Paolo Pinamonti, direttore artistico del Macerata Opera Festival
L’incarico al teatro San Carlo di Napoli rischia di costare caro al direttore artistico del Macerata opera festival, Paolo Pinamonti: 540 mila euro. Questa la cifra, secondo quanto riportato da quotidiani veneti, che la Corte dei conti del Veneto ha ordinato a Pinamonti (che può fare ricorso) di risarcire all’università di Ca’ Foscari, dove insegna “Musicologia e storia della musica” con un contratto di ricercatore universitario.
La sentenza fa riferimento al fatto che tra il 2015 e il 2020 Pinamonti oltre che per Ca’ Foscari ha lavorato come consulente e poi direttore artistico del teatro San Carlo. La contestazione riguarda la legge 165/2001 che in sostanza dice che se si lavora per l’università non si può svolgere la libera attività professionale a meno che l’ateneo non lo autorizzi. E in questo caso c’è l’obbligo di riversare i compensi ricevuti all’amministrazione di appartenenza. A presentare un esposto contro Pinamonti, che ricopriva il prestigioso incarico al teatro San Carlo era stata, nell’aprile del 2022, la rettrice di Ca’ Foscari Tiziana Lippiello. Ne è nato un procedimento disciplinare interno, che si è concluso con 5 mesi di sospensione. Intanto però la procura della Corte dei conti ha avviato le sue indagini, sfociate in un processo contabile: dei giorni scorsi, la sentenza di condanna, con l’ordine di versare a Ca’ Foscari tutto quanto guadagnato come direttore artistico al San Carlo. Pinamonti si era difeso dicendo di aver agito in buona fede e nella convinzione di non violare alcuna disposizione di legge. Dall’ufficio stampa del Mof fanno sapere che Pinamonti non intende rilasciare dichiarazioni.
(redazione CM)
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La legge non ammette ignoranza. Non poteva non sapere. Forse si tratta di una pratica diffusa e allora sorge la domanda: quanti sono i docenti – ma anche i medici etc. – che si comportano così?
Non ci vedo niente di male, anzi: trovo che sia una legge strana. L’Università, tempio della ricerca e dunque anche della libertà, non credo possa arrogarsi una sorta di diritto di esclusiva sul proprio corpo docente. Infatti, prestare opera di direzione artistica o consulenza in un teatro non lede in nessun modo l’attività di docenza; a meno che l’Ateneo non sia contemporaneamente un teatro, e dunque si venga a creare una concorrenzialità. Ma non mi pare il caso del Ca’ Foscari.
Direi anzi che avere un docente, che svolge anche attività di prestigio sul campo, qualifica maggiormente l’ateneo in cui questi insegna.
Per il sig. Davoli. Se la legge è sbagliata si corregge, ma intanto va rispettata. Come fece Socrate, che arrivò a bere la cicuta
https://www.centrostudilivatino.it/13-processo-a-socrate/#:~:text=Il%20pi%C3%B9%20famoso%20dei%20filosofi,ricco%20di%20pathos%2C%20il%20Fedone.
@Aldo Iacobini
La ringrazio per la lezione di filosofia su Socrate. Come lei ha saggiamente intuito, non l’avevo mai sentito nominare.