Il diluvio si abbatte sul Parcaroli bifronte
Da sindaco dice “State a casa, si rischia”
Ma da capo del Mof vuole andare in scena

IL COMMENTO di Carlo Cambi - Il pasticcio di venerdì sera per Carmen Danza fa emergere le enormi contraddizioni che ci sono nella gestione del’amministrazione di Macerata. E’ ormai tempo di liberare il festival lirico dalla gestione della politica e di restituire allo Sferisterio una piena fruibilità. Il bilancio in perdita, il primo da anni, ha spinto a osare oltre il possibile: tenere in piedi uno spettacolo che era evidente non potesse svolgersi. Con un enorme danno d’immagine e possibili conseguenze anche legali

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L’attesa sotto l’acqua davanti allo Sferisterio (nel riquadro il sindaco Sandro Parcaroli)

di Carlo Cambi

Molti anni fa, Alberto Fremura, pittore e vignettista erede “morale” di quel Gabriele Galantara di cui le terre maceratesi si sono colpevolmente obliate, e Piero Magi, inviato di razza, dettero alle stampe per Bonechi un libretto che aveva in copertina un facsimile di telegramma: “Esaminati ultimi cinque anni di cronaca mondiale et constata demenziale gestione cultura, economia, politica et vita umana, preghiamo vostra onnipotenza divina accogliere nostro accorato appello: urge diluvio, stop.”

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Carlo Cambi

A occhio venerdì 4 agosto a Macerata l’appello è stato accolto, ma non ha sortito l’effetto sperato dai due autori. Semmai ha dilavato la presunta capacità organizzativa attribuita ad alcuni degli amministratori maceratesi facendo emergere la necessità di ciò che non è più rinviabile: una profonda riforma dell’uso dello Sferisterio e una definitiva separazione della gestione del Mof (inteso come Macerata opera festival) dalla politica. Doveva essere questo il primo atto della nuova maggioranza. Di certo se questa separazione e questa radicale riforma della governance dello Sferisterio si fossero attuate si sarebbero evitate brutte figure come quelle di venerdì sera frutto di una continua ansia da prestazione che attanaglia la gestione della politica culturale.

sferisterio-1-325x183I guasti di venerdì sera sono il frutto avvelenato di un’ingerenza in parte indebita in larga parte infruttuosa della politica nelle scelte del Mof. Per comprendere la gravità di quanto accaduto bisogna risalire all’insostenibile conflitto se non di interessi almeno di attribuzioni e di ambiti che è in capo a Sandro Parcaroli e che da solo giustifica ampiamente la necessità di separare la gestione del Mof da quella del manufatto Sferisterio. Il sindaco nelle sue giuste attribuzioni preso atto dell’allerta meteo di grado arancione (il secondo più elevato ) diramato per il 4 agosto dalla Protezione Civile ha disposto l’allerta del Coc (è il coordinamento comunale per le emergenze) e ha messo in allarme due squadre di pronto intervento. Non solo; in una nota diretta ai cittadini s’è raccomandato: “Si consiglia, ove possibile, di mettere a riparo i veicoli in quanto sono previste grandinate, di tenersi lontani dai fossi e dalle aree che normalmente accumulano acqua e di uscire solo se strettamente necessario.” Questo fin dal mattino.

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Spettatori in attesa anche sotto l’arco

Lo stesso Sandro Parcaroli però in qualità di presidente dell’Associazione Sferisterio che organizza il Mof e da cui dipendono tanto il sovrintendente Flavio Cavalli quanto il direttore artistico Paolo Pinamonti ha tenuto in piedi lo spettacolo in programma per la sera di venerdì. E’ appena il caso di notare che a Senigallia il sindaco Massimo Olivetti con la stessa allerta meteo arancione ha annullato tutti gli eventi all’aperto. Poiché appare un comportamento evidentemente contradditorio quello del sindaco di Macerata che come tale c0nsiglia ai cittadini di stare in casa e come organizzatore di spettacoli tiene sotto la pioggia battente centinaia di persone generando altri possibili rischi – viale Puccinotti e viale Trieste erano allagati, la deviazione consueta del traffico per isolare lo Sferisterio ha creato code lasciando le auto in mezzo a un torrente in piena, pattuglie di vigili urbani che sarebbero state necessarie altrove sono state impiegate a sorvegliare inutilmente gli ingressi dell’Arena – ed esponendo il Comune ad una possibile richiesta danni.

La pervicacia con cui si è insistito nel dire che lo spettacolo ci sarebbe stato mentre su Macerata e nel maceratese cadeva il doppio di pioggia che nel resto della regione (pure tutta ricompresa nell’allarme arancione) ha del grottesco se non del colpevole. Solo alle 21,30 Cavalli ha annunciato a un pubblico basito per la disorganizzazione che lo spettacolo veniva annullato. Il contraccolpo d’immagine è severo: non già perché salta la rappresentazione, ma per come tutto è stato gestito.

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Il direttore artistico Paolo Pinamonti e il sovrintendente Flavio Cavalli

Può un sindaco che avverte la popolazione di un pericolo esporre la medesima popolazione a un rischio? Segue chiedersi: perché accade? E qui bisogna andare a cercare i non detti. Si sostiene che questa edizione del Mof è un enorme successo. Da venerdì sera è consentito dubitarne se è vero com’è vero che il sovrintendente ha proposto a chi aveva i biglietti per Carmen Danza di convertirli in quelli per la Lucia di Lamermoor del 14 o 17 agosto. Vuol dire che vi è un’ampia disponibilità di posti. E se da questa malagestio dell’evento di venerdì sera derivasse un danno erariale? Per tutta la serata di venerdì si è fatto appello al contratto che prevedeva la possibilità di aprire il sipario fino alle 23. Un tale attaccamento si giustifica solo con la inderogabile necessità di denari da parte del Mof. E qui occorre un’ulteriore notazione.

Lo scorso esercizio del Mof si è chiuso, per la prima volta da dieci anni, con un passivo di 200 mila euro. Ma se il Comune finanzia, se il sindaco organizza allora il passivo è tutto in capo alla politica, ma pagarlo sono i cittadini che peraltro non hanno neppure eletto l’assessore alla cultura (con 54 preferenze ha un consenso condominiale).

Sono gli stessi cittadini che hanno aspettato ore davanti allo Sferisterio sotto il diluvio, gli stessi che increduli assistevano al mantenimento dello spettacolo in cartellone pur in presenza di un severo allarme di protezione civile. Qui occorre domandarsi se l’interferenza della politica sia di giovamento o meno al Mof. Si sa che Paolo Pinamonti voleva lodevolmente mettere quest’anno in cartellone un Don Carlo prodotto dal teatro dell’opera di Vienna (il che avrebbe consentito di riallacciare rapporti con quella prestigiosissima istituzione culturale e musicale) che lo concedeva a un prezzo di favore. Pare che dall’assessorato alla cultura sia arrivato a gennaio un input negativo: il Don Carlo non si può fare perché a Macerata porta male (sic!). Questo ha costretto Pinamonti a riscrivere il cartellone – non a caso uscito con gravissimo ritardo il che ha compromesso tanto la ricerca di sponsor quanto la predisposizione di pacchetti turistici – affidandosi alla decima, si legga decima, rappresentazione della Traviata degli Specchi. Viene da domandarsi se non sia il caso di smontare tutto.

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Grande successo quest’anno per i concerti di Sferisterio Live

Un’idea c’è: trasformare la gestione dello Sferisterio, inteso come edificio, in una Fondazione per metterlo a reddito e a generale fruizione. Questa Fondazione deve essere in capo al Comune. Si è sentito dire che i concerti ben organizzati dall’assessore agli eventi e al turismo – che certo soffre nel vedere che il Mof non deposita presenze e fatturato turistici in città – Riccardo Sacchi sono antinomici alla lirica. Basta questo per dire come vi sia una distorsione nella percezione dello Sferisterio: quei concerti sono una delle poche voci vitali (e attive) nella programmazione estiva della città. Sul frontone dell’arena è ben scritta da due secoli la sua ragion d’essere: ad ornamento della città e a diletto pubblico.

I cento consorti – che non furon cento – sono stati traditi nella loro dedicazione. Si è sostanziata quella che Wilhelm Wundt definirebbe una “eterogenesi dei fini”. Lo Sferisterio da spazio dedicato a diletto pubblico è diventato spazio a esclusivo diletto di un determinato pubblico sempre più rarefatto. L’avere schiacciato – così come sta accadendo su un altro fronte per palazzo Buonaccorsi – lo Sferisterio sulla esclusiva fruizione del teatro di tradizione genera una nefasta somma algebrica: l’insostenibilità dello Sferisterio, il deperimento del teatro di tradizione. Da questa constatazione nasce la necessità di ripensare il rapporto Sferisterio- lirica, Sferisterio-Macerata che si porta dietro l’urgente riorganizzazione della governance tanto del manufatto quanto del Mof.

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Il sindaco, presidente della Provincia e dell’Associazione Sferisterio alla prima della stagione lirica

E’ vero che il teatro di tradizione senza contributo pubblico non sta in piedi, ma appunto mettendo a reddito lo Sferisterio si può generare la risorsa che serve a un Mof finalmente liberato dall’ingerenza politica e totalmente destinato al diletto pubblico e all’approfondimento culturale. Ad esempio per rendere omaggio a Dante Ferretti si potrebbe riallestire La Capinera musicata da Gianni Bella su libretto di Mogol ripreso dalla Storia di una Capinera di Giovanni Verga di cui il grande maceratese fece la regia nella prima mondiale al Bellini di Catania cinque anni fa. Per fare questo occorre però avere una nuova visione della città e dell’amministrazione.

Il diluvio di contraddizioni e incompetenze che si è abbattuto su Macerata venerdì sera rende invece palese che in Comune va in scena un’antica favola di Fedro che recita così: “Un corvo aveva trovato un bel pezzo di formaggio: volò sul ramo di un albero per mangiarselo in santa pace. Ed ecco passare di là una volpe furbacchiona, che notò quel magnifico formaggio. Subito pensò come rubarglielo. Salire sull’albero non posso, si disse la volpe, perché lui volerebbe via immediatamente, ed io non ho le ali… Qui bisogna giocare d’astuzia! Che belle penne nere hai! – esclamò allora abbastanza forte per farsi sentire dal corvo; – se la tua voce è bella come le tue penne, tu certo sei il re degli uccelli! Fammela sentire, ti prego! Quel vanitoso del Corvo, sentendosi lodare, non resistette alla tentazione di far udire il suo brutto crà crà!, ma, appena aprì il becco, il pezzo di formaggio gli cadde e la volpe fu ben lesta ad afferrarlo e a scappare.” Fedro aggiunge anche un’altra frase che non ripeto per non diventare offensivo. Chi sia il corvo e chi la volpe è compito di chi legge scoprirlo. A Macerata anche se diluvia show must go on, perché come dimostra il bilancio in perdita del Mof ci sono impellenti ragioni di cassetta.

Allagamenti allo Sferisterio, Carmen Danza annullata (Foto)

Circe tra allagamenti, danni e disagi «Fino a 40 mm di pioggia nel Maceratese» Sferisterio, lunga attesa sotto l’acqua

 

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