Sae, il Comune batte cassa:
chiesti oltre 2mila euro di affitto e arretrati

MONTE CAVALLO - Dopo quello di Ussita, un altro caso di soldi chiesti a una terremotata: dovrà pagare per il periodo che va dal 23 agosto 2017 al al 31 marzo 2023

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Una sae

di Monia Orazi

Si estende a Monte Cavallo il caso dei comuni che chiedono l’affitto ai residenti nelle soluzioni abitative di emergenza, che in base alle ordinanze di Protezione Civile, non hanno i requisiti per restare nelle casette o per continuare a prendere il Cas (contributo autonoma sistemazione). Mercoledì mattina è arrivata una raccomandata del Comune a casa di Silvana Orsini, una donna che vive da sola in una Sae di 40 m². «Dalle verifiche effettuate da questo comune espressamente richieste dalla Regione Marche è emerso che l’assegnataria della sae numero 4, di 40 m² non era e non è in possesso dei prescritti requisiti per il mantenimento degli alloggi assegnati». La donna prima del terremoto viveva a Monte Cavallo, in comodato d’uso gratuito nell’abitazione di un familiare, dichiarata inagibile. Il resto del suo nucleo familiare è andato in autonoma sistemazione, mentre lei ha scelto la sae. Sulla base di questa affermazione il Comune ha richiesto il pagamento del canone di affitto pari a 33,96 euro per il 2022 e a 30 euro per gli anni precedenti, criterio stabilito dalla Regione Marche che ha equiparato i canoni per le sae a quelli che si pagano per le case dell’edilizia residenziale pubblica Erap, decurtati del 30%.

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Diego Camillozzi

Il Comune ha chiesto gli arretrati che vanno dal 23 agosto 2017, data di consegna della sae al 31 marzo 2023, per un totale di 2.132,80 euro invitando il prossimo 5 aprile la donna a firmare il contratto di locazione. A segnalare questo nuovo caso, dopo quello di Ussita, è sempre Diego Camillozzi dell’associazione “La terra trema noi no”. «È una situazione paradossale – afferma Camillozzi – che approfondiremo, dopo i primi casi ad Ussita ora sono 5 in totale le segnalazioni che ci sono giunte dal comune montano, per la richiesta di affitto per le sae, eppure all’atto dell’assegnazione non era stato stipulato un contratto di affitto e  nonostante questo sono stati richiesti gli arretrati, ma per chiedere un affitto deve sussistere un contratto. Tutto questo avviene in una situazione che non è ancora ben definita, in quanto da contatti avuti con la protezione civile nazionale è slittata la scadenza iniziale prevista al 31 marzo, per la presentazione della documentazione che attesta la sussistenza dei requisiti per percepire il cas o rimanere nelle sae».

Il caso riguarda coloro che non hanno ancora presentato la manifestazione di volontà a ricostruire, oppure come nei casi di Ussita non hanno ricevuto la firma del locatore a rientrare nelle abitazioni che occupavano. La scadenza è slittata al 31 maggio si attende l’approvazione da parte del ministero dell’Economia e delle finanze, quindi la scadenza prevista per il 31 marzo non è assolutamente più valida. L’annuncio era già stato fatto tempo fa con l’ambo volontà da parte del commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli, di concerto con la protezione civile, di voler emettere un’apposita ordinanza che avrebbe portato tutte le scadenze al 31 maggio per coloro che percepiscono il contributo di autonoma sistemazione oppure sono nelle sae. Gli unici esonerati dal presentare la domanda sul sito di Invitalia sono coloro che hanno cause ostative esplicitate dalla legge alla presentazione del progetto, in questo caso si prevede che il progetto vada presentato entro sei mesi dalla rimozione delle cause ostative. Precisa Camillozzi: «A seguito di diverse segnalazioni giunte alla nostra associazione, in merito all’impossibilità di accedere al sito Invitalia, per la presentazione dell’autocertificazione per chi non l’aveva presentata, il che comportava l’esclusione dal contributo autonoma sistemazione e il pagamento dell’affitto delle sae, dopo aver sentito la protezione civile e il commissario straordinario Guido Castelli ci hanno rassicurato che verrà aperta una finestra temporale di 20 giorni non appena ci sarà l’approvazione del ministero economia e finanze, quindi appunto non vale più la scadenza del 31 marzo». Il Comune di Visso ha pubblicato sul proprio sito un avviso in cui si specifica che entro il 31 maggio devono presentare il progetto i proprietari di edifici o aggregati, in cui sono ricompresi i soggetti che percepiscono il cas o usufruiscono della sae, fatti salvi appunto i casi in cui ci sono motivi dichiarati ostativi alla presentazione della domanda.

Camillozzi segnala anche l’avviso del Comune di Valfornace riguardante il fatto che la piccola manutenzione della propria sae è a carico dell’assegnatario.

Famiglia terremotata dovrà pagare l’affitto della sae: chiesti anche gli arretrati



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