Giuseppe Tappatà
di Luca Patrassi
Quando si dice storico si pensa anche al segno lasciato: così, nel definire storico il primario del dipartimento di Rianimazione dell’Av3 Giuseppe Tappatà, si dà conto anche del ruolo avuto nella crescita della qualità dei servizi erogati nel territorio. Tappatà il prossimo 14 maggio lascerà quel reparto che lo ha visto presente per 38 anni, presente anche quando è scoppiata l’emergenza Covid 19, quando ha dato subito la propria incondizionata disponibilità pur potendo attendere il pensionamento a casa.
Ma non è evidentemente nelle corde del dottor Tappatà il negare la propria professionalità, non lo è stato nemmeno in questi giorni pur di fronte a un virus sconosciuto che ha seminato morte, dolore e paura anche tra gli operatori sanitari. Certo, 38 anni di carriera medica sono lunghi da passare e da raccontare ed è possibile, anzi sicuro, che il prossimo 14 maggio sarà un giorno memorabile per il primario in questione. Non solo perché sarà come rivedere tutte le immagini salienti di una storia durata 38 anni, ma anche perché la direzione di Area Vasta guidata da Alessandro Maccioni ha pensato di legare a quella data una cerimonia attesa, l’inaugurazione del nuovo reparto di Rianimazione a Macerata, otto posti letto di cui uno in isolamento per un costo di circa un milione di euro. Vero è che siamo ancora ai tempi del coronavirus ma un doppio evento così andava sottolineato e il 14 maggio a dar manforte al taglio del nastro e a dare un “abbraccio” al primario storico di Rianimazione ci saranno anche il governatore Luca Ceriscioli e l’assessore Angelo Sciapichetti.
Il dottor Tappatà durante la consegna di una donazione
C’è una immagine che può sintetizzare i suoi 38 anni maceratesi in Rianimazione? «Si parla spesso di attrezzature ma prevale il lato umano della mia vicenda professionale, ho l’orgoglio di avere formato un gruppo eccellente, che opera con passione, con umanità e con capacità, un gruppo che sarà in grado di crescere ancora quando io me ne andrò tra pochi giorni. Lascio un reparto in cui ho lavorato bene e con passione, sono stato gratificato dall’aver costruito una squadra di rilievo nazionale, con alcuni medici che fanno parte di società scientifiche nazionali. Il mio sostituto sarà sicuramente all’altezza, il mio augurio è che possa essere uno del gruppo». Lascia con un reparto nuovo di zecca. «La mia assunzione 38 anni fa a Macerata è coincisa con l’inaugurazione del reparto, ora questo intervento. Bisogna dar merito all’amministrazione pubblica che è riuscita a completare l’intervento nonostante l’emergenza, devo dire che il governatore Ceriscioli e il direttore Maccioni ci sono stati vicini. Gli ultimi mesi sono stati molto impegnativi con l’allestimento di due ospedali Covid e il Fiera Hospital, è stato fatto un grande lavoro». L’emergenza Covid 19 non è più un incubo? «Le Marche stanno andando bene, non bisogna abbassare la guardia ma credo che basti rispettare le regole iniziando dalla mascherina di protezione». Cinque giorni alla fine dell’era Tappatà in Rianimazione, ma la forza di una persona è appunto anche quella di saper costruire una squadra e quella c’è. «Il mio orgoglio» dice Tappatà, senza nascondere un filo, forse anche due, di emozione.
Alessandro Maccioni
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IL PIANO IN AREA VASTA 3, DAL NUOVO OSPEDALE ALLA RIORGANIZZAZIONE – Emergenza Covid 19, nuovo ospedale della Pieve, ripartenza delle attività nelle strutture della provincia, cantieri per gli allestimenti di nuovi reparti e la sistemazione di apparecchiature. Giornate complicate per il direttore dell’Av3 Alessandro Maccioni.
Sul fronte del nuovo ospedale alla Pieve sono stati formati dei team per seguire gli aspetti finanziari, tecnici ed amministrativi. Intanto è stata chiesta al concessionario dell’opera la rivisitazione del canone di concessione alla luce dei modificati scenari economici globali, poi sono in corso verifiche sulle varie possibilità di tagliare i tempi di un iter particolarmente travagliato stante il fatto che il Comune non è che abbia brillato fin dalla prima indicazione dell’area che comprendeva anche una ex discarica. Da verificare la possibilità o meno, della dichiarazione di pubblica utilità prima del passaggio finale in Consiglio comunale. Questo sul fronte Pieve.
Lavori alla Fiera di Civitanova
Per il ritorno alla normalità nei vari ospedali della provincia la direttrice regionale dell’Asur Nadia Storti ha indicato alle Aree vaste i contenuti della delibera regionale e i criteri da seguire. Entro maggio deve essere stato realizzato il riallineamento delle strutture sanitarie, ripristino delle attività chirurgiche, degli ambulatori, agende e percorsi ben definiti per agire in sicurezza in tutte le aree ospedaliere.
Da lunedì il Covid Hospital di Civitanova entrerà nella fase operativa e dunque si inizierà a programmare i trasferimenti dalle varie rianimazioni e i nuovi ricoveri di contagiati. La priorità sarà data all’ospedale di Civitanova, poi Camerino. Fino alla fine dell’emergenza resterà attivo nell’ospedale di Macerata il nuovo reparto attrezzato nella palazzina ex Malattie Infettive. Cantieri in partenza a Civitanova, una volta ultimata la sanificazione dei vari ambienti. Subito la climatizzazione di Ematologia, poi le varie opere che erano rimaste bloccate, infine l’allestimento dei due piani rimasti alla stato grezzo e che ospiteranno i nuovi reparti di Dialisi e di Psichiatria. Cantiere al via per la Risonanza a Macerata.
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Dopo l’intervista al Coronavirus Covid 19, l’unico a non essere stato ancora sentito sul covid fiera e sentire che cosa ne pensa sullo stesso, possiamo intanto sapere che cos’altro si è fatto. Importante è stata la decisione di allargare la terapia intensiva a Macerata già decisa prima della pandemia e che è giunta a compimento proprio durante questo tragico evento che non ha fermato i lavori. Farà sicuramente piacere ai maceratesi che il reparto infettivi rimarrà attivo fino al termine dell’emergenza che verrà sicuramente comunicata da Covid 19, intervistato. A Civitanova, non essendoci un reparto infettivi si è pensato di sostituirlo con la costruzione di un reparto apposito all’interno di un capannone adibito a fiera e che per la sua volumetria si sarebbe comunque ben prestato anche a fiere importanti come quella del bottone d’osso o degli aghi in titanio di macchine per cucire di nuova generazione. Naturalmente un giorno si saprà perché con la scusa che si sarebbero sprecati soldi, per la prima volta privati e non interamente pubblici e se veramente una quota e veramente pubblica visto che in quella banca in tanti hanno delle quote e rappresentano tanti riferimenti privati, poi per la posizione ed altre amenità che prima o poi verranno fuori perché una particolare e solitaria ossessione, merita ben altre spiegazioni. Sì, si possono fare riunioni piene di ex che come tutti gli ex danno pareri che alla fine trovano il tempo che trovano ma nemmeno quello, e poi il parere di personaggi che come si dice da queste parti proprio” cercati con la zeppetta “ per dire punti di vista medici che sempre a cercar con la zeppetta, ai voglia se hai tempo e mezzi di divulgazione, quanti puoi trovarne… a decine e con tesi completamente opposte. Comunque, il covid fiera verrà aperto quasi a momenti e speriamo che intanto serva a liberare gli ospedali dai reparti covid per farli diventare funzionali per tutti con la speranza che il comportamento degli italiani sia quello auspicabile sennò non servirà più nemmeno il covid fiera in quanto in caso di necessità sarebbe troppo piccolo per ospitare una nuova e massiccia ondata di pazienti per cui si rifà marcia indietro. Ceriscioli come già si sapeva neanche gl’entra da na recchia di riaprire ospedali, anzi sta pensando di andare subito al voto. C’è chi dice si senta forte per la costruzione del fiera covid, e chissà, questo lo aggiungo io, questa sua nuova consapevolezza, molto ma molto intima, gli farebbe persino dimenticare i cinque anni di completo abbandono e ci metto anche lo Stato con lui, dei terremotati dei “Sibillini”. Lo sottolineo perché in giro ci sono ancora quelli del Belice e del terremoto di Messina del 1909 o dintorni. Ma tutti sapevano di questa debolezza di udito da parte di Ceriscioli però non riescono mai dall’ esimersi di raccontarlo cercando di far breccia sulla gente che secondo loro ancora non lo hanno capito. Beh, qualcuno c’è, anzi in numero cospicuo. Leggendo i commenti che seguono gli articoli, spesso leggo che bisogna aprire i vecchi ospedali e se nessuno stesse sempre lì, falsamente a non ricordargli che questo non sarebbe possibile per le scelte fatte da Ceriscioli, da mo che non lo direbbero più. Ah, farà piacere anche ai benefattori di 1,6 milioni di euro donati all ’ospedale di Civitanova sapere che i due benedetti piani incompiuti scoperti da un archeologo ricoverato per un ernia a disco durante la ricerca di un antico bagno risalente alla prima progettazione e poi scomparso, sapere che ci faranno reparti diversi, come su scritto e ben spiegato da quello che forse e dico forse si aspettavano.
Grande uomo e grande medico, mancherà a tutti! Se ne va ma lascia un gruppo coeso e preparato!