«Sisma, le casette donate agli agricoltori?
Acquistate illegittimamente all’asta,
due assessori devono dimettersi»

FIASTRA - I consiglieri d'opposizione denunciano che le strutture, dopo la gara indetta dal Comune, sono state comprate dalla moglie del vicesindaco Claudio Castelletti e dall'esponente della giunta Stefano Baldi. «Violato il codice civile, il sindaco intervenga. Gli atti vanno annullati, una vicenda squallida»

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Una delle casette donate dopo il sisma ad allevatori e agricoltori in difficoltà

di Giovanni De Franceschi

Le casette in legno donate ad agricoltori e allevatori in difficoltà dopo il sisma, sono state messe all’asta dal Comune. E due di esse se le sono aggiudicate la moglie del vicesindaco e un assessore al prezzo di 350 ognuna. E’ quanto denunciano i gruppi di opposizione, che parlano di una vicenda «squallida» e chiedono una spiegazione al primo cittadino Sauro Scaficchia, l’annullamento della gara e le dimissioni dei due esponenti della giunta. I consiglieri Marcello Cocci, Giancarlo Ricottini, Stefano Blanchi e Laura Sestili denunciano infatti una palese violazione dell’articolo 1471 del Codice civile, che vieta agli amministratori di partecipare alle gare degli enti che amministrano.

Tutto inizia dopo le scosse del 2016, quando il comune lombardo di Cesate organizza, dopo aver parlato con l’allora sindaco di Acquacanina Ricottini, oggi consigliere d’opposizione a Fiastra, una raccolta fondi con alcune associazioni del territorio e decide di acquistare tre casette in legno, da circa 12 metri quadrati ognuna, da donare ad agricoltori o allevatori rimasti senza stalle e strutture. Non si tratta di vere e proprie casette, ma di prefabbricati dove poter al massimo tenere animali o attrezzi. I volontari arrivano ad Acquacanina ed installano le tre strutture vicino alle abitazioni di altrettante persone bisognose che erano state indicate dal sindaco stesso. Pochi mesi dopo, a gennaio 2017, il Comune di Acquacanina viene accorpato a quello di Fiastra. Passano altri mesi e nel 2018 uno degli assegnatari delle casette muore in ospedale, la sua struttura viene spostata in località Bolognesi a Fiastra, mentre le altre due restano dov’erano. Nel 2020 la minoranza di Fiastra ne chiede conto al sindaco Scaficchia. «Il manufatto – spiega il sindaco nella sua risposta scritta –  fu spostato in quanto erano in corso lavori edili di riparazione danni e miglioramento sismico di un edificio privato e delle case popolari di Meriggio ed era di intralcio per le manovre dei mezzi pesanti delle ditte affidatarie dei lavori. Il manufatto, a richiesta, fu temporaneamente spostato in località Bolognesi di Fiastra». «Il sindaco – spiega la minoranza – in pratica ci ha risposto che la casetta era stata richiesta verbalmente dallo zio dell’allora sindaco Claudio Castelletti, il quale ne aveva bisogno per le sue attività. Il terreno dove fu spostata era infatti abitualmente in uso del sindaco Castelletti». Poi è morto anche lo zio del sindaco Castelletti e la casetta, ha spiegato sempre Scaficchia nella risposta all’interrogazione, è rimasta «a disposizione di chi ne abbia necessità e ne faccia richiesta».

casette-fiastraMa la vicenda non finisce qui, perché l’anno scorso la giunta decide di regolarizzare la situazione, incarica gli uffici di fare una perizia sul valore di ciascuna casetta e le mette all’asta con una gara pubblica. Sul finire del 2022 la gara.  «Le tre casette – spiega la minoranza – sono state assegnate e vendute per 350 euro ciascuna a uno dei primi assegnatari e le altre due una all’assessore Stefano Baldi e l’altra alla moglie dell’attuale vicesindaco Claudio Castelletti. La questione però non è limpida in quanto l’articolo 1471 del codice civile (e il buon senso oltre che l’etica) vietano agli amministratori di acquistare beni di proprietà dell’ente amministrato e vietano anche di partecipare alla gara sia direttamente che per interposta persona. Data la modesta entità del valore dei beni è una questione di principio e anche una questione morale alla quale non siamo disposti a passare sopra». Da qui la nuova interrogazione che verrà discussa nel prossimo Consiglio utile, insieme a una mozione per chiedere le dimissioni di Baldi e Castelletti e una proposta di delibera per l’annullamento della gara con cui sono state assegnate quelle casette.

La minoranza chiede adesso al sindaco se «nelle diverse fasi della procedura di gara il segretario comunale, con incarico di responsabile della Prevenzione, corruzione e trasparenza sia intervenuto per segnalare a lei e all’Ufficio tecnico, l’anomalia della partecipazione dell’assessore Baldi nonché la necessità di una verifica circa la legittimità della partecipazione della moglie del vicesindaco Castelletti». «Gli assessori Baldi e Castelletti – continua l’opposizione – essendo membri della giunta, erano a conoscenza delle intenzioni della stessa in merito alla volontà di alienare i beni, e la condizione che Castelletti non abbia partecipato alle due sedute di giunta nulla toglie alla gravità delle azioni, in quanto, intenzionalmente, a nostro avviso, uno dei due avrebbe violato una norma di legge, mentre l’altro potrebbe essere incorso nella medesima violazione se accertata. In entrambi i casi, comunque, traendo un ingiusto vantaggio e recando un danno all’amministrazione comunale la quale sarà costretta ad annullare gli atti di gara e a predisporre le pratiche per rientrare in possesso dei beni illegittimamente acquisiti. Dopo essere venuto a conoscenza dei fatti esposti, la legge impone di agire, mentre il perseverare dell’inerzia di certo condurrebbe i soggetti preposti nella condizione di connivenza, generando le stesse responsabilità nel caso addebitate ai due assessori».

 



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