Contratto integrativo in Av3, affondo Uil:
«Non abbiamo i paraocchi.
Patetica alzata di scudi di Cgil e Cisl»

SANITA' - Il sindacato torna sulla questione dei 3 milioni che erano residui delle annualità che vanno dal 2014 al 2019. «Sconcertati dalle dichiarazioni di Daniela Corsi, non è sotto accusa il suo operato. Ma nella determina che ha citato per attaccarci si ammette che i residui che maturavano di anno in anno sono stati accantonati in un conto del bilancio aziendale anziché essere pagati: all’insaputa dei sindacati. C'è stata una gestione poco trasparente». E sulle altre sigle: «Offendono l’intelligenza dei colleghi»

- caricamento letture
marcello-evangelista

Il segretario generale regionale della Uil Fpl, Marcello Evangelista

 

Fondi per il contratto integrativo in Area vasta 3, l’affondo della Uil Fpl. Il sindacato, in una nota a firma del segretario generale regionale, Marcello Evangelista, e del segretario generale territoriale, Andrea Santavicca, rincara la dose sulla questione dei 3 milioni di euro che nei giorni scorsi avevano detto essere saltati fuori per magia. Il sindacato si era rifiutato di firmare il contratto, Cisl e Cgil avevano criticato questa posizione e la direttrice dell’Area Vasta 3, Daniela Corsi ha battezzato quelle della Uil Fpl come «polemiche strumentali». Il sindacato oggi ha deciso di replicare e di tornare sulla questione.

«Se da un lato siamo rimasti basiti per il fatto che solo adesso, dopo ben otto anni, chi amministra l’Area Vasta 3 mette a disposizione e decide concretamente di pagare i residui dei fondi contrattuali maturati nel periodo 2014-2019 dagli oltre 2.800 dipendenti del Comparto – scrive la Uil Fpl -, dopo la risposta della direttrice, Daniela Corsi, siamo francamente del tutto sconcertati. Non tanto per la sua difesa d’ufficio (che ci può pure stare) quanto per il fatto che lei per prima sembra non accorgersi che quello che è sotto accusa non è il suo operato in quanto lei è subentrata alla guida dell’Area Vasta solo nel 2020 mentre i fatti in questione risalgono al periodo 2014-2019 in cui la direzione era in mano ad altri. Peccato poi che proprio lei, nella foga di difendere l’operato di altri, faccia qualche clamoroso scivolone». E il sindacato richiama una delibera cui aveva fatto riferimento la direttrice «cita la determina 1395 del 4 ottobre 2022 che porta la sua firma. A suo dire, basta leggerla per capire bene come sono andate veramente le cose e rendersi conto che la nostra presa di posizione è solo “una polemica infondata e strumentale”. Strano però, perché proprio leggendo quella determina si comprende esattamente il contrario e tutte le nostre perplessità vengono una ad una tutte confermate. Punto primo viene confermato il fatto che tutte queste risorse residuali sono state contabilizzate e certificate dal Collegio dei Revisori solo tardivamente rispetto a quando si sono generate, cioè nel 2021. Punto secondo si ammette che i residui che maturavano di anno in anno sono stati distratti e accantonati in un conto del bilancio aziendale anziché essere pagati anno per anno: senza alcun passaggio in sede negoziale con i sindacati e quindi a loro insaputa. Punto terzo, anche volendo leggere tra le righe, non si trova in quella determina nessun riferimento che specifichi perché ogni anno si generavano così tanti residui non spesi.

andrea-santavicca2

Andrea Santavicca

Noi crediamo sia plausibile pensare che siano anche il frutto di tutti i tagli fatti arbitrariamente sulle diverse indennità. Tagli che hanno subito tanti colleghi nei posti di lavoro e che invano in tutti questi anni abbiamo cercato di fargli recuperare. E tutto questo, fino a prova del contrario, non può in nessun caso essere considerato un comportamento corretto rispetto a quanto prevedono le norme contrattuali nel tempo vigenti.

C’è da ammettere però che è geniale il tentativo di fare apparire l’iter seguito perfettamente lineare portandolo alla luce del sole con l’adozione di questa determina. Inizialmente potrebbe confondere anche gli addetti ai lavori e indurre a pensare che in effetti sia tutto regolare. Basta però fare lo sforzo di ricordare cosa prevede la norma contrattuale nel merito per capire subito che quello che scrive nel suo atto istruttorio lo stesso Fabrizio Trobbiani, in qualità di responsabile delle Risorse umane, che, in quanto tale, in tutti questi anni avrebbe assicurato per questa direzione e soprattutto per quelle passate, il corretto utilizzo dei fondi contrattuali del personale, per renderci subito conto che non è affatto così e che qualcuno potrebbe aver travalicato oltre il consentito – continua la Uil –. Oltretutto non ci deve sfuggire neanche il fatto che la determina è datata 4 ottobre 2022 ed è stata addirittura adottata successivamente rispetto al momento in cui questi arretrati sono stati pagati addirittura in assenza di una qualche formale autorizzazione né tanto meno di un accordo sindacale specifico. Per quanto sopra, atti alla mano, siamo sempre più convinti che ci troviamo di fronte ad una gestione quantomeno poco trasparente dei fondi contrattuali: niente a che vedere dunque con la polemica infondata e strumentale di cui a detta della Corsi ci saremmo macchiati. Al netto di questo – continua il sindaco – però a lei dobbiamo almeno riconoscere un merito: quello di aver riesumato queste risorse e, anche se tardivamente, di averle rese disponibili. Dopodiché se fino ad adesso potevamo ancora pensare di avere qualche dubbio ora abbiamo la certezza che abbiamo toccato nel vivo un problema strutturale non di poco conto che ci impone precisi percorsi volti a fare chiarezza e a ridare credibilità ad un tavolo negoziale che non è più tale». Nel mirino della Uil ci sono poi Cgil e Cisl dopo la critica al sindacato per non aver firmato il contratto integrativo. «In soccorso della direttrice e probabilmente anche di altri – continua la Uil -, sono prontamente arrivati sia la Cisl che la Cgil noi restiamo convinti della bontà e della necessità della nostra azione. Non ci spaventa certo questa ennesima e patetica alzata di scudi di altri sindacati che peraltro, nel tentativo di difendere l’indifendibile, non solo ridicolizzano se stessi ma offendono anche l’intelligenza dei colleghi nei posti di lavoro e esauriscono la loro pazienza. Il plauso al fatto che a ottobre verranno pagate le progressioni economiche a 500 dipendenti meritevoli e che verranno pure pagate le premialità Covid a chi anche nel primo trimestre ha garantito la propria assistenza ai pazienti Covid non giustifica affatto il loro silenzio complice ma addirittura lo amplifica. Essi peraltro scordano di dire che le progressioni si riferiscono agli aventi diritto dal 1 gennaio 2021 e anch’esse vengono inspiegabilmente pagate con quasi 2 anni di ritardo mentre le premialità Covid riguardano solo un parte della platea degli aventi diritto a discapito di tanti altri che pure hanno lo stesso coinvolgimento ma vengono discriminati. E sempre grazie alla loro indifferenza, dal luglio scorso, ancora non si ha una data certa per il confronto sul fabbisogno di personale da cui dipende oggettivamente la qualità assistenziale e le condizioni di lavoro anche di tanti loro iscritti e simpatizzanti. Prova ne siano solo i 65 infermieri in meno previsti rispetto al 2021 la cui carenza ci costringe spesso a turni extra e a riposi saltati.

Che bisogno ci sia di gioire per tutto questo noi della Uil Fpl non lo comprendiamo. Forse perché si è stati capaci ancora una volta di firmare al buio un accordo senza minimamente approfondire come sono stati spesi i soldi dei colleghi nei posti di lavoro. Un accordo che non è neanche stato letto né commentato in sede negoziale né tantomeno in Rsu e che riserverà non poche spiacevoli sorprese nei futuri passaggi di fascia. E secondo Cgil e Cisl un sindacato che opera così è un sindacato che vigila.

Come Uil Fpl siamo i primi a chiedere e ad aver chiesto il puntuale e completo pagamento di tutte le spettanze di chi lavora, ma non abbiamo l’anello al naso né i paraocchi né ci piace essere usati e soprattutto firmiamo solo quello che ci convince. Inoltre la mancata firma della Uil non mette a rischio nessuno di questi pagamenti. In quanto l’amministrazione può e deve procedere al pagamento di quanto dovuto e maturato dal personale in ogni caso, con o senza accordo. Quindi i pagamenti non li mette a rischio né la Uil né le altre sigle. A maggior ragione poi se si pensa che tanta è la correttezza di chi ci amministra che veniamo sistematicamente chiamati a fine anno a firmare un accordo che deve decidere i criteri di spesa dei fondi di quello stesso anno, quindi a cose già fatte: e dovremmo pure non batter ciglio. Ecco allora che chi accetta di firmare tutto al volo senza porre il benché minimo dubbio, mai, finisce per firmare accordi capestro e legittimare l’operato dell’amministrazione. La stessa che, come in questo caso, quando vede la malaparata arriva persino a farsi scudo con le firme apposte sui verbali degli incontri delle Delegazioni trattanti, ai quali tenta di dare un valore simbolico di accordo strumentalizzando le firme dei presenti. La nostra non è l’iniziativa di un singolo o del segretario di turno. Questa è la denuncia, un atto dovuto, di una intera organizzazione che, compatta, negli anni, ha accresciuto sensibilmente i propri consensi proprio sulla base di un modo di fare sindacato che non è sceso a compromessi ed ha messo sempre al primo posto gli utenti e i lavoratori a qualsiasi prezzo. Gli stessi lavoratori che nelle passate Rsu ci hanno permesso raddoppiare i consensi rispetto al numero dei propri iscritti mentre altri sindacati, tra cui quelli che oggi cercano disperatamente di farci apparire una nota stonata e fuori dal coro, li dimezzavano. I colleghi dell’Area Vasta 3 di Macerata, specie adesso che per effetto della nuova riforma del servizio sanitario regionale subentreranno le Aziende sanitarie territoriali, hanno bisogno di certezze e sono stanchi di essere alla mercé di chi non rispetta i loro diritti mistificando la realtà con comportamenti non più tollerati e tollerabili. È il momento che adesso anche la politica faccia le proprie valutazioni e assuma responsabilmente in autotutela quelle decisioni necessarie e non più rinviabili che le norme stesse ci imporrebbero. Su questo, soprattutto, la Uil sarà vigile».

Contratto integrativo in Area Vasta 3, Corsi: «Polemiche strumentali»

«Soddisfatti del contratto integrativo, esaustive le risposte della direzione. Le illazioni non ci interessano»

 

«Tre milioni spuntati fuori per magia, Av3 e Asur diano una spiegazione: chiediamo trasparenza vera»

 



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page
Podcast
Vedi tutti gli eventi


Quotidiano Online Cronache Maceratesi - P.I. 01760000438 - Registrazione al Tribunale di Macerata n. 575
Direttore Responsabile: Matteo Zallocco Responsabilità dei contenuti - Tutto il materiale è coperto da Licenza Creative Commons

Cambia impostazioni privacy

X