Il modellino della nuova casa di riposo
«Una delle prime strutture nelle Marche che garantisce un’elevatissima sicurezza sanitaria a prova di Covid. Un progetto realizzato con una innovativa tecnologia che assicura una realizzazione molto accurata nel rispetto dei criteri ambientali minimi e con l’utilizzo della teoria che pone il fruitore e le sue esigenze al centro della progettazione». Così l’amministrazione comunale di Mogliano, con in testa la sindaca Cecilia Cesetti, ha presentato alla cittadinanza, con tanto modello in scala della futura struttura costruito ad hoc, il progetto definitivo della nuova casa di riposo che sarà realizzata nell’area verde del santuario del Santissimo Crocifisso.
La sindaca Cecilia Cesetti presenta il progetto alla cittadinanza
Un progetto contro cui da tempo, con raccolte firme, sit-in e incontri, si sta battendo una parte di cittadini che si è costituita anche in un apposito comitato. La sindaca ha introdotto l’argomento «ricordando che la delocalizzazione dal plesso di Santa Colomba all’area del santuario del Santissimo Crocefisso è un progetto di lunga data sempre sostenuto dalle amministrazioni comunali degli ultimi 30 anni al fine di integrare gli ospiti con il tessuto sociale ed il flusso di vita della comunità. L’utilizzo dell’area – ha aggiunto – mantiene disponibili ampi spazi verdi fruibili anche da concittadini, associazioni e volontari. L’evento sismico del 2016 e i problemi sanitari legati alla pandemia hanno aggiunto alle precedenti motivazioni due esigenze imprescindibili, ovvero coniugare la sicurezza sismica con la sicurezza sanitaria che l’antico complesso Santa Colomba, danneggiato dagli eventi sismici del 2016, non può più garantire».
«L’Amministrazione comunale – ha continuato Cesetti – intende quindi dare alla comunità moglianese, agli anziani ed alle future generazioni una struttura dotata dei più elevati standard di sicurezza ed in grado di conseguire la massima stabilità possibile dal punto di vista sismico. Le relazioni tecniche redatte dai progettisti incaricati evidenziano per gli edifici di Santa Colomba l’impossibilità di raggiungere un valore minimo accettabile anche per un semplice miglioramento sismico. Il complesso monumentale di Santa Colomba è peraltro un immobile vincolato e quindi in esso non si possono eseguire una serie di interventi particolarmente invasivi dal punto di vista strutturale e architettonico che, sebbene necessari in termini di sicurezza sismica e sanitaria, risulterebbero del tutto incompatibili con il vincolo di tutela del bene culturale. L’emergenza pandemica da Covid-19 ha inoltre evidenziato che gli edifici di Santa Colomba non risulterebbero più idonei ad ospitare una struttura sociosanitaria in linea con le esigenze attuali se non con uno stravolgimento dell’intero complesso architettonico».
«La nuova struttura, che sarà la prima residenza per anziani nelle Marche costruita ex novo dopo il Covid – ha rimarcato la sindaca – rappresenterà invece un’eccellenza dal punto di vista sanitario: entrate e uscite separate per operatori, personale e visitatori, ascensori diversificati, spazi arieggiati, linee per l’ossigeno, ampi spazi e dotazione impiantistica all’avanguardia. L’Amministrazione attuale non intende lasciare alle nuove generazioni una struttura fragile, non sicura e vulnerabile, una struttura che, anche se recuperata, non potrà mai garantire né una sicurezza sismica. L’amministrazione comunale ha inoltre recepito le “motivazioni sociali” che i precedenti amministratori sostenevano per delocalizzare la casa di riposo: integrazione con il tessuto sociale e presenza del verde. La prima motivazione è avvalorata da studi eseguiti da parte di psicologi dell’età avanzata che indicano come l’isolamento e la mancanza di contatti sociali siano fattori responsabili del decadimento cognitivo dell’anziano. La delocalizzazione nell’area individuata, in una posizione baricentrica, rappresenta un’ottima occasione di interazione tra anziani e cittadini, un’opportunità per incontrare persone, per fare passeggiate in un verde attrezzato, per andare in chiesa, per interagire con tutta la cittadinanza. Anche un’attenta analisi costi/ benefici ha consentito di far emergere la delocalizzazione come la più opportuna tra una serie di alternative ponderate e valutate: i costi di realizzazione non sono a carico dei cittadini, ma sono coperti dai fondi stanziati per la ricostruzione post sisma, mentre i benefici consistono nella funzionalità e rispondenza alla normativa dei servizi offerti, nella sicurezza sismica e nella sostenibilità economica, sociale ed energetica. Inoltre l’eventuale acquisizione degli spazi verdi confinanti di proprietà della Diocesi potrà consentire la realizzazione di un polo socio sanitario per dare risposte concrete a molte famiglie che richiedono servizi come un centro diurno per anziani con una parte dedicata alle patologie degenerative neurologiche come demenza, la creazione di miniappartamenti per persone sole ma autosufficienti, ambulatori specialistici , e non da ultimo una sede finalmente fissa per le associazioni che operano nel sociale (Croce Verde, Protezione Civile, Avis). La variante al piano regolatore già approvata – ha puntualizzato Cesetti – prevede tale possibilità di ampliamento. Nello specifico, come spiega l’amministrazione, «la struttura disporrà di 40 posti, come la precedente, con una superficie lorda di 2.270 mq e con circa 1.500 mq di verde esterno, occuperà l’area più distante dal Santuario, con spazi verdi attrezzati antistanti alla costruzione stessa».
All’intervento del sindaco è seguito quello dell’assessore ed ex sindaco Flavio Zura che, dopo un excursus dei fatti che hanno portato ad optare per la delocalizzazione, ha ribadito l’importanza di una visione più ampia «per dotare la comunità di poli strategici con particolare riferimento ad un polo socio sanitario all’avanguardia che diverrebbe un’opportunità per tutto il territorio». Infine i progettisti incaricati hanno esposto nel dettaglio il progetto. «La casa di riposo – sottolinea l’amministrazione – avrà posti letto dedicati alle emergenze sanitarie per garantire l’effettuazione di una eventuale quarantena sanitaria senza alcuna interferenza con altri ospiti. Tutti gli accessi dell’edificio saranno separati (visitatori, personale sanitario, camera mortuaria, personale della mensa, merci), così come gli ascensori interni saranno separati per i flussi sporchi e puliti, saranno previsti due ascensori per gli ospiti, ambienti dotati di sistemi di ricambio aria meccanizzati ed ampie zone giorno e terrazze esterne. L’edificio inoltre sarà ad alta sostenibilità ambientale con una tecnologia che permette di utilizzare l’energia prodotta dalle fonti sostenibili installate per soddisfare il fabbisogno dello stesso, che, in virtù dell’impiego di innovativi sistemi energetici, sarà a bassissimo consumo».
Casa riposo al Santuario «Raccolte oltre 1.700 firme, consegnate a Castelli»
Casa di riposo nell’area del Santuario, manifestazione davanti all’arcivescovado
I cittadini protestano in strada, il Consiglio approva la variante «Un ecomostro in più»
Casa di riposo nell’area verde del Santuario, sit-in contro la variante «Uno scempio insopportabile»
Nuova casa di riposo nell’area verde del Santuario: cittadini contrari, nasce comitato
«Al via gli espropri ai Sacramentii per la nuova casa di riposo Azione di inaudita gravità»
Casa di riposo e ricostruzione «Scelte epocali da condividere No a una politica settaria»
Nuova casa di riposo, appello all’Arcivescovo «No all’area vicino la chiesa»
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati