Francesco Aquaroli a Camerino (secondo da sinistra). Con lui Alessandro Gentilucci (di spalle, primo a sinistra), Ginaluca Pasqui, al centro, Sandro Sborgia e Nadia Storti
di Monia Orazi
«Sì all’apertura di nuovi ospedali, no ad un unico ospedale accentratore. La curva dei contagi sembra rallentare ma i numeri sono importanti e ci prepariamo al peggio. Capisco che sia una violenza essere strappati via da qualcosa, sono dispiaciuto di non poter trovare subito una soluzione per Camerino ma prendo l’impegno a disegnare un nuovo modello di sanità nelle Marche che comprenda voi sanitari e i sindaci». Così il governatore Francesco Acquaroli che questa sera a Camerino, al primo piano dell’ospedale, ha affrontato la situazione del nosocomio il cui personale è stato in parte trasferito al Covid center di Civitanova.
Ciò ha significato la chiusura dei quattro letti del reparto di Rianimazione con 8 anestesisti e l’equipe di infermieri che sono stati trasferiti a Civitanova. Altri due medici di Chirurgia saranno trasferiti, dopo che già il reparto è stato accorpato con Ortopedia per far fronte alla carenza di personale. In più per il Covid center sono partiti anche medici e infermieri volontari. Sul punto del personale, ha risposto Nadia Storti, direttore dell’Asur Marche: «Abbiamo preservato Camerino da diventare ospedale Covid. Il primo modulo con Civitanova lo abbiamo coperto con personale dell’ospedale di Civitanova. Ci sarà una turnazione del personale di tutte le Aree vaste, ognuna di 30 giorni. Saranno garantiti gli interventi oncologici di classe A, quelli più gravi, e quelli urgenti. Sia a Camerino che in tutti gli ospedali. Camerino è un ospedale di eccellenza ma il problema è la mancanza di personale, purtroppo non sono capace di clonare i medici». Storti ha aggiunto: «Ad oggi ci sono 306 pazienti ricoverati nelle Marche per il Covid, ma se la curva continua così ce ne saranno altri 180 al 10 novembre e la situazione diventerà sempre più dura».
Acquaroli ha poi proseguito: «L’indice di contagio è sceso da 1,55 a 1,25. Ma i numeri restano importanti. È una situazione difficile. Ognuno deve fare quello che può. Non giudico quanto accaduto ma la politica deve dare una risposta. Ieri ho depositato il documento per la revisione del piano sanitario regionale che mi aspetto di fare entro un anno e mezzo circa. In questo periodo osserverò ciò che accade per fare una valutazione. Chiedo l’aiuto di voi operatori perché non riaccada ciò che è avvenuto a marzo: non possiamo farci trovare impreparati, serve una organizzazione, non possiamo rivedere in corsa il piano pandemico. Noi siamo per potenziare la medicina del territorio perché la pandemia ci ha insegnato quanto sia importante avere strutture ospedaliere anche sul territorio. Non si deve allontanare la popolazione fragile e anziana dalle strutture sanitarie di riferimento». Sul personale del Covid center ha aggiunto: «non siamo riusciti a trovare personale aggiuntivo, per ora la situazione tiene. Ma se peggiora saremo costretti ad applicare il piano pandemico».
Tra chi è stato trasferito c’è la coordinatrice della Rianimazione di Camerino, Samanta Bartolucci che per la seconda volta si trova in prima linea. «Mia madre, mio figlio, mi dicono: tocca di nuovo a te? Abbiamo passato tre mesi in prima linea e siamo ancora noi a doversi sacrificare. L’ospedale è regionale e dovrebbe esserci personale da tutta la regione». Cosa questa, che ha poi assicurato Storti. Presenti il sindaco di Camerino Sandro Sborgia, quello di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci. L’incontro era stato sollecitato dal consigliere regionale Gianluca Pasqui, dopo la notizia del trasferimento del personale del nosocomio di Camerino al Covid center.
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Ha parlato benee, speriamo continui a razzolare, altrettanto benee, e non ci ripensi.
Acquaroli, scusa se mi intrometto ma se devi parlare di riforma ospedaliera, non è meglio che eviti di farlo con medici e direttori vari? Su questo argomento, sicuramente visti i trascorsi, parlane con le persone, chiedendo loro che cosa si aspettano da un ospedale. Di certo, giusto per fare un esempio, non dover fare un’ecografia a pagamento o a Civitanova partendo da Montemonaco e magari ricoverarsi a Pesaro Nord, l’ospedale più vicino. Che ci parli a fare con medici e parassiti burocrati che per anni, i primi sono stati più o meno inerti a vedere scomparire letti, reparti, ospedali e gli altri ad azzannarsi sugli stessi in una cannibalesca trasformazione tendente al nulla. Acquaroli, voi regionali siete probabilmente e non a torto i politici più invisi agli italiani per una marea di motivi, che chiamati con specifici nomi che vengono usati per speciali reati in campo pubblico ( peculato, abuso d’ufficio ecc..), rappresentano comunque e male uno sperpero di quantità abnorme di denari. Non sapete usarlo o forse non viene usato come si dovrebbe. Tanto per fare un esempio stupido: non si dovrebbe fare come quel “ Sus scropha domesticus” che si crede ancora un noto esponete politico , non va in pensione dalla politica benché abbia già raggiunto tutti i benefici possibili , a cui tu pare devi parte della tua nomina messa già pericolosamente in pericolo dal breve flirt che c’è stato tra Salvini e Ciarapica ( parole sue, per via di un certo partito che neanche esiste più) e che se doveva qualcosa per la Regione, nonostante lo stipendio, se li comprava a casa sua. Adesso, nella tua Regione, elementi del genere non ce ne sono più o è ancora troppo presto per saperlo? Siete visti come fumo negli occhi, eufemisticamente parlando, quindi in attesa che qualcuno si decida a togliervi tutte e 15 o quante giunte siete in Italia, cercare nel frattempo di fare qualcosa di buono, a fatti naturalmente e non sarebbe di certo sbagliato. Per quello fatto da tanti in tutti questi anni, vi dovrebbero aprire il Colosseo e darvi in pasto agli scontenti e a coloro se potrebbero ritornare indietro, vittime di tante mancanze e ben più pericolosi di leoni, pantere e pesanti elefanti. Neanche le serpi, annodate tra loro, si divertirebbero a formare eleganti cesti. Al di là di questo, un ringraziamento a tutti i medici che stanno più o meno come gli ammalati di covid che stanno curando, in situazioni disastrose.. e qui si dovrebbe ritornare a voi, come entità per carità e senza andare troppo lontano, magari a partire dal decreto rilancio di quest’estate e che mi sembrano abbandonati come i pazienti che curano.
Sì, è chiaro: stop all’ospedale unico di Carancini. Potenziamento di quelli già esistenti. La manìa della Sinistra è di considerare un ospedale come una fabbrica con catena di montaggio operante a ciclo continuo 24 ore su 24. Per risparmiare…