«Pieno sostegno a Giorgia Latini,
la libertà di espressione va difesa»

SOLIDARIETA' da tutto il centrodestra per l'assessore regionale dopo il cartello con scritto "Andiamo a bruciargli la casa" nell'ambito delle proteste per le sue posizioni anti abortiste

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Giorgia Latini

 

Da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia solidarietà a Giorgia Latini, assessora regionale delle Marche, per lo striscione apparso ieri durante le proteste davanti ai consultori regionali da parte delle reti per i diritti delle donne.

Latini ha più volte ribadito di essere contraria all’aborto, esprimendo la sua posizione sia a livello personale che istituzionale. Infatti durante uno degli ultimi Consigli regionali ha annunciato che la Giunta, guidata dal governatore Francesco Acquaroli, procederà con una verifica delle linee guida ministeriali che permettono l’assunzione della pillola abortiva anche nei consultori. Nelle Marche tuttavia le linee ministeriali restano un miraggio. Sono infatti pochissime le strutture che forniscono la pillola abortiva, come ha raccontato anche una ragazza a Cm nelle scorse settimane.

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Il post di solidarietà di Francesco Acquaroli

Per controbattere le reti per i diritti delle donne (sono diverse realtà, sigle e associazioni, riunite senza un nome specifico) hanno affisso ieri davanti a molti consultori regionali striscioni e cartelli per avvisare che le decisioni in merito non passeranno inosservate. Hanno definito la faccenda una “guerra” e tra le decine di striscioni uno in particolare ha destato l’indignazione della Giunta regionale. Si tratta di un cartello con scritto “La storia ce lo insegna: andiamo a bruciargli la casa”. Una citazione del video-tormentone dello storico Alessandro Barbero che è suonato come una minaccia diretta all’assessora.

«Il fatto che l’assessore regionale Giorgia Latini abbia dichiarato che la maternità deve essere promossa e incentivata e che la vita debba essere tutelata non può giustificare che l’assessore diventi bersaglio di minacce e insulti, comportamenti gravissimi come questi devono essere stigmatizzati e condannati», dice Francesca D’Alessandro, la vicesindaco e assessora alle Politiche di Macerata. «L’auspicio è che le donne siano davvero libere di scegliere e non siano “costrette” a prendere decisioni influenzate da contingenze economiche, sociali e personali. Credo non si possa parlare di un tema così delicato “riducendo” la questione a due fazioni contrapposte che sono quella del “pro” o “contro” aborto; ogni donna ha il sacrosanto diritto di compiere le proprie scelte senza essere condizionata da difficoltà o ostacoli, ricevendo quindi il giusto supporto. Infine proprio noi donne, in relazione a questo tema così sensibile, dovremmo rivendicare ancora di più il diritto a poter esprimere le nostre opinioni nell’ottica di una sana dialettica e non di una battaglia che altrimenti ci vedrebbe tutte perdenti».

Al coro si unisce Emanuele Prisco, commissario regionale di Fratelli d’Italia: «Se una donna fa politica non può sempre essere aggredita con questa brutalità, ci sono altri modi più democratici se si ritiene opportuno manifestare il proprio dissenso. La democrazia e il rispetto non sono a senso unico». Francesco Battistoni, coordinatore regionale di Forza Italia: «Sono periodi di tensione sociale dovuta a diversi fattori, ma non possiamo permettere che l’odio venga inneggiato e che l’arroganza prenda il sopravvento, il rischio di violenze è molto alto. Esprimo, a nome del movimento politico che rappresento, la piena solidarietà a Giorgia Latini e l’augurio che possa continuare, nel pieno mandato di fiducia ricevuto, il suo importante incarico regionale. La libertà di espressione va sempre difesa e tutelata, questa deve essere una missione della politica».

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Jessica Marcozzi e Francesco Battistoni

Solidarietà anche dalla Lega Romagna, con le parole del segretario e parlamentare Jacopo Morrone: «Pieno sostegno all’assessore regionale marchigiano Giorgia Latini oggetto di inaccettabili e gravi minacce per aver espresso una legittima opinione sui temi della maternità e della libera scelta secondo coscienza. In Italia è lecito esprimere in piena libertà opinioni motivate e ragionate su ogni tema, compresi gli argomenti sensibili che riguardano la sfera etica. Sembra, al contrario, che certi ambienti puntino a impedire il confronto dialettico e la libertà di espressione costituzionalmente garantita con censure preventive, delegittimazioni e con le minacce, addirittura distorcendo il pensiero altrui in modo strumentale. Simili manifestazioni di intolleranza non sono certamente funzionali all’attività di tutela delle donne e dei diritti acquisiti».

Tornando nelle Marche intervengono anche le consigliere regionali Jessica Marcozzi (Forza Italia) e Elena Leonardi (Fratelli d’Italia). Marcozzi dice: «Come donna, prima ancora che come capogruppo regionale FI, esprimo piena solidarietà all’assessore Giorgia Latini che è stata oggetto di minacce solo per aver espresso la sua opinione in merito alla maternità. La libertà di pensiero, anche ovviamente sull’interruzione di gravidanza, è alla base della Democrazia. E quindi le minacce, già fatto inaccettabile, assumono una gravità ulteriore perché, oltre ad essere rivolte a una persona, una donna, un’esponente dell’istituzione regionale, collidono con quello che è un principio inviolabile: la libertà di pensiero, di espressione, appunto».

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Elena Leonardi

Leonardi: «Da donna e da rappresentante delle Istituzioni esprimo vicinanza e sostegno all’assessore Giorgia Latini oggetto ieri di gravi ed inaccettabili minacce per aver espresso la propria personale e legittima posizione riguardo la maternità e la tutela della vita. Ognuno è libero di avere le proprie opinioni in merito all’interruzione di gravidanza ma la legge 194 è chiara quando parla di superamento delle cause di ordine sociale ed economico che portano a scegliere l’aborto, per questo è un dovere delle Istituzioni sostenere le donne in difficoltà perché quella non diventi una scelta obbligata. Auspico una condanna unanime delle minacce da parte di tutto il mondo politico, il confronto legittimo non deve scadere in minacce ed insulti».

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Riccardo Augusto Marchetti insieme ai consiglieri regionali della Lega

Infine la Lega, con la solidarietà del commissario regionale Riccardo Augusto Marchetti e dei consiglieri regionali: «La Lega non deve dimostrare di avere a cuore le donne e la loro sicurezza: siamo stati noi a volere il Codice Rosso che obbliga l’intervento tempestivo di forze dell’ordine e autorità giudiziaria in caso di violenza. Non mettiamo in discussione il diritto delle donne di scegliere liberamente se e come abortire secondo quanto previsto dalle leggi vigenti. Come politica ci spetta il dovere di rendere le scelte consapevoli, limitando con l’azione amministrativa motivazioni dovute necessità economica o mancanza di adeguate politiche di sostegno familiare a partire dai servizi. A questo lavoreremo anche in regione lasciando le visioni personali alla sfera dell’etica e relegando le minacce a qualsiasi persona che esprima la propria opinione alla sfera delle strumentalizzazioni ideologiche e oscurantiste».

(Fe. Nar.)

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