998 entra l’Amministrazione Menghi di cui Iommi era assessore all’Urbanistica, proprio come oggi: «Noi in Consiglio comunale riducemmo di 2/3 la volumetria pensata ma non cambiammo la destinazione dell’area, passata a direzionale e terziaria nel piano Canzian che indicava anche l’arretramento della Carrareccia più a monte».

Poi tutto tacque per sei anni, almeno negli atti ufficiali: «Nel 2004 venne firmato un protocollo d’intesa tra i comuni di Corridonia e Macerata e la Provincia per il collegamento con lo svincolo di San Claudio (poi mai realizzato) in cui era prevista la bretella Carrareccia – Valleverde».

Quindi ancora un vuoto negli atti fino a gennaio 2008 «quando con una delibera del Consiglio comunale (secondo mandato Meschini) venne adottato l’accordo per lo svincolo e anche la cessione gratuita da parte di Simonetti di un immobile in centro storico, l’ex chiesa di San Rocco in vicolo Costa, per un valore di 610mila euro. Una sorta di acconto sugli oneri di urbanizzazione», spiega Iommi. «L’assise adottò una variante sull’area Simonetti e riportò la destinazione in commerciale com’era nei primi anni ’90. Venne anche ripristinata tutta la potenzialità volumetrica che l’amministrazione Menghi aveva consistentemente ridotto». 

Nel novembre del 2008 arrivò però un parere di non conformità dalla Provincia (presidente Silenzi) «perché la viabilità di collegamento con la superstrada apparve lontana dal realizzarsi in tempi brevi per la carenza finanziaria dei vari soggetti pubblici coinvolti. Nel marzo 2010 (presidenza Capponi) questo parere divenne positivo e si sblocca definitivamente la delibera del Consiglio comunale». 

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La seconda giunta Carancini

A questo punto Simonetti per agevolare la realizzazione del centro commerciale (nel progetto iniziale erano previsti 8 capannoni separati) «si impegnò con una polizza fideiussoria (2 milioni di euro in quattro rate fino al 2014) per garantire una sua compartecipazione alla costruzione delle opere viarie: la Carrareccia – Valleverde, l’aumento da due a quattro corsie della provinciale a Piediripa e l’adeguamento delle due rotatorie. Siamo al marzo 2010 e questo fu l’ultimo atto sotto l’amministrazione Meschini (assessore al commercio Stefano Di Pietro)».

Tre mesi dopo, appena entrata in carica la Giunta Carancini «con una delibera il Consiglio comunale adottò definitivamente la variante PLVII e venne definitivamente ripristinata la destinazione commerciale. Da quel giugno del 2010 è a tutti gli effetti operativa la lottizzazione Simonetti», osserva Iommi. «L’11 novembre 2012 il Comune sollecitò la prima rata di quella fideiussione ma i legali della Simonetti la respinsero, osservando che quella somma era finalizzata alla realizzazione della bretella Carrareccia – Valleverde per la quale ancora non c’era neanche un progetto. Simonetti comunque per confermare la propria disponibilità nel dicembre del 2012 versò un anticipo di 150mila euro. Seguiranno altri 200mila euro e per questo attualmente il Comune, considerando anche l’edificio di vicolo Costa, ha un debito di 960mila euro».

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I fratelli Simonetti con i loro consulenti

Nel 2015 la Regione ampliò la legge sul commercio e stabilì «che tutte le superfici commerciali superiori a 2500 metri quadrati diventassero grande distribuzione. Questo – osserva Iommi – dopo la realizzazione dei centri commerciali come il Castagno e il Corridomnia che aveva bypassato le procedure realizzando diversi capannoni uno di fianco all’altro per rientrare nella piccola e media distribuzione. A differenza di tante varianti (come Valdichienti, Oasi, Coop ai Salesiani) l’area Simonetti rientra a pieno titolo della pianificazione urbana del 1990. Dopo la modifica della legge regionale, Simonetti realizzò il nuovo progetto, quello presentato pubblicamente nelle scorse settimane e che il Comune nel dicembre del 2017 trasmise alla Provincia che a sua volta stabilì che la lottizzazione doveva essere sottoposta al Vas (verifica ambientale strategica) con una serie di integrazioni che Simonetti ha presentato adesso e che noi rigiriamo alla Provincia. Se arriverà un parere favorevole la procedura sarà conclusa e la ditta otterrà il permesso a costruire – conclude l’assessore Iommi – A quel punto noi potremmo solo chiedere miglioramenti, il permesso a costruire diventerà atto dovuto previo pagamento degli oneri di urbanizzazione stimati in circa 4,5 milioni, a cui si aggiungeranno circa 1,2 milioni per la Regione che dovrà investirli nel centro storico della città. Sarà poi la Regione a dover rilasciare la licenza commerciale». 

«Nessun centro commerciale senza bretella tra Carrareccia e Valleverde»

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