di Monia Orazi
Buona la prima per la pesca sportiva, che ha riaperto ieri dopo lo slittamento a causa dell’epidemia di Coronavirus, con tanti appassionati che hanno raggiunto i fiumi della parte interna della provincia alle prime luci dell’alba, per prendere i posti migliori. La stessa scena si è ripetuta in tutte le province delle Marche.
«La pesca doveva aprire il 15 marzo, ma il Covid ha fatto slittare tutto prima al 29 aprile, poi al 10 maggio perchè dal 4 al 10 è previsto il ripopolamento con l’immissione dell’ultima parte di trote a valle delle briglie dei fiumi selezionati dalla Regione – spiega Adriano Togni della Fipsas regionale, federazione pesca – in tutte le province della Regione. Sono stati immessi circa 35 quintali di trote, dopo il precedente ripopolamento di gennaio. Ieri è stata una bella giornata, in tanti si sono riversati lungo i fiumi, le guardie della federazione hanno dato una mano alla polizia provinciale a tenere la situazione sotto controllo. E’ andato tutto bene, solo qualcuno era senza mascherina, abbiamo detto ad altri di non mettersi troppo vicini, ma in generale non ci sono stati grossi problemi». All’alba, migliaia di appassionati pronti con esca e lenza, si sono portati lungo il corso del Nera tra Visso ed Ussita, dell’alto Chienti e dell’alto Potenza, nella zona tra Castelraimondo e Fiuminata dove ci sono le acque di categoria migliore. «I giovani di solito rilasciano le trote – racconta Togni – utilizzano l’amo senza ardiglione, lo spinning, mentre il pescatore tradizionale è più legato alla cattura della trota. Quest’anno soprattutto le acque dei fiumi sono spettacolari, hanno risentito molto positivamente del blocco dovuto all’epidemia di Coronavirus che ha abbattuto l’inquinamento, si vedono perfettamente i fondali, davvero acque spettacolari che sono un ottimo segnale anche per la nostra salute, anche se solitamente la rete di impianti di depurazione presenti, ha un funzionamento efficace».
Tra i fiumi dove lo scorso 5 maggio sono state reimmesse le trote ci sono l’alto Esino ed il Potenza, alcuni tratti del Chienti, Togni ed i suoi collaboratori hanno girato la scorsa settimana tutte le Marche, percorrendo anche trecento km al giorno, per il ripopolamento dei fiumi con le trote fario. «Quest’anno i fiumi hanno una minore portata di acqua e questo ha condizionato la presenza delle trote, vittime di quello che definisco il cinghiale dei fiumi, il cormorano. Ogni uccello può mangiare anche otto, nove pesci al giorno ed è un vorace predatore. La Regione ha voluto fare delle prove rilasciandone piccole quantità per ogni provincia a gennaio, in zone coperte dalla vegetazione dove non va il cormorano. E’ il bracconiere dei pesci, capace di catturarli sott’acqua. In diversi posti sono rimaste, in altri no, non sappiamo se perchè sono scese a valle o perchè catturate dai cormorani. Il ripopolamento si è ripetuto la scorsa settimana, i pesci vengono rilasciati a valle delle briglie, in acque di categoria B, in modo che non risalgano il fiume. I tratti sono stati stabiliti dallo studio di un ittiologo, di concerto con la Regione». A causa dello slittamento nell’apertura, Togni annuncia che la Fipsas chiederà un prolungamento nella stagione di pesca: «L’anno scorso la stagione si è chiusa a fine ottobre, quest’anno chiederemo la possibilità che si possa pescare sino a metà novembre, quest’anno era previsto prima il nove ottobre, poi si è riusciti ad arrivare sino al 18 ottobre, ma riteniamo che avendo posticipato l’apertura di quasi due mesi, si possa posticipare anche la chiusura. A causa dell’emergenza Coronavirus, si sono registrate criticità nella distribuzione dei tesserini, con tanti negozi ed attività chiuse».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati