«Ecco perché si perdono gusto e olfatto»
Covid, la spiegazione di Luigi Fasanella

L'EX PRIMARIO di Otorinolaringoiatria a Civitanova analizza uno degli aspetti del virus: «E’ una lesione del nervo olfattorio e nella maggior parte dei casi è transitorio. Nel novanta per cento dei casi, il soggetto recupera i sensi nell’arco di uno-due mesi. I più sfortunati, il dieci per cento circa, no»

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Luigi Fasanella

 

di Francesca Marsili

«Se ci rende conto di aver perso repentinamente l’olfatto e/o il gusto, sarebbe opportuno sottoporsi subito al tampone molecolare perché è molto probabile che si sia contratto il Covid-19». E’ questo il consiglio del dottor Luigi Fasanella ex primario dell’unità operativa di otorinolaringoiatria di Civitanova che sottolinea: «La perdita parziale o totale dell’olfatto che può accompagnare questo virus pandemico è diversa da quella vissuta con un “brutto” raffreddore. Non si accompagna a naso ostruito o che cola o difficoltà respiratorie, ed è questa la sintomatologia cardine che deve far scattare l’allarme».  Sembra quindi che ci siano davvero caratteristiche specifiche che distinguono il virus della Sars CoV-2 dagli altri virus parainfluenzali. Quando si pensa al Covid-19, si pensa subito a sintomi come febbre, tosse secca e spossatezza. Ma, soprattutto nei giovani e nelle donne pur se non solo, ci sono anche altri segnali che non devono essere sottovalutati, soprattutto nell’individuazione dei casi meno gravi denominati paucisintomatici. L’anosmia o la riduzione pressoché totale dell’olfatto singolarmente o unitamente all’ageusia, ovvero la riduzione fino all’esaurimento totale del gusto, in assenza di altri sintomi, potrebbero essere un indicatore per avviare tempestivamente un percorso diagnostico del Covid-19. «È noto che la via olfattiva rappresenta la porta d’ingresso al nostro organismo di diverse tipologie di virus al sistema nervoso centrale e questo sembrerebbe verificarsi anche con Sars-CoV-2 – dice Fasanella – in maniera retrospettiva, durante la prima ondata nel marzo scorso, ricordo di aver valutato numerosi casi che lamentavano appunto una grave perdita dell’olfatto e successivamente del gusto in maniera selettiva».

luigi-fasanellaNel contesto pandemico quindi, questi deficit percettivi, qualora compaiano in assenza di altre sintomatologie o per altre cause ben definite come ad esempio un trauma cranico, ed in maniera improvvisa, sembrano essere un sintomo che indica con molta probabilità la positività al Covid-19. «E’ una lesione del nervo olfattorio e nella maggior parte dei casi è transitorio. Nel novanta per cento dei casi, il soggetto recupera i sensi nell’arco di uno-due mesi. I più sfortunati, il dieci per cento circa, non lo recupera affatto – spiega l’esperto in patologie test-collo che sottolinea anche un altro importante elemento – qualora si sia accertata la positività, il recupero di questi sensi non vuol dire essersi negativizzati. La guarigione dal Covid va sempre accertata tramite il tampone molecolare. Come altrettanto si può essere negativi e non aver ancora riacquistato il più antico dei sensi». Ed è sull’importanza dell’olfatto nell’aspetto più intimo del senso più potente tra i cinque, che il dottor Fasanella pone l’accento riferendosi alla seppur esigua ma sfortunata percentuale di soggetti che purtroppo non lo recuperano. «E’ un problema serio – conclude- quando avremo abbattuto la mortalità si dovrà approfondire la ricerca per far si che quel dieci per cento recuperi l’olfatto perché l’assenza, e quindi l’incapacità di collegare gli odori ai ricordi, porta all’isolamento sin anche alla rottura della della relazioni sociali e affettive».

 

 

 



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