Omicidio di Rosina Carsetti, domani l’udienza alla Corte d’appello di Ancona per chiedere i domiciliari (o comunque una misura cautelare) per il marito della 78enne uccisa, Enrico Orazi. La richiesta era stata avanzata dalla procura nelle scorse settimane proprio perché il gip, nel disporre le misure cautelari per la figlia dell’anziana, Arianna Orazi, e il nipote, Enea Simonetti (entrambi in carcere dal 12 febbraio), non aveva disposto alcun provvedimento nei confronti del marito della donna. Enrico Orazi, 78 anni, è anche lui indagato per omicidio, così come figlia e nipote, anche se la procura gli riconosce un ruolo marginale. Ma gli inquirenti ritengono che una misura cautelare sia necessaria e la prima richiesta sono i domiciliari.
A Roma intanto sono iniziati gli accertamenti biologici dei Ris sul materiale che è stato sequestrato nel corso delle indagini. Alcuni reperti, ad esempio i cavi degli aspirapolvere Folletto, o i calzini di Arianna, erano stati acquisiti in base al racconto che era stato fatto dai familiari di Rosina che dicevano in casa era entrato un malvivente. Ricostruzione a cui non avevano mai creduto gli inquirenti e che oggi non viene più presa in considerazione nemmeno dalla difesa e dunque da quel tipo di reperti nessuno si aspetta qualcosa. Diverso potrebbe essere per quanto riguarda il materiale biologico che si trovava sotto le unghie di Rosina (l’anziana potrebbe essersi difesa durante l’aggressione). Proprio quel materiale potrebbe indicare chi abbia ucciso l’anziana. Per gli inquirenti a uccidere la donna, materialmente, sarebbe stato il nipote Enea a completamento di un piano orchestrato da Arianna Orazi. Entrambi dopo gli arresti si sono confrontati con i loro legali (gli avvocati Andrea Netti e Valentina Romagnoli) e hanno dato una nuova versione di quello che è accaduto. Al momento nessuno di loro ha confessato con gli inquirenti e potrebbe non succedere mai, come aveva spiegato l’avvocato Netti. «Hanno dato tutti una versione identica su quello che è successo. In modo veritiero. Non mi sbilancio su chi sia stato a uccidere Rosina perché prendo atto di quello che è stato detto dalla procura, che ritengo giusto: si va a dibattimento a prescindere da quelle che possono essere eventuali confessioni». Rosina è stata strangolata nella sua villetta di Montecassiano nel pomeriggio della Vigilia di Natale. A inchiodare i suoi tre familiari ci sono in particolare alcune intercettazioni e un principio di confessione, poi ritrattata, del nipote. Enea Simonetti diceva che la storia del rapinatore non era vera.
(Gian. Gin.)
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