Omicidio Alika,
manifestazione coi sindacati:
«Fondamentale uno sforzo comune»

CIVITANOVA - Organizzato un presidio in piazza XX Settembre per mercoledì alle 21. Hanno aderito, oltre a Cgil, Cisl, Uil, anche Pd, Anpi, Sinistra italiana, Libera, Amnesty e diverse organizzazioni umanitarie

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Il presidio organizzato dalla comunità nigeriana in corso Umberto I sabato mattina

 

I sindacati e le organizzazioni umanitarie impegnate nell’accoglienza e nell’inclusione organizzano un presidio a Civitanova, dopo la tragica morte di Alika Ogorchukwu: l’appuntamento è per mercoledì nel cuore della città, in piazza XX Settembre, alle 21. L’appello giunge dopo la manifestazione organizzata per sabato 6 agosto dal “Comitato 29 luglio” (leggi l’articolo) ed è rivolto alle istituzioni, alle comunità, al mondo dell’associazionismo religioso e laico, sociale e culturale, ai partiti, ai movimenti e a tutti i cittadini che credono «nel valore della pace, della persona, della vita, della solidarietà e della democrazia per aderire». Le organizzazioni firmatarie e che parteciperanno alla manifestazione sono: Refugees Welcome Macerata, Cgil, Cisl, Uil, Arci, Anpi, Libera, Amnesty International Marche, Rete degli studenti medi Marche, Gris Marche, Cnca Marche, Officina Universitaria, Articolo 1, Macerata Bene Comune, Sinistra Italiana, federazione provinciale Partito Democratico, Demos Democrazia solidale, Partito Democratico circolo di Macerata e Auser.

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Alcuni esponenti del Pd sul luogo dove è stato ucciso Alika

«Come organizzazioni maceratesi/marchigiane impegnate nella promozione e nella difesa dei diritti, nella costruzione di una comunità pacifica e inclusiva, rispettosa delle diversità e attenta ai bisogni dei più fragili, e quindi di tutti, esprimiamo dolore e sconcerto per l’insensato atto di brutalità che ha portato alla morte di Alika Ogorchukwu, un giovane uomo, che provava ogni giorno, con i mezzi che aveva a disposizione, a garantire una vita dignitosa, un futuro alla sua famiglia, al suo bambino, una speranza – scrivono in una nota -. È davvero impossibile comprendere come si possa arrivare a riversare tanta rabbia cieca su una persona, ad esprimere in un gesto così efferato, barbaro il disprezzo per la vita umana. E’ assurdo pensare che un incontro casuale su un marciapiede, in pieno centro città possa scatenare una tale violenza, consumata sotto gli occhi attoniti di tanti che hanno assistito e fissato in immagini quanto accaduto, ma senza riuscire a fare un qualunque gesto che potesse evitarlo».

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La vittima, Alika Ogorchukwu

«Si tratta di una tragedia che ci interroga, prima di tutto come persone, spesso diventate ostaggio della paura del diverso, dell’insicurezza economica, dell’instabilità politica e sociale tanto da renderci incapaci di provare ogni empatia nei confronti dell’altro, di avere occhi per guardare oltre il nostro piccolo cortile che abbiamo eretto a fortino – prosegue la nota -. Ma la morte di Alika ci interpella anche come comunità, che si è smarrita, disgregata, che ha sostituito la coesione con la contrapposizione, che non protegge più i suoi membri, ma li giudica, li emargina e li rifiuta, che vive un forte ritardo culturale sui temi del rispetto dei diritti, dell’accoglienza, della comunione, della solidarietà, che ha perso la capacità di progettare per il bene comune. Oggi è il momento del dolore, di stringerci alla famiglia di Alika, alla comunità nigeriana così profondamente ferite da questa assurda morte, ma è soprattutto il momento della responsabilità, dell’impegno perché questo non accada più. È fondamentale uno sforzo comune per superare le contrapposizioni, le distanze, per recuperare un atteggiamento, un linguaggio di comunione, di compassione, di solidarietà – conclude il testo -. Come organizzazioni sentiamo urgente un lavoro di contaminazione, di testimonianza, di radicamento di una cultura che sa comprendere, accogliere e non giudicare, che sia in grado di includere e riconoscere la dignità di ogni persona».

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