Acquaroli: «Risorse e direttive per la fase 2
Il progetto alla fiera di Civitanova?
Andava condiviso con i medici»

INTERVISTA al deputato di FdI, che ieri era alla Camera, durante l'informativa di Conte: «Abbiamo bisogno di indirizzi comportamentali per evitare che il contagio riprenda e allo stesso tempo di soldi per famiglie e imprese». Sul ruolo dell'Europa: «Si assuma la responsabilità di una crisi pandemica». E sulla nuova struttura all'ente fiera: «Sarei stato più contento se i dottori avessero contribuito in maniera importante a progettarla». Bertolaso possibile concorrente per la candidatura a Governatore? «Non ci ho mai pensato, è una persona che stimo e non credo che stia facendo questo per ritagliarsi uno spazio politico»

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Francesco Acquaroli ieri a Roma prima dell’ingresso alla Camera

 

di Alessandra Pierini

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte con una informativa a Camera e Senato ieri ha fatto il punto sulla ripartenza. Tra i presenti in aula Francesco Acquaroli, proposto da Fratelli d’Italia come candidato del centrodestra alla guida della Regione Marche. 

Acquaroli, cosa pensa dell’intervento del presidente Conte? Come vede la ripartenza?

«Se dal punto di vista economico credo che sia fondamentale il Consiglio Europeo per trovare le risorse finanziarie necessarie da mettere in tasca subito a famiglie e imprese dal punto di vista comportamentale c’è bisogno di indirizzi certi per evitare che con la riapertura il contagio riprenda. All’inizio dell’emergenza sono stato uno di quelli che ha spinto molto per la chiusura. In quel frangente la comunicazione non era univoca. Era importante chiudere per organizzarsi, per far respirare le strutture sanitarie, per dare il tempo ad imprese, singoli e famiglie di dotarsi dei dispositivi necessari ed era fondamentale rendere chiaro a tutti che quest’influenza era pericolosa e da non sottovalutare. Ma ora la riapertura va fatta prima possibile con tutte le precauzioni del caso per non compromettere quanto fatto finora».

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Il presidente Conte in Parlamento

E le risorse? Dove prenderle? 

«Premetto che non è facile governare in un momento come questo. Finora sono stati assunti dei provvedimenti, ma è importante mettere delle risorse immediatamente nelle tasche delle imprese e delle famiglie. Per questo è importante che il Consiglio europeo e i leader dell’Europa trovino risposte forti. Quando parliamo di cassa integrazione va bene. Conte dice che con il decreto liquidità saranno generati fino a 400 miliardi. Secondo noi va comunque garantita una parte di finanziamenti a fondo perduto. Ci sono attività già in difficoltà che non vedono di buon occhio l’indebitamento poi, chi non era finanziabile prima, resta non finanziabile e i tempi rischiano di essere comunque troppo lunghi a causa delle procedure richieste. Bisogna invece mettere subito risorse sul motore produttivo per consentire la ripartenza. Se non si supportano ora le attività produttive, le stesse risorse dovranno essere impegnate in cassa integrazione e altri ammortizzatori sociali tra qualche mese. Serve tempestività».

Pensa che il passaggio di Conte ieri in Parlamento sia stato utile?

«Era fondamentale che Conte andasse col voto del Parlamento in Europa. Un voto di indirizzo sarebbe stata una risorsa in più. Invece si è persa un’occasione, Conte ha fatto una informativa. Ci ha fatto capire che non voleva scoprire le carte ma in realtà anche la maggioranza è spaccata sul MES e, se si fosse votato, molto probabilmente non sarebbe passato. Come ha sottolineato Giorgia Meloni (sua capogruppo ndr) nel suo intervento il Mes ci darebbe 34 miliardi, l’Italia ne ha versati al Mes 15, quindi ci presterebbe soldi di cui pagheremo interessi anche su quella parte che noi stessi abbiamo versato. Siamo contrari, perchè non vogliamo avere finanziamenti svantaggiosi con il rischio concreto di forti condizionamenti per il futuro. Vorremmo inoltre una linea chiara dell’Europa che si assumesse la responsabilità di una crisi pandemica che non ha nulla a che vedere con la situazione italiana precedente».

Anticipazioni sul prossimo decreto?

«Da settimane stiamo lavorando su una serie importante di emendamenti per rappresentare le esigenze di famiglie e aziende marchigiane, sono proposte migliorative del decreto Liquidità. Sul Cura Italia, proprio ora in seconda lettura alla Camera, sarà probabilmente apposta la fiducia e quindi non potrà essere modificato. Sul decreto Liquidità porteremo tutte le nostre proposte, non solo di Fratelli d’Italia ma provenienti anche dalle categorie e dal territorio. Il nostro obiettivo è dare rappresentanza alle Marche che vogliono risposte. Ad esempio gli indotti universitari che sono importanti generatori di ricchezza e che quindi, se si fermeranno, creeranno un danno importante a tante nostre città. La pesca, l’agricoltura che per forza di cose ha bisogno di manodopera per cui la reintroduzione dei voucher potrebbe essere fondamentale.
E poi il settore artigianale, il commercio, la ristorazione e il turismo, settori che pagheranno cara la crisi. Cercheremo di selezionare le proposte che hanno secondo noi la possibilità di essere recepite al fine di migliorare il decreto».

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I lavori alla fiera di Civitanova

Pensa che sia necessario il Progetto 100 alla Fiera di Civitanova?

«Non sono nessuno per dire se ci sarà un’altra ondata o no. Credo che se ci sarà dovremmo farci trovare pronti o sarebbe un errore imperdonabile. Covid hospital sì  ma anche medicina territoriale, tamponi, mascherine e tutto il necessario. Insieme ai gruppi di centrodestra avevamo proposto la realizzazione di un centro covid regionale che togliesse promiscuità negli ospedali. Il motivo è evidente. Nonostante la chiusura da più di un mese, ci sono ancora 50 contagi al giorno che credo possano risalire a chi si muove tra ospedali, case di riposo e rsa. Quindi credo sia giusto che i pazienti Covid vanno trattati in strutture separate e, in questo senso, va benissimo l’idea del Covid hospital ma sulla struttura di Civitanova ho delle perplessità».

Quali?
«Quelle manifestate in blocco dal mondo sanitario e alle quali non sono state date risposte puntuali.  Se questa struttura non è stata fatta in sinergia con la sanità regionale con chi è stata fatta? I sindacati di categoria hanno manifestato i loro dubbi, una pletora di medici si è esposta dicendo che non va bene. Io non ho la qualifica per giudicare ma mi chiedo perchè non è stata fatta d’accordo con i medici? Non critico la struttura di Civitanova. Sono d’accordo che dobbiamo prepararci ma sarei stato più contento se i medici avessero contribuito in maniera importante a progettarla. Sono tanti quelli che sollevano le stesse argomentazioni. Questa scelta aveva bisogno di chiarezza e condivisione».

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Guido Bertolaso

Bertolaso  va secondo lei “a caccia” di una candidatura da governatore nelle Marche?

«Non lo so, non lo conosco. E’ una persona che stimo e che ha dato sicuramente lustro all’Italia, istituzionalmente parlando. Su quello che vuole fare non ho idea. Non azzardo».

Non lo vede quindi come concorrente?

«Non ci ho mai pensato sinceramente ma, conoscendolo di fama, non credo che utilizzi il fatto di essere chiamato come consulente della Regione, che tra l’altro fa gratuitamente, per ritagliarsi uno spazio politico. Non penso che chi vuole fare politica nelle Marche, possa entrare tramite Covid hospital».

 

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