Sara Tomani
di Monia Orazi
Solo quattro progetti presentati per la ricostruzione nel centro storico di Visso, una nuova piazza che non è funzionale ad attività come i mercati, la mancanza di progettualità: sono queste le criticità principali nella gestione post terremoto denunciate da Sara Tomani, capogruppo della minoranza consiliare “Tutti per Visso”.
«Non vediamo la ricostruzione del centro storico di Visso, che dal 2016 è rimasto “pietrificato” come nella favola della bella addormentata nel bosco, in attesa che arrivi a risvegliarla dal sonno eterno. Poco vediamo e poco sappiamo direttamente, perché è volontà di questa amministrazione tenerci fuori da ogni tipo di evento e/o incontro di interesse “comunale” dove ci sia interazione con le fonti ufficiali (Usr, struttura commissariale e altro), nonostante più volte richiesto al sindaco anche formalmente.
Il nostro non-coinvolgimento, più volte denunciato anche attraverso i media, rimane una costante in tutti gli ambiti di intervento di questa amministrazione. La ricostruzione privata, nonostante i ritardi che sono sotto gli occhi di tutti, procede. Molti i cantieri aperti con l’unico rammarico che, laddove i progetti fossero stati stati presentati subito, il risparmio sarebbe stato rilevante sia alla luce dell’escalation dei prezzi dei materiali, ma anche sotto il profilo dei rientri nelle proprie abitazioni per quei nuclei, intenzionati a tornare, che ad oggi sono ancora lontani».
Da sinistra Sara Tomani, Anna Cherubini e Luca Testa
Per la minoranza, l’ormai prossima demolizione di parti del centro storico, potrebbe non lasciare spazio ai cantieri: «Il nostro timore, comunque, è che queste demolizioni non lasceranno spazio all’immediata ricostruzione del nostro centro storico. Questo probabilmente perché con i pochi progetti presentati, uno entro le mura e tre fuori, non riteniamo corretto poter parlare di ricostruzione avviata o prossima.
Anzi, queste demolizioni senza una progettualità definita e pronta a partire, soprattutto per quanto riguarda la parte pubblica, a nostro avviso lasciano spazio al timore di vedere aprirsi un’altra ferita: vedere ridotto in macerie il nostro centro storico per molto tempo in attesa della partenza di cantieri che attendono la presentazione di progetti con tempi potenzialmente lunghi. Ci interessa il perché i nostri figli non stanno giocando in piazza o perché i nostri anziani se ne sono andati e se ne stanno andando senza rivederla».
Nell’analisi di Sara Tomani saranno strategiche le future aree Sae e va modificata la nuova piazza, dove non si può svolgere il mercato, per renderla attrattiva per i tre comuni della Valnerina: «Visso notoriamente non possiede aree edificabili da vocare a strutture di interesse pubblico, turistico, per uno sviluppo residenziale o economico-produttivo. Pertanto le aree sae in un futuro che comunque, visto come procede la ricostruzione, non sembra vicino, potrebbero assumere un’importanza strategica per una comunità che intende rimanere sul territorio e soprattutto per uno sviluppo e crescita dell’intero tessuto economico locale.
Nel caso della nostra nuova piazza, che ricordiamo essere una “struttura emergenziale”, anche se inaugurata a sei anni dal sisma, nulla rispecchia quello che sarebbe dovuto essere per Visso e la sua comunità. Non è un luogo di ritrovo, ma di passaggio, non vi si affacciano i negozi ma i “retrobottega”, la maggior parte delle attività si accede da una “galleria” che non vede mai il sole, esposta a corrente e sicuramente con poca capacità di attrarre chi era abituato al gioiello conosciuto in tutt’Italia.
Non si può svolgere alcun tipo di mercato, grande o piccolo che sia, rionale o d’antiquariato, niente di niente perché la pavimentazione e il suo sottostante non lo consentono. Nella nuova piazza, dopo quasi 7 anni dal sisma, non tutte le attività commerciali e soprattutto merceologiche hanno riaperto. Va adeguata alle reali esigenze della comunità, cercando di renderla centro attrattivo e di riferimento dei tre comuni della montagna maceratese e crocevia di interesse turistico ambientale».
Per il rilancio economico e sociale di Visso, spiega Sara Tomani si deve lavorare «progettando e condividendo con gli attori locali strategie di sviluppo e soprattutto di supporto. Incentivando nuove attività sul territorio, da integrare nel contesto locale per offrire concrete opportunità di resilienza e soprattutto per bloccare e invertire l’esodo a cui stiamo assistendo ormai da tempo.
Combattendo quelle “burocratiche e politiche” scelte di depauperamento dei servizi, ad esempio la scuola, che sono un diritto fondamentale e le basi di un vivere sereno e dignitoso nel nostro territorio. Supportando quelle attività a vocazione agro-silvo-pastorale per consentirne la permanenza e lo sviluppo. Il rilancio “sociale” parte mettendo in primo piano, coadiuvandolo, quel tessuto locale fatto di associazioni e volontariato che da sempre ha fatto la differenza».
Un rammarico è la mancanza di strutture sportive disponibili, fa notare la consigliera di minoranza: «La scelta di non avere più alcuna struttura sportiva se non un ex-campo da tennis reso polifunzionale senza spogliatoi agibili, parte da un cambio di destinazione del campo da calcio, con conseguente morte della società sportiva fino ad arrivare all’eliminazione dello storico campo da tennis del Laghetto che, senza motivo alcuno, ha lasciato spazio ad una struttura calisthenics sicuramente di moda ma non equiparabile alla funzione collettiva e polivalente che aveva in precedenza. Programmazione, E’ sicuramente ciò che è mancato sinora. Senza una pianificazione organizzata su ogni ambito di interesse, è sicuramente difficile ricostruire e progettare un futuro che porti ad un rilancio economico ma soprattutto “umano” della città di Visso e della sua gente».
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